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Canile via L’Aquila Milano, la visita di CronacaMilano ad una struttura davvero eccellente. Foto, contatti, info

Canile 4Sono passati cinque anni dalla sua inaugurazione – avvenuta a luglio 2008 – e il “Parco Canile Rifugio” continua a rappresentare per Milano, e non solo, un’eccellenza nel suo settore

 

Costato ben 5 milioni di euro, super attrezzato e dotato di tutti i confort, è il primo moderno esempio di parco-canile nel capoluogo lombardo. Fin dalla sua nascita, l’obiettivo dichiarato è stato quello di non accontentarsi unicamente della sopravvivenza degli amici a quattro zampe che vi vengono accolti. Il fine ultimo, infatti, è il recupero psicofisico – mediante l’azione di esperti educatori-istruttori cinofili – di tutti quegli animali che, una volta abbandonati, smarriti e talvolta maltrattati, arrivano al centro manifestando grossi problemi comportamentali che ne pregiudicano, di conseguenza, l’auspicata adozione.

 

Situato in località Cascina Mulino Codovero, nella via privata L’Aquila, il vasto complesso sorge su di una superficie di 35.565 mq, a ridosso del Parco Forlanini, della tangenziale Est e del vicino Cpt di via Corelli.

 

Il primo impatto visivo con la struttura è molto positivo. Si ha la sensazione di non trovarsi di fronte ad un semplice canile, come stereotipicamente si è abituati ad immaginarlo, ma ad un vero e proprio parco, con alti platani e pioppi a fare da cornice e tanto di viali e panchine dove rilassarsi durante le visite.

 

All’interno di una cascina dei primi del ‘900 ristrutturata, si trova quello che è un po’ il quartier generale del complesso, dove vengono svolte tutte le attività amministrative e burocratiche. In più, vi è anche uno sportello per le adozioni destinato al pubblico.

 

La struttura, bisogna ricordarlo, ha tre differenti gestioni: la Ati (associazione temporanea d’impresa); “Arcadia-Dog Evolution“, che si occupa del canile; la Onlus “Mondo Gatto” per ciò che concerne il gattile. In quanto alla parte veterinaria, distaccata in un altro edificio poco distante, quest’ultima è appannaggio dell’Asl: tre veterinari – tra i quali anche una dottoressa-comportamentista – garantiscono che i cani che vengono accolti nel rifugio abbiano espletato la prassi sanitaria di rito.

 

Ed ora veniamo agli animali, i veri beneficiari del Parco Canile Rifugio. Per loro sono stati edificati ben 9 padiglioni: 8 destinati al ricovero dei cani (fino ad un massimo di 300 esemplari), ed 1 attrezzato per ospitare fino ad un massimo di 200 gatti.

 

Ogni padiglione può contare su una superficie di circa 350 mq ed è dotato di 16 box, ciascuno dei quali può accogliere 3 cani di taglia piccola, oppure 2 di taglia media, oppure un solo grosso esemplare.

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Il tutto si traduce, complessivamente, in 128 box, comprensivi di una zona giorno e una notte, dotati di un moderno sistema di riscaldamento a pavimento. Insomma, un’accoglienza extralusso, vien da dire. Ma non è finita qui. E una grossa fetta dell’area verde è stata destinata alla cosiddetta sgambatura dei cani, un’area recintata in cui gli amici pelosi, insieme con il proprio educatore, possono giocare, correre e, non ultimo, svolgere i propri esercizi di addestramento.

 

Proprio gli educatori-istruttori sono la figura chiave attorno alla quale ruota tutta l’attività del parco-rifugio. Uno di loro, il dott. Pierluigi Raffo, presidente della Onlus “Arcadia” – che, insieme con la “Dog Evolution”, da poco più di 10 giorni, ha in gestione i box dei cani ricoverati nel rifugio – ci accoglie e ci guida durate la visita alla struttura:

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“La nostra gestione è iniziata il 1° luglio, dopo aver vinto il bando lanciato dal Comune di Milano. Non abbiamo intenzione di stravolgere le regole dei vecchi gestori, ma integrarne di nuove a quelle preesistenti. Tutto questo ad esclusivo beneficio dei nostri animali”. Esordisce così, il dott. Raffo, 43 anni, cagliaritano – dall’età di 16 nel mondo cinofilo – forte di una preparazione accademica al ‘Tacrec’ della facoltà di Medicina veterinaria dell’Università di Pisa, con successivo master in Pet-Therapy.

