Cronaca

Moschea Milano, