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Decreto Stadi approvato alla Camera, i club di Serie A protestano Analisi

Stadio di San SiroNon solo Jobs Act e Tfr in busta paga. La politica, in questi giorni, è tornata a occuparsi anche di calcio. E non stiamo parlando delle note vicende post Juventus-Roma, ma del decreto legge sulla sicurezza negli stadi in Italia. La Camera, con 289 voti a favore, 144 contrari e 2 astenuti, ha approvato il testo del decreto che ora passerà al Senato dove dovrà essere approvato entro Martedì 21 Ottobre per poter entrare in vigore. Da subito è montata la protesta della Lega Calcio e dei club di Serie A, ma quali sono le misure contenute in questo decreto?

 

IL VIA LIBERA DOPO LA FINALE DI COPPA ITALIA – Stiamo parlando del decreto legge 119/14, varato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano dopo gli indecenti fatti accaduti dello scorso 3 Maggio durante la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina all’Olimpico di Roma.

– Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 22 Agosto, è stato salutato dallo stesso Alfano come un atto che ha centrato l’obiettivo: “Restituiamo il calcio agli italiani. Fuori i violenti dalle curve. Dentro famiglie e bambini. Da oggi la palla passa agli appassionati”.

– Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giovanni Malagò, neo-presidente del Coni: “Non ci sono solo parole, ma anche fatti. Mi sembra che si vada verso una direzione che qualcuno chiama di inasprimento. Fa capire che non si sta scherzando. E mi sembra che le pene sono molto importanti”.

 

LE MISURE CONTENUTE NEL DL 119/14 – L’obiettivo del decreto legge 119/14 è chiaro: inasprire ulteriormente le pene per il Daspo.

– Le pene prevedono una durata del divieto di partecipazione alle manifestazioni sportive che può variare da uno a cinque anni; questo divieto potrà essere disposto dal questore per i “reati da stadio”, ma anche per i delitti contro l’ordine pubblico e per delitti legati a comportamenti violenti.

– Anche la condotta violenta di un gruppo e quella commessa fuori dai confini nazionali sarà punita con il Daspo. Una volta individuato il capo del gruppo, a lui sarà comminato un Daspo della durata minima di tre anni, mentre in caso di recidiva si passerà da cinque a otto anni.

– Importante anche la novità di dotare le forze dell’ordine, in via sperimentale, del dissuasore elettrico.

 

LA TASSA PER I CLUB – Fin qui tutto bene e tutti contenti. La diatriba è nata con l’inserimento, nel dl stadi, di una tassa per la sicurezza negli stadi a carico delle società sportive.

– Il 29 Settembre scorso, infatti, la Commissione affari costituzionali alla Camera ha stabilito che una parte degli incassi dal botteghino dei club, tra l’1 e il 3%, debba essere destinata a finanziare i costi sostenuti per le spese degli straordinari degli agenti di sicurezza.

– Misura confermata pochi giorni dopo anche dal premier Matteo Renzi, ma che ha visto sollevarsi da subito un coro di proteste tra le società di calcio: “Si tratta di una vera e propria tassa a carico delle sole società sportive, per la fornitura di un servizio pubblico previsto per legge e quindi in contrasto con la Costituzione”.

 

QUI NASCE LA PROTESTA – Una polemica annunciata, praticamente scontata. La Lega Calcio, appreso il testo approvato dalla Camera lo scorso 10 Ottobre, ha subito chiesto l’abolizione della norma che prevede oneri a carico delle società. Il motivo? “Si tratta di una norma anticostituzionale”.

– “La Lega chiede, senza indugio, che, nella seconda lettura del disegno di legge prevista in Senato a partire da martedì 14 ottobre, l’intero testo degli articoli 3-ter e 3-quater sia definitivamente soppresso, in quanto prefigurante l’introduzione di una vera e propria tassa posta soggettivamente a carico delle sole società sportive organizzatrici degli eventi per la fornitura di un servizio pubblico (il mantenimento della sicurezza e dell’ordine pubblico in occasione di eventi e manifestazioni) non opzionale ma previsto per legge nell’interesse dell’intera collettività e, come tale, in palese contrasto col principio di uguaglianza e l’obbligo generale di contribuzione alla spesa pubblica sanciti dagli articoli 3 e 53 della Costituzione della Repubblica Italiana”.

 

L’APPUNTAMENTO – Dopo l’approvazione alla Camera, il Dl sugli Stadi approderà in Senato a partire da Martedì 14 Ottobre. Dovrà essere votato entro il Martedì successivo, il 21.

– Qualora gli articoli in questione, 3-ter e 3-quater, non dovessero essere cancellati, è probabile che i club tentino la strada del ricorso facendo leva sull’anticostituzionalità della norma.

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Matteo Torti

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