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Esondazione Seveso Milano, analisi sul perché il Seveso straripa e soluzione della Giunta Pisapia: i Seveso Angels

Ci risiamo: un temporale di forte intensità durato appena 30 minuti e la zona nord di Milano è sott’acqua; non siamo a Venezia, ma lo scenario è simile: decine di cantine allagate, auto bloccate e, quando la violenza delle piogge è ancora più notevole, stazioni della metro chiuse con mezzi dell’Amsa costretti ad intervenire immediatamente per evitare conseguenze ben più gravi.

 

IL FIUME SEVESO – Nasce sul Monte Sasso, presso il comune di San Fermo della Battaglia, a 490 metri di quota e scorre per 52 chilometri attraversando le provincie di Como, Monza e Brianza e Milano.

  • Inizialmente venne classificato come torrente, ma in seguito al costante apporto di acque derivanti dal collettamento e dalla depurazione, è stato classificato come fiume.
  • A Palazzolo, frazione settentrionale di Paderno Dugnano, esce il famigerato Canale Scolmatore di Nord Ovest, progettato nel 1954 e terminato nel 1980: portando 30 metri cubi al secondo aveva la funzione di scongiurare ogni eventuale esondazione.
  • Obiettivo chiaramente non soddisfatto visto che, solo due anni dopo, se ne progettò uno con il doppio della portata ultimato solo per il primo lotto e comunque nell’ottobre del 2004.
  • Arpa Lombardia, nonostante il comune ed infelice appellativo di “fiume nero” classifica le acque del Seveso come “sufficienti” almeno fino al rilevamento a valle di Lentate. Giudizio “pessimo”, ossia inadatte a qualsiasi uso, espresso invece alle acque del fiume a Bresso.
  • L’inquinamento attuale, al contrario dei decenni passati, deriva principalmente dagli usi civili e non più da quelli industriali.

 

PERCHE’ IL FIUME ESONDA SEMPRE? – Nel corso degli ultimi anni le fasce fluviali ed i terreni limitrofi hanno visto accrescere il rischio di un’esondazione del fiume Seveso. Ma quali sono le concause?

  • I motivi sono diversi e possono essere imputati alla continua urbanizzazione, agli interventi di ingegneria idraulica volti a modificare l’alveo fluviale, oltre che la scarsa manutenzione e pulizia del letto del fiume.
  • Come sostiene un’analisi di meteolive.it, originariamente le caratteristiche idrauliche e la natura torrentizia del Seveso non erano in grado di provocare rischi naturali e quindi fenomeni di esondazioni.
  • Ma proprio le concause menzionate sopra, specialmente l’urbanizzazione caratterizzata da una scarsa permeabilità e da drenaggi artificiali concentrali, hanno di fatto scatenato il fenomeno dello straripamento.
  • Un altro effetto che scatena le violente e repentine esondazioni è il fatto che, come molti dei corsi d’acqua della provincia di Milano, anche il Seveso viene spesso utilizzato come discarica per rifiuti ingombranti, generalmente edili, che provocano una diminuzione della sezione idraulica del torrente, peggiorando anche la condizione sanitaria delle acque.
  • Le maggiori opere di restrizione dell’alveo e canalizzazione dello stesso sono state compiute a valle, nelle zone periferiche di Milano; proprio lì dove, oggi, più frequentemente avvengono le esondazioni.
  • Gli straripamenti più frequenti avvengono a Niguarda dove, mensilmente, si possono ammirare episodi di fuoriuscita delle acque dai tombini.

 

LO SCOLMATORE: DI COSA SI TRATTA? – Ma andiamo per ordine; prima di analizzare le piene del Seveso cerchiamo di capire cos’è uno scolmatore, concetto troppo spesso tirato in ballo:

  • Si tratta di un’opera idraulica, in linea generale un canale, che consente di ridurre la portata di piena di un fiume. In pratica il funzionamento è simile a quello di un bypass: diminuisce la quota di piena massima del fiume sottraendogli l’acqua.
  • L’acqua sottratta al fiume ed incanalata nello scolmatore finisce in un serbatoio, che può anche essere un lago o, direttamente, il mare.

 

LE PIENE DEL SEVESO: LO SCOLMATORE DI NORD OVEST – I primi esempi di esondazioni del fiume si hanno nel cinquecento; addirittura esiste traccia di una, violentissima, risalente al I secolo alla quale viene attribuita la causa della distruzione del primo porto di Milano.

