Cronaca

Progetto Legge Harlem Carroccio, provvedimenti già eseguiti da Comune nel 2010

“Fa piacere che anche il Carroccio, in Regione, si preoccupi di alcune problematiche legate al proliferare indiscriminato di alcune attività etniche. In verità, però, il progetto di legge Harlem segue analoghi provvedimenti  già messi in campo dal Comune”, dice il vicesindaco e assessore alla Sicurezza di Milano, Riccardo De Corato, a seguito del nuovo progetto di legge regionale che oggi la Lega Nord ha presentato al Pirellone

“Per mettere ordine nell’anomalo boom di aperture di centri massaggi – spiega De Corato – la Giunta, già nell’ottobre 2010, dopo avere informato la Regione Lombardia, competente in materia, aveva approvato un nuovo regolamento per disciplinare l’attività dei centri benessere, imponendo regole più restrittive (requisiti professionali, rispetto condizioni igienico-sanitarie ecc.) con sanzioni più pesanti fino alla chiusura temporanea.

“A tutela poi dell’ordine pubblico e della sicurezza di alcuni quartieri cittadini più a rischio – prosegue il vicesindaco – il Comune aveva adottato delle ordinanze che anticipavano la chiusura di alcuni esercizi commerciali, in particolare attività etniche come kebab, phone center e internet point dove, a causa di assembramenti serali e notturni, erano causati problemi di sicurezza. A seguito dei controlli nel 2010 sono state rilevate 500 violazioni ed effettuati 13 arresti e 183 denunce”.

“L’impegno dell’Amministrazione contro l’indiscriminata proliferazione dei centri massaggi, dovuta al decreto Bersani, è stata costante nel tempo, come dimostrano i dati – conclude il vicesindaco. – Ben 196 controlli, infatti, sono stati eseguiti dalla Polizia Locale nel 2010, rilevando 103 violazioni delle quali 15 penali. Inoltre, sono stati sequestrati ben 7 esercizi a luci rosse (vie Lomazzo, Giordano Bruno, Venini, Gluck,  Anfossi, Teodosio e Inama) poiché, spesso, questi  centri massaggi  sono un paravento per attività di prostituzione gestita dalla malavita cinese. Ma occorre provarlo. Perché la prostituzione non è reato. E occorre dunque dimostrare il favoreggiamento o lo sfruttamento”.

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Di Redazione

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