Animali e Ambiente

Cane morto in aereo per il caldo, assistenti di volo impediscono alla padrona di rinfrescare la bestiola, Alitalia sostiene la versione contraria

La vicenda è tristissima, e riporta alla memoria il caso del povero cagnolino caduto l’anno scorso da un traghetto, durante il ritorno dei suoi padroni dall’isola d’Elba. I padroni, disperati, avevano sostenuto che il personale di bordo non aveva voluto avviare le procedure di soccorso “per un cane”. Di tutt’altro avviso la compagnia di navigazione di riferimento, che ha sostenuto esattamente l’opposto. Ma tent’è. E intanto il cane è morto, risucchiato tra i flutti del mare in una morte a dir poco atroce.

 

I PROTAGONISTI DELLA TRISTISSIMA VICENDA – Questa volta cambia l’elemento, dal mare all’aria, ma le parti sono le medesime:

  • una ragazza in viaggio su un aereo in tratta Palermo-Roma;
  • Roy, un dolcissimo carlino di 3 anni come passeggero a quattro zampe;
  • la sua compagna Piper, dolcissima cagnolina di 6 anni;
  • un’amica della padrona;
  • la compagnia Alitaia come controporte nell’infelice diatriba.

 

L’IMBARCO  E IL CALDO ESTENUANTE – E’ il 26 agosto e fa logicamente caldissimo.

  • Secondo quanto denunciato dalla proprietaria delle bestiole ai Carabinieri di Fiumicino, i due cagnolini, fino a quel punto sanissimi come confermato da un certificato veterinario, hanno dato segni di malessere fin dalle operazioni di imbarco e partenza, rallentate da alcuni ritardi accumulati dalla compagnia.
  • a bordo, infatti, secondo quanto raccontato il caldo era davvero forte, non alleviato neppure dall’impianto di condizionamento e quindi insufficiente per “garantire le normali condizioni di vivibilità».

 

LA SOFFERENZA DEI CAGNOLINI, CHIUSI NEGLI ANGUSTI TRASPORTINI – La padrona dei cagnolini e l’amica, rendendosi conto che gli animali cominciavano ad essere troppo sofferenti, hanno chiesto al personale di bordo di poter far uscire le bestiole dai propri trasportini, collocati sotto i sedili, solo per qualche istante, giusto il tempo di bagnarli con un po’ d’acqua e farli respirare in uno spazio non angusto come le gabbiette.

 

IL DIVIETO DI FAR USCIRE GLI ANIMALI DALLE GABBIETTE – Secondo quanto riportato, qui è nato il problema, poiché il regolamento vieta una tale concessione: “gli animali devono rimanere all’interno del trasportino durante tutta la durata del viaggio”.

 

LA CORSA ALLA TOILETTE CON UNO DEI DUE CAGNOLINI – Disperata, la padrona del carlino ha quindi preso una decisione estrema: ha estratto la piccola Piper dal trasportino e si è recata in toelette, sostenuta da una hostess.

  • Notata l’operazione dagli altri assistenti di volo, sarebbero stati questi a ingiungere alla padrona di riportare l’animale al suo posto, chiuso nella gabbietta come da regolamento.
  • Come raccontato ai Carabinieri, tuttavia, al rifiuto della padrona, che invece si è recata nel bagno per bagnare la bestiola, la reazione del personale è stata quella di obbligare la donna a non allontanarsi più dalla toelette, bloccandola lì fino alla fine del volo.
  • In un modo o nell’altro, però, grazie alla determinazione della padrona, la cagnolina ha superato la crisi e, una volta rinfrescata, è tornata in salute.

 

L’ALTRO CAGNOLINO, PURTROPPO, E’ RIMASTO NEL TRASPORTINO AGONIZZANTE. ED E’ MORTO – Purtroppo, la stesa sorte non è toccata anche all’altro carlino, rimasto nel trasportino affidato all’amica della padrona.