 

Dottor Raffo, quanti sono i cani attualmente ricoverati nella struttura?

“All’interno del canile, al momento, sono presenti 157 cani (di cui circa una settantina di razza, n.d.r.). Un numero non elevatissimo se si considera che la capienza massima è di 300 esemplari. Ciononostante, i box sono sfruttati al meglio poiché, ovviamente, per varie problematiche, non tutti i cani possono coabitare nello stesso spazio. Alcuni hanno bisogno, soprattutto all’inizio, di percorsi individuali non essendo ancora abituati a relazioni sociali corrette con i loro simili. Inoltre, in questo modo, il canile non è più visto come un grande magazzino in cui stipare gli animali. Diventa, semmai, un centro di accoglienza, un luogo protetto in cui introdurre cani che arrivano da situazioni differenti, spesso difficili. E questo ci permette di effettuare un percorso che consenta loro di inserirsi correttamente all’interno della collettività”.

 

Quante persone lavorano all’interno del parco-rifugio?

“Nel canile vi lavorano 21 operatori-istruttori cinofili; per ciascun turno è garantita la presenza di 8 operatori e 6 educatori. Gli operatori che abbiamo trovato in loco li stiamo formando perché entro tre mesi sosterranno un esame nazionale e federale per essere certificati come operatori professionali di canile. Questo perché il lavoro del centro vive della sinergia e della multidisciplinarità delle figure presenti al suo interno. La mancata formazione di una delle figure coinvolte produce una contraddizione della prassi del lavoro che viene fatto sul cane. Dall’entrata in box alla sua uscita, dalla pulizia quotidiana alle semplici operazioni di sgambamento… Insomma, si tratta di operazioni che vanno tutte a vantaggio dell’apprendimento del cane. Percui, un operatore formato e coordinato da un educatore offrirà maggiori risultati di chi, al contrario, anche se in buona fede, non sa approcciare il cane”.

 

E per quanto riguarda il numero dei volontari presenti nel canile?
“I volontari sono attualmente 300. Perlomeno per quanta riguarda il numero degli scritti. La loro figura è preziosissima, ma il problema reale è la gestione dei flussi, poiché la loro presenza, purtroppo, si concentra sul sabato e la domenica. E gestire centinaia di persone, ospiti compresi, diventa proibitivo. Uno degli obiettivi primari è proprio quello di implementare la formazione dei volontari e migliorarne, quindi, la gestione. Ovviamente tenendo conto delle attitudini e della volontà di ognuno. Un volontario correttamente formato può essere una risorsa, mentre al contrario può diventare anche un elemento di difficoltà. È fondamentale, per far ciò, apprendere le reali motivazioni che portano un volontario in canile, per poter offrire una formazione idonea in modo che egli possa esprimere al meglio quanto ha da offrire alla nostra struttura”.

 

In che modo pensate di migliorarne la formazione?

“L’intento è quello di arrivare ad avere volontari formati al pari degli operatori. Il corso base, che è sempre stato fatto e che continuerà ad essere erogato anche sotto la nostra nuova gestione, è di 10 ore. I corsi hanno cadenza bimestrale e vengono effettuati nel giro di 8 incontri mediante affiancamento agli educatori. Dopodiché, possono cominciare a badare ai cani che vengono loro assegnati. Noi però abbiamo previsto un’ulteriore formazione quantificabile in 46-48 ore e che noi stessi – in quanto scuola nazionale formalmente riconosciuta – abbiamo sviluppato, e che ovviamente garantisce un percorso formativo più strutturato e professionale, con conseguente esame finale”.


