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Legge di Stabilità 2015, tutte le misure del Governo Renzi: riduzione tasse, no tagli sanità, Tfr in busta paga

EuroTante polemiche e tavoli di discussione, una lunga rincorsa e anche qualche ora di ritardo, ma alla fine il Governo Renzi ce l’ha fatta. La manovra 2015 è arrivata ieri sera sul tavolo del Consiglio dei ministri, iniziato alle 19.45 invece che alle 15 per una conference call di Renzi con Obama, Cameron, Merkel e Hollande sul tema dell’ebola. Ora la manovra passa al vaglio dell’Ue che darà il suo giudizio su tutte le misure in essa contenuta. Si attende il verdetto di Bruxelles.

 

LA PRESENTAZIONE SU TWITTER – “La differenza tra la finanziaria 2014 e quella del 2015 è che ci sono 18 miliardi di tasse in meno. Tutto qui. L’Italia riparte”. Un tweet da 127 caratteri per spiegare la Legge di Stabilità 2015.

– “Tolgo l’articolo 18, i contributi e la componente lavoro dall’Irap. Mammamia, cosa vuoi di più. Ti tolgo ogni alibi e ti do una grande occasione. Per chi vuole assumere verranno meno tutti gli alibi”: così il premier Matteo Renzi ha voluto sintetizzare alcune delle misure previste nella manovra finanziaria per il 2015.

 

TUTTI I NUMERI DELLA LEGGE DI STABILITA’ – Una manovra da 36 miliardi di euro, contro i 30 inizialmente previsti.

– La ripartizione è semplice: 18 miliardi per la riduzione delle tasse e del costo del lavoro per le imprese; 10 per la stabilizzazione del bonus da 80 euro; 6,5 miliardi per azzerare la componente del lavoro dell’Irap; 1 miliardo per la decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato a tutele crescenti; 500 milioni per rafforzare gli sgravi per le famiglie numerose.

– Poi troviamo altre voci come le spese indifferibili, si va dal 5×1000 alle missioni internazionali di pace, che pesano per 6 miliardi, 1 miliardo per assumere precari nella scuola, 1,5 miliardi per gli ammortizzatori sociali e il rinnovo dell’ecobonus e 500 milioni per la ricerca e l’innovazione.

 

LE COPERTURE DELLA FINANZIARIA – Una finanziaria, almeno ad oggi, ricca di misure e di interventi interessanti che però possono essere realizzati solo trovando le adeguate coperture.

– Renzi intende coprire la manovra con tagli alla spesa pubblica per 15 miliardi, di cui 6 miliardi dovrebbero provenire dalle Regioni e dagli enti locali; poi altri 3,8 miliardi arriveranno da misure di lotta all’evasione fiscale, anche se potrebbe esserci spazio per un aumento della tassazione della previdenza integrativa.

– Volendo rimanere al di sotto del 3% di deficit/Pil, per arrivare ai 30 miliardi di euro annunciati ne mancano ancora 14. Di questi, 11,5 miliardi saranno trovati utilizzando la leva del deficit, mentre gli ultimi 3,6 miliardi saranno la conseguenza di una rimodulazione delle rendite finanziarie; ma questo punto è ancora da chiarire.

– Confermato anche il “cuscinetto di sicurezza” che servirà a coprire eventuali richieste dell’Ue.

 

LEGGE DI STABILITA’: LE MISURE PRINCIPALI – La misura su cui si è maggiormente dibattuto è quella che riguarda il Tfr in busta paga.

– L’anticipo in busta paga sarà su base volontaria e il lavoratore potrà chiedere di ricevere, mese dopo mese, fino al 100% della somma maturata nel corso dell’anno. Non sarà invece oggetto di anticipo il Tfr maturato per gli anni precedenti.

– Confermato poi il Bonus Irpef da 80 euro per i lavoratori dipendenti. L’intervento viene allargato alle famiglie numerose con un unico reddito; per loro il livello massimo di reddito sale a 26mila euro lordi e arriva fino a 31mila euro per le famiglie con due figli a carico, 40mila con tre e 50mila con quattro.

– C’è posto anche per l’Irap che diventerà più leggera visto che dal 2015 il costo del lavoro sarà integralmente deducibile dalla base imponibile dell’Irap; una misura che vale, nel suo complesso per imprese e autonomi, 6,5 miliardi di euro.

 

IL MESSAGGIO ALL’UE – “La situazione è evidente – ha detto Renzi rivolgendosi all’Ue -, abbiamo inserito un aggiustamento strutturale. Ma siamo comunque disposti a dialogare con la commissione di oggi e domani. Noi siamo dentro il rispetto delle regole europee per come la Ue le ha spiegate. Se ci sono questioni specifiche comunque rispondiamo”.

– Non resta che attendere la risposta di Bruxelles.

 

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