Animali e Ambiente

Uomo sbranato da cani Milano, Enpa: Nessun cane killer, solo animali mal gestiti, il Comune faccia i controlli nelle aree a rischio

 

“Ancora una volta le cronache titolano: Pensionato sbranato da un branco di cani randagi a Milano”.

Con questo incipit Enpa Milano commenta la tragica aggressione avvenuta ai danni di un anziano in zona Baggio, successivamente deceduto.

“Si tratta di un titolo non corretto nella sua drammaticità: il termine ‘sbranare’, infatti, riporta al concetto ancestrale dei cani, quasi lupi, che attaccano un uomo per sbranarlo. Nulla di più sbagliato”, spiegano i portavoce di Enpa. Che aggiungono: “Purtroppo il povero pensionato aggredito a Baggio non è vittima di un branco di cani killer, ma di un gruppo di cani di proprietà, probabilmente mal gestiti nell’ambito di un accampamento di rom, che hanno incrociato l’anziano, innescando una reazione di giustificata paura da parte dell’uomo: da questo si è prodotta un’involontaria disgrazia”.

Nulla a che fare con la caccia né con il bisogno di cibo, quindi, secondo Enpa, ma soltanto animali “con l’ancestrale istinto dei cani di dar vita, quando malamente gestiti, a strutture di branco”.

La cintura della periferia del Comune di Milano, infatti, è costellata di insediamenti abusivi, di campi nomadi che sfuggono al controllo, di canili improvvisati che vengono portati all’attenzione dei media solo in occasione di queste tragedie.

“Un maggior presidio del territorio, migliori e più efficaci controlli da parte di ASL e Polizia Locale” spiega Enpa, “potrebbero facilmente eliminare queste sacche di illegalità troppe volte tollerate”.

Il randagismo a Milano è una realtà assente” prosegue Enpa, “mentre non è purtroppo assente la pessima gestione di cani di proprietà che vengono tenuti in condizioni indegne o di cani che non hanno nessuna custodia, perché nelle aree degradate i controlli sono difficili e l’attenzione arriva soltanto dopo episodi di questo genere”.

Secondo Enpa, quindi, il Comune e più in generale le autorità amministrative e sanitarie hanno il dovere di esercitare un controllo capillare di queste sacche di illegalità diffusa, che possono poi far scaturire episodi come questi, che non possono essere addebitati ai cani ma soltanto alla loro cattiva gestione da parte dei proprietari e all’eccessiva tolleranza dagli organi di controllo.

ENPA Milano” dichiara il suo presidente Ermanno Giudici “esprime la più sentita solidarietà alla famiglia dell’anziano che è stato vittima di questo assurdo incidente, rendendosi fin d’ora disponibile a collaborare per la gestione dei cani oggetto di questo episodio e per l’attuazione di un piano sinergico, che veda il coinvolgimento delle nostre Guardie Zoofile, per l’individuazione e la repressione di quelle sacche di illegalità che generano purtroppo la creazione di piccoli branchi di soggetti fuori dal controllo umano e le conseguenti disgrazie”.

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Di Redazione

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