Cultura e Società

Residenze protette per disabili, nuove strutture in via Calvino e nel quartiere Stadera

Presentato oggi alla Fondazione Cariplo il progetto “Dal dopo di noi al durante noi”, per l’accompagnamento delle persone con disabilità verso la maggiore autonomia possibile.

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“Tra i bisogni emergenti – ha detto l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna – figura senza dubbio la necessità, per le persone disabili e per le loro famiglie, di ‘residenzialità nell’indipendenza’, ossia della conquista di un’indipendenza abitativa che tenga presente la prospettiva del ‘dopo di noi’, in assenza delle figure genitoriali, e al contempo il percorso di vita di ciascuno secondo i propri sogni, speranze, priorità.”

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“Abbiamo individuato – ha spiegato l’assessore – 4 Nuclei Distrettuali Disabili nelle zone Nord, Sud, Est e Ovest di Milano, che ospitano 4 operatori sociali delle associazioni Ledha, Sir e Idea Vita che, in stretto contatto con le assistenti sociali, sono a disposizione delle famiglie che desiderano avviare il progetto di vita indipendente per i loro figli.

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In 4 Centri Diurni Disabili, inoltre, nelle medesime zone, si svolgono seminari dedicati al sostegno delle famiglie – prosegue Landi –. Attualmente le strutture residenziali sono 74: 20 a Milano e 54 fuori città con 625 ospiti complessivi (229 a Milano).  E’ in corso l’individuazione di nuove strutture residenziali: alloggi protetti e comunità alloggio che saranno inseriti nel progetto, consistenti in 14 alloggi al Quartiere Stadera e, a breve, gli alloggi/comunità alloggio in via G.Calvino”..

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“Il progetto – ha sottolineato Landi – trova la sua prima legittimazione nell’essere costituito come un ‘sistema a rete’ in cui tutti i soggetti coinvolti fanno riferimento alla persona e all’unità della famiglia di origine. Abbiamo, in sostanza, adottato un punto di vista totalmente originale. La vecchia logica del ‘dopo di noi’ centrava il focus esclusivamente sulla persona con disabilità, adottando una logica di gestione dell’emergenza a fronte di eventi luttuosi, senza prendere in considerazione e valorizzare lo strumento del progetto di vita.

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“Il nostro approccio, invece – spiega Landi – sposta il focus sulla famiglia, sui diritti della persona con disabilità, dei genitori e dei fratelli, per organizzare e attivare, tempestivamente e preventivamente, le risorse della rete. Il fine comune è preparare, anche dal punto di vista economico, la vita adulta della persona con disabilità.

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Il primo tassello – prosegue l’assessore – è la stesura del progetto di vita, la raccolta di elementi utili a definire la qualità dell’intervento, attivando  sperimentazioni residenziali finalizzate a verificare la tipologia di casa che possa rispondere al meglio alle caratteristiche della persona con disabilità, prendendo in considerazione i vincoli economici e il sistema dei servizi presenti sul territorio”.

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Agiamo dunque – ha concluso l’assessore alla Salute – su livelli differenti: in primo luogo con la diffusione nelle associazioni familiari di una cultura della progettualità rispetto al tema casa, a partire dall’adolescenza della persona con disabilità, interrogando figure parentali ancora giovani e attive; in secondo luogo stimolando la rete, facendo sistema tra gli attori del territorio pubblici e privati, per essere pronti a intercettare la disponibilità della famiglia”.

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Claudio Agorni

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