  • A metà del secolo scorso il problema dei continui allagamenti della zona Niguarda era già presente, tant’è che si decise di costruire il canale scolmatore. Quest’ultimo venne pronto, come già accennato sopra, solamente nel 1980.
  • Quando venne definito il progetto, ma anche nel momento in cui lo scolmatore venne terminato, il processo di urbanizzazione era ancora agli inizi: gli abitanti dei dieci comuni tra Lentate e Bresso nel 1961 erano circa 84mila, mentre nel 2011 sono arrivati a 209mila. Inoltre il Seveso, negli anni ’60 era ancora un torrente che trasportava 1,8 metri cubi al secondo.
  • Tra il 1976 ed il 2000 sono stati ben 62 gli straripamenti del Seveso nella zona Niguarda e del vicino Hinterland milanese. Molto spesso queste esondazioni sono repentine e creano danni limitati, salvo alla circolazione, visto la presenza nelle vicinanze di strade di grande comunicazione come la Comasima ed il viale Zara.

 

19 SETTEMBRE 2010: IL SEVESO DOMINA MILANO – 70 milioni di euro di danni, 3 stazioni della metropolitana M3 chiuse per dieci giorni, sospensione di alcune linee di tram, ingenti danni nei cantieri della nuova metropolitana M5 con ritardo di due mesi nell’introduzione del primo treno in galleria per i collaudi oltre a decine di cantine allagate, auto bloccate, numerose richieste d’aiuto e disperazione di residenti e commercianti.

  • È questo il bilancio di una delle peggiori esondazioni del Seveso, la terza nel 2010; il fatto scatenò, come sempre, violenti polemiche aventi come oggetto il mancato completamento del raddoppio della portata dello scolmatore, progettato nel 1982 e realizzato, solo in parte, nel 2004.
  • Il motivo è la presenza di valutazioni contrastanti sull’opera: c’è chi la giudica non sufficiente per scongiurare le esondazioni a Milano e chi le imputa di trasferire inquinamento nel Ticino e, quindi, nel Po’.

 

L’ULTIMA ESONDAZIONE: DOMENICA 7 AGOSTO – Puntuale come un orologio svizzero, con il primo temporale estivo di forte intensità, è arrivata anche lo straripamento del Seveso.

  • Il primo allarme, scattato all’una della notte tra sabato 6 e domenica 7 agosto, è stato dato quando il fiume ha superato 1,48 metri; in meno di trenta minuti livello dei 3 metri superato e Seveso esondato.
  • Il bilancio? Decine di cantine allagate e diverse auto bloccate; le zone più colpite? Piazza Caserta, viale Cà Granda, via padre Luigi Monti, viale Suzzani, viale Testi, viale Sarca, via Valfurva, via Val Cismon e piazzale Istria.
  • Con lo scattare del primo allarme è stato messo in atto l’intervento di 8 squadre dell’Amsa: 2 automezzi spurgopozzetti e 17 risorse operative con idrovore per far defluire l’acqua, mentre auto spazza-lavatrici hanno iniziato a pulire le strade da fango e detriti.

 

I PROGETTI FUTURI – La stragrande maggioranza degli allagamenti che negli ultimi anni ha provocato il Seveso sono da ricondurre ad interventi idraulici poco efficaci e molto scoordinati lungo l’asta del fiume stesso.

  • E’ stato avviato un progetto che mira ad ampliare il Canale Scolmatore Nord Ovest al fine di ridurre le portate di piena che possono raggiungere Milano. I 30 metri cubi al secondo di portata dell’attuale scolmatore non sono sufficienti; ne sarebbero necessari almeno il doppio.
  • L’alternativa? Costruire delle vasche di raccolta a Senago. Il problema sembra, come spesso accade, l’individuazione del sito in cui riporle.

 

L’IDEA DELLA GIUNTA PISAPIA: I SEVESO ANGELS – Visto che per realizzare vasche o scolmatore nuovo saranno necessari almeno tre anni di lavoro, la nuova giunta comunale sta cercando di risolvere il problema in un altro modo, ovvero adottando quelli che potrebbero chimarsi, senza scherzare, “Seveso Angels”. Di cosa si tratta?

  • L’idea, quantomeno fantasiosa, consiste nell’organizzare sentinelle volontarie anti-piena che, da settembre, verranno allertate via sms in caso di emergenza esondazione.
  • L’assessore alla Sicurezza, Granelli, spiega i motivi che l’hanno animato nel definire tale provvedimento: «Abbiamo pensato a un piano per potenziare le informazioni». L’obiettivo? Velocizzare le comunicazioni tra istituzioni e cittadini-volontari.
  • I residenti delle zone interessate saranno convocati, tramite sms, per sistemare paratie e sacchi; ma non solo: verranno colorati i chiusini per far defluire l’acqua in modo che le macchine, essendo visibili, non vi sostino sopra.
  • I sacchi di ghiaia per l’emergenza saranno custoditi nella depositeria di via Gregorovius ed alla piscina Scarioni.

 

PROSSIMO TEMPORALE = ESONDAZIONE – Va bene velocizzare la comunicazione tra istituzioni e cittadini-volontari, va bene intervenire prontamente con sacchi e paratie, va bene colorare i chiusini… Ma siamo sicuri che questo possa servire, quantomeno ad alleggerire, la prossima piena del Seveso? Basterà poco per verificare.

Matteo Torti

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