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Forza Italia esce dalla maggioranza, Governo Letta alla prova della Legge di Stabilità

Silvio BerlusconiLe tensioni per il governo Letta non si placano. Ogni settimana sembra poter esserci un tema che rischia di lacerare il difficile equilibrio che vige all’interno della ‘strana maggioranza’. ‘Strana maggioranza’ che torna ad essere un po’ meno strana, dopo la decisione di Forza Italia di sedersi all’opposizione; il motivo è l’insistenza sul voto per la decadenza di Silvio Berlusconi. Intanto l’esecutivo è chiamato alla prova della Legge di Stabilità, sulla quale Letta & Co. hanno posto la fiducia. L’esito lo sapremo a breve. Intanto, il punto della situazione e i suoi sviluppo.

 

L’ABBANDONO DI FORZA ITALIA – Silvio Berlusconi, come più volte annunciato nei giorni precedenti, martedì 26 novembre 2013 ha deciso: Forza Italia lascia la maggioranza, per approdare all’opposizione.

– “Oggi è finito il governo delle larghe intese, si chiude una fase e si apre un nuovo capitolo nella politica italiana”. Sono queste le parole utilizzate al Senato ed alla Camera dai capigruppo di FI, Paolo Romani e Renato Brunetta.

– Della decisione erano già stati avvisati sia Enrico Letta che Giorgio Napolitano: “Abbiamo deciso di uscire da questo governo, ma prima di annunciarlo in conferenza stampa, abbiamo avvertito il presidente della Repubblica (che ci ha concesso un’attenzione di cui lo ringraziamo) e il premier Letta, che ci ha risposto invece dopo l’incontro con Putin”.

– Il motivo di questa scelta deriva in toto dalla questione della decadenza di Silvio Berlusconi: “Tutto nasce anche dal fatto che c’è stata questa determinazione nel far sì che il voto sulla decadenza di Berlusconi avvenisse il 27 novembre”, lo stesso giorno in cui si saprà l’esito sul ddl Stabilità.

 

I ‘DIVERSAMENTE BERLUSCONIANI’ – La scelta di Forza Italia di lasciare la maggioranza del Governo Letta non è stata accolta con favore dal Nuovo Centrodestra, il movimento fondato da Angelino Alfano.

– L’ex segretario del Pdl ha così commentato la vicenda: “Avevamo detto e ripetiamo che è sbagliato sabotare il governo e portare il Paese al voto, per di più con questa legge elettorale, a seguito della decadenza di Berlusconi”.

– Infine, Alfano si è lasciato sfuggire una dichiarazione che spiega bene, semmai ce ne fosse ancora bisogno, come mai la sua ‘ala’ ha deciso di staccarsi dal resto dell’ex Pdl: “Avevamo visto giusto. Sapevamo che sarebbe finita così”.

 

UNA STABILITA’ CHE POTREBBE GENERARE L’INSTABILITA’ – Appresa la decisione di Forza Italia, il Quirinale, dopo un incontro con Enrico Letta, ha emesso subito una nota molto importante.

– “La necessità di verificare la sussistenza di una maggioranza a sostegno dell’attuale governo sarà soddisfatta in brevissimo tempo, durante la seduta in corso al Senato, con la discussione e la votazione sulla già posta questione di fiducia”.

– Fiducia che servirà per capire se il Governo Letta ha i numeri per proseguire la strada iniziata nella scorsa primavera, nonostante l’abbandono di Forza Italia. Cruciale, quindi, sarà la conta dei voti.

 

LA CONTA DEI VOTI – Con la decisione di Silvio Berlusconi di portare Forza Italia tra le forze di opposizione, l’esecutivo Letta perde 71 voti al Senato (62 di Forza Italia e 9 di Gal).

– La situazione sembra molto chiara: Letta potrebbe contare ora su 167 voti a Palazzo Madama, ossia 6 in più della maggioranza assoluta, fissata a quota 161.

– A favore del Governo Letta restano i 108 senatori del Pd, i 20 di Scelta Civica ed i 29 del Nuovo Centrodestra. In totale sono 157, ma a questi deve aggiungersi il sostegno dei 10 senatori che appartengono alle Autonomie. Il totale è di 167.

– La differenza potrebbe ampliarsi se i cinque senatori a vita (Ciampi, Abbado, Cattaneo, Piano e Rubbia) dovessero esprimersi con favore; stesso discorso per gli ‘esodati’ del MoVimento 5 Stelle, che oggi appartengono al gruppo Misto.

– Situazione molto meno complessa alla Camera, dove la soglia da raggiungere per la maggioranza assoluta è di 316 voti. Il Pd vanta 293 deputati; a questi bisogna sommare i 46 di Scelta Civica ed i 29 del Nuovo Centrodestra. Questi 368 voti, poi, potrebbero ulteriormente crescere a seconda dello schieramento dei 5 deputati del Centro democratico di Tabacci e dei 5 delle minoranze linguistiche.

– Insomma: la fiducia al ddl Stabilità sembra un obiettivo decisamente concreto per Letta & Co..

 

LE NOVITA’ DELLA ‘STABILITA” – L’obiettivo del Pd per la Legge di Stabilità è quello di contrastare la povertà con un provvedimento sperimentale: si tratta dell’introduzione del reddito minimo che dovrebbe essere finanziato riducendo la soglia delle pensioni d’oro (dai 150 ai 90mila euro), da cui attingere per il contributo di solidarietà.

– I numeri, comunque, appaiono ancora esigui. Enrico Giovannini, ministro del Lavoro, ha annunciato che per il Sia (Sostegno di inclusione sociale) saranno garantiti 40 milioni di euro all’anno per un triennio.

– Per le pensioni d’oro, il contributo di solidarietà previsto sarà pari al 6% per la parte eccedente del 14 volte il trattamento minimo dell’Inps. Salirà poi fino al 30% per la parte eccedente 30 volte il minimo Inps (circa 193mila euro annui).

– Importanti novità sono annunciate anche sul fronte della tassazione delle abitazioni. La Trise va in archivio ed il posto viene preso dalla Iuc, l’Imposta unica comunale. Resta da verificare la deducibilità ai fini Ires dei capannoni industriali. Certa, invece, l’esenzione dal pagamento dell’Imu per la prima casa, mentre bisognerà affrontare il pagamento della Iuc.

 

UNA GIORNATA DELICATA – La giornata di oggi, mercoledì 27 novembre, si chiuderà dopo le 19 quando il Senato, con una seduta unica, discuterà e voterà la proposta della Giunte sulle elezioni, con riferimento alla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi.

 

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Matteo Torti

Foto: Wikipedia.org

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