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Vertice Ue Milano: Jobs Act Renzi, emendamenti, fiducia riforma del lavoro

ParlamentoQuella di ieri è stata una giornata sicuramente travagliata per l’Italia e il governo Renzi. Il Vertice con i rappresentanti di 15 Paesi dell’Ue ha dato il via a proteste, cortei e diatribe che si sono acuite nell’aula del Senato dove è arrivato il testo del Jobs Act proposto dal premier italiano. Urla, spintoni, libri in testa a Grasso e una votazione che si è protratta fino a tarda notte.

 

INIZIA L’AUTUNNO CALDO DEI SINDACATI – L’avevamo minacciato ed è arrivato. I sindacati non si sono fatti attendere e nel giorno del Vertice Ue a Milano e nelle ore della votazione al Jobs Acts sono scesi in campo per farsi sentire.

– Nella mattinata di ieri, la capitale meneghina ha registrato violenti scontri a pochi passi dalla Fiera, dove si stava tenendo il Vertice Ue sul lavoro.

– Al corteo organizzato dalla Fiom, infatti, si sono uniti anche i centri sociali, facendo aumentare di parecchio le tacche di tensione.

– Alla base dei disordini, un gruppo di manifestati che si è staccato dal corteo principale e ha cercato di forzare il cordone degli agenti nella zona attorno a Via Traiano, ma invano: il tentativo, infatti, è fallito.

 

PROBLEMA DISOCCUPAZIONE: LA RISPOSTA DEI CAPI DI STATO – Fortunatamente, però, gli occhi sono rimasti tutti puntati sul Vertice Ue. L’Italia, infatti, presidente di turno dell’Unione Europea, ha indetto il summit per riproporre la questione del lavoro al centro delle politiche uniche europee.

– “Un’Europa che pensa solo ai vincoli è arida. Senza crescita non c’è lavoro, senza lavoro non c’è dignità, senza dignità non c’è Europa”. Sono queste le prime parole pronunciate da Matteo Renzi, che ha abbinato a all’incontro la fiducia sul testo del Jobs Act. Insomma: una mossa forte, decisa, per mostrare le reali intenzioni riformistiche nel nostro Paese.

– E la mossa sembra aver incassato i favori della cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha riconosciuto la necessità di “eliminare le barriere” del mercato del lavoro e ha sottolineato che, con il Jobs Act, in Italia “si sta facendo un passo importante” .

– Oltre al lavoro, il focus del vertice era quello del deficit/Pil. Dopo le dichiarazioni di Hollande, infatti, Renzi ha confermato che l’Italia rispetterà il vincolo del 3%, ma ha anche spiegato che questo è “un parametro datato” e, se l’Italia rispetterà le raccomandazioni Ue come, ad esempio, quella di pagare i debiti della Pa, di fatto si finirà per oltrepassare tale limite.

 

IL CAOS A PALAZZO MADAMA – Corteo, Vertice Ue e votazione del Jobs Act. L’Italia intera, ma anche il governo Renzi, hanno vissuto ieri una giornata per certi versi storica. Lunghe ore piene di nervosismo e proteste che si sono ripresentate anche a Palazzo Madama, dove il Senato si apprestava a votare la fiducia al Jobs Act.

– Prima le proteste del MoVimento 5 Stelle che ha impedito alla Boschi di finire il suo discorso, poi l’ira di Gian Marco Centinaio che ha lanciato un libro verso il presidente del Senato, Grasso, infine la rissa sfiorata tra Loredana De Petris, capogruppo di Sel, e Roberto Cociancich, senatore del Pd.

– Direttamente dal Vertice Ue, Renzi ha voluto prendere le distanze da questa sceneggiata: “Non ho parlato dei contenuti del Jobs Act, per tanti motivi. In primis perché ne stanno parlando al senato, parlando… Si fa per dire, viste le reazioni di una parte dell’opposizione fanno parte più delle sceneggiate che non della politica. Se si hanno idee diverse, si spiegano”.

– Proteste che hanno determinato anche un ritardo nella tabella di marcia. La prima chiama per il voto di fiducia era inizialmente prevista per le 21, ma nel pomeriggio i tempi si sono dilatati e l’appuntamento è stato fissato per le 23.

 

TUTTE LE MISURE DEL MAXI-EMENDAMENTO – Il Governo ha chiesto la fiducia su un maxiemendamento proposto da Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme istituzionali, sul tema del Jobs Act. Tante le novità e i dettagli, soprattutto sui voucher, sui demansionamenti e sui controlli a distanza. Vediamo le misure principali.

Riduzione delle tipologie contrattuali: è il punto focale dell’intera impalcatura del Jobs Act. Ridurre le forme contrattuali possibile, al momento circa 40, per semplificare, modificare e superare quelle forme contrattuali che non sono più coerenti con il “tessuto occupazionale e il contesto produttivo”.

Articolo 18: la questione è ancora da definire, attraverso decreti attuativi. L’idea di base è quella di prevedere, per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, una tutela crescente in relazione all’anzianità di servizio.

Demansionamenti: in caso di crisi aziendale si potrà avere un demansionamento per il lavoratore, ma  ciò potrà avvenire solo sulla base di “parametri oggettivi”, tenendo in considerazione le condizioni di vita ed economiche dei lavoratori. Ci sarà, quindi, un esplicito riferimento al mantenimento delle condizioni salariali.

Sgravi per chi assume: il maxi-emendamento prevede anche degli sgravi fiscali per quelle aziende che decidono di assumere a tempo indeterminato.

 

AGGIORNAMENTO 9 ottobre 2014 ore 8,00: Il Senato ha dato la fiducia al Jobs Act, approvato con 166 voti positivi e 111 voti negativi.

 

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 Matteo Torti

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