Cronaca

Cairoli, corteo della manifestazione studentesca; gridano: “Siamo tutti anti-fascisti”. E (inconsapevolmente) bloccano i bus sostitutivi della M1

L’occasione si è presentata a causa delle polemiche sollevate dell’evento sportivo organizzato in memoria di Sergio Ramelli, un giovane ucciso a Milano 35 anni fa. Ramelli, che all’epoca aveva 18 anni, frequentava il Fronte della Gioventù: l’organizzazione giovanile del MSI.

 

 

 

Erano gli anni 70, e il clima politico era una polveriera pronta a scoppiare.

 

Ramelli, dopo aver scritto un tema in classe dove biasimava gli omicidi delle Brigate Rosse, venne identificato come fascista, e di lì iniziarono tutti i suoi guai.

 

Fu espulso da scuola, tanto per cominciare, ma la questione non finì qui. E il 13 marzo 1975 venne prima aggredito in un bar e, poi, atteso sotto casa.

 

Mentre legava il motorino, 10 persone lo “giustiziarono”, sfondandogli il cranio a colpi di chiave inglese. Morì dopo 47 giorni di agonia.

 

10 anni dopo, per caso, durante un processo a “Prima Linea”, un gruppo di pentiti accusò il servizio d’ordine di “Avanguardia Operaia” di aver assassinato il giovane Ramelli. E uno dopo l’altro emersero i nomi dei responsabili, arrestati e, a quel punto, rei confessi.

 

Oggi, un centinaio di studenti milanesi e’ sceso in piazza per dire “fuori i fascisti dalle nostre scuole”.

 

Il corteo, partito alle 9.30 da piazza Cairoli all’urlo “siamo tutti antifascisti”, e’ giunto in piazza Duomo e si è poi diretto in piazza Mercanti, dove in base agli accordi si è fermato per una breve conferenza stampa. I giovani hanno percorso via Cusani, via Broletto, piazza Cordusio, via Orefici.

 

Su un furgone e’ stato appeso uno striscione con la scritta “Le scuole ripudiano fascismo e razzismo”. Dietro, gli studenti hanno sollevanto un ulteriore striscione: “Comune, Provincia, Prefettura tagliate la cultura, cancellate la memoria, sostenete i fascisti e i razzisti”.


Durante gli ultimi giorni, alcuni rappresentanti di estrema destra, promotori del raduno, si erano presentati di fronte alle scuole per un’azione di volantinaggio, e spiegare così quei terribili fatti che portarono al 13 marzo 1975.

 

Di Redazione
 
 
 
 

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