Esiste qualche vincolo di età per poter svolgere l’attività di volontariato?

“A Milano il requisito richiesto ai volontari è quello di aver compiuto i 18 anni di età. Ma è una questione che stiamo valutando e cercando di capire bene come gestire. La nostra associazione arriva da progetti di didattica nelle scuole e di pet-therapy con gli anziani o ragazzi con disturbi. Effettuiamo anche lavori di prevenzione sul bullismo e sulle diversità. Perciò, precludere a dei ragazzi giovani l’attività di volontariato, in un’Italia come quella di oggi, è un errore”.


Qual è la procedura necessaria per poter adottare un cane?

“Noi proponiamo un modello che è il ‘contratto pre-post adottivo’. Il cittadino interessato ad un’adozione viene, prima di tutto, sottoposto da persone specializzate in psicologia e sociologia ad un colloquio conoscitivo. Questo è un primo passo molto importante per avere un’idea di come  si approccerà al cane. In base ai risultati ottenuti istituiamo un percorso gratuito preadottivo di almeno tre incontri, per valutare le competenze comunicative del candidato sul singolo cane. Inoltre, cerchiamo di lavorare sulle problematiche che possono emergere nelle varie tipologie di famiglia adottiva. Il cane non deve essere un limite ma un arricchimento per la famiglia”.

 

È previsto anche un percorso di assistenza post adottiva?

“Sicuramente. Garantiamo incontri post adottivi per valutare il buon esito dell’adozione. Bisogna sottolineare che il lavoro più grosso è delicato, dal punto di vista etico, è proprio la gestione dell’adozione e l’uscita del cane, di modo da evitare un suo eventuale rientro in canile. È necessario che l’animale esca dal rifugio completamente rieducato, in grado di vivere nei contesti sociali in cui verrà inserito. Questo è fondamentale anche per convincere le persone a non acquistare cani di razza nei negozi, ma a rivolgersi ad un canile”.

 

Un messaggio, quest’ultimo, che sembra essere già stato in parte recepito dai milanesi. I numeri delle adozioni relative al 2012, infatti, sono lusinghieri: si parla di circa 300 cani che, a fronte di 266 nuovi ingressi, hanno lasciato il canile per trasferirsi nelle loro nuove famiglie adottive. Tuttavia, com’è facilmente immaginabile, questo numero va diradandosi con l’avanzare dell’età dei cani presenti nella struttura: gli esemplari oltre gli 8 anni erano solo 42 e ben 25 avevano trascorso gli ultimi 2 anni della loro vita in canile.

Nella seconda puntata del nostro reportage dedicato al “Parco Canile Rifugio” di Milano, riprenderemo proprio da qui, approfondendo numeri, casi particolari e curiosità che fanno di questa struttura un’eccellenza nel suo genere.

 

COME ARRIVARE:

– Il Parco Canile Rifugio si trova in via Aquila, 81 (accesso da via Corelli), proprio accanto al nuovo Canile Sanitario

 

PER RAGGIUNGERLO:

In auto:

– percorrere via Corelli o via Tucidide e svoltare nella via Privata Aquila
– percorrere fino in fondo via Aquila e proseguire lungo il percorso fino al Canile

Con i mezzi pubblici:

– bus 38 – fermata via Corelli/ via Aquila

 

PER INFORMAZIONI:

tel. 02.884.46310

 

 

INVIATECI LE VOSTRE FOTO E SEGNALAZIONI – Per le vostre segnalazioni circa incidenti, emergenze, autovelox nascosti, strade dissestate e buchi sul manto stradale, disagi sociali, odissee burocratiche, truffe, rapine, aggressioni, zone carenti di sicurezza, aree preda di degrado o spaccio, problematiche sui mezzi pubblici, borseggi, maltrattamenti sugli animali o altro, scriveteci e mandateci le vostre foto a redazione@cronacamilano.it

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Salvatore Patella

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