  • Sempre secondo il racconto della padrona, bloccata nel bagno per curare Piper, l’amica non è riuscita ad affrontare gli assistenti di volo per lasciarle rinfrescare anche Roy che, sfinito da un’orribile agonia, purtroppo ha perso la vita. Perfettamente inutile, a quel punto, il permesso accordato di far uscire il povero animale da quello che dal suo trasportino si è trasformato nella sua bara.
  • A bordo, in quel momento, non sono mancate le reazioni degli altri passeggeri e i pianti dei bambini, ma ormai nulla più si poteva fare.

 

L’AUTOPSIA – Una volta sbarcati, la padrona, atterrita, ha raccontato di essersi trovata af affrontare l’ulteriore problema di gestire la povera bestiola senza vita, poiché, come spiegato, non avrebbe potuto chiamare un taxi portandosi dietro un cagnolino deceduto.

  • Solo dopo alcune ore la donna è riuscita ad organizzarsi chiamando  un’auto privata mentre, ancora senza pace nonostante oramai deceduto, il cagnolino è rimasto per tutto il tempo abbandonato all’interno dell’aereo.
  • Una volta trovato il mezzo di trasporto, la padrona non ha avuto dubbi, e si è diretta in una clinica veterinaria.
  • Qui, spiegata la terribile vicenda, la donna ha chiesto ai medici di eseguire l’autopsia sul povero Roy e, una volta concluso l’esame, il referto non lascia adito a dubbi: «causa di morte compatibile con colpo di calore».

 

L’AFFIDAMENTO AD UN AVVOCATO – Furibonda e con un dolore incolmabile, la padrona dei cagnolini ha quindi sporto denuncia ai Carabinieri, affidandosi anche ad un avvocato per ottenere giustizia contro la compagnia aerea, Alitalia.

 

LA VERSIONE DI ALITALIA – Come accaduto nel caso del cagnolino caduto dal traghetto, chiamata in causa la compagnia referente, una versione completamente differente non ha tardato ad arrivare.

  • In questo caso, Alitalia ha controbattuto che «i mezzi di condizionamento e pressurizzazione dell’aereo, sia a terra che in volo, funzionavano normalmente ed in completa efficienza».
  • Inoltre: «Su richiesta della passeggera, il personale di volo ha acconsentito, sebbene non previsto dalle procedure vigenti, a far uscire uno dei cagnolini dal trasportino per essere rinfrescato. La richiesta non è stata fatta per il secondo cagnolino. In caso contrario sarebbe stato concesso di rinfrescare anche lui. All’arrivo del volo a Roma Fiumicino alle 12.40 è stato appurato che questo cagnolino era deceduto all’interno del trasportino».
  • Per quanto riguarda l’accaduto dopo lo sbarco: «La passeggera veniva invitata a scendere dall’aereo e ad attendere nell’area Arrivi dell’aeroporto, mentre il personale di scalo Alitalia provvedeva ad informare le autorità aeroportuali e a far portare il cagnolino fuori dall’aereo per poi riconsegnarlo alla proprietaria. Nel frattempo la proprietaria, senza peraltro avvisare in alcun modo, si è allontanata lasciando il cagnolino in aeroporto».
  • Dopodiché: «Alle 18 circa, abbiamo ricevuto una telefonata della passeggera con la quale ci informava che avrebbe mandato a Fiumicino la sua compagna di viaggio per prelevare il cane. Come segno di attenzione verso la passeggera, nonostante non sussista alcuna responsabilità della compagnia per quanto accaduto ed alcun obbligo a prendersi cura del cane deceduto, abbiamo organizzato per la signora un trasferimento in taxi da Roma all’aeroporto e un pulmino da Fiumicino alla clinica veterinaria disponibile alla ricezione dei resti del cagnolino».
  • “Pur spiacenti per l’accaduto” concludono da Alitalia, esattamente come nel caso del traghetto dell’isola d’Elba, “riteniamo di aver fatto tutto quello che era necessario ed opportuno per la corretta gestione della sfortunata vicenda, assolutamente accidentale e non riconducibile ad alcuna responsabilità della compagnia».
  • E tra i due litiganti, il cane è morto.

 

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Di Redazione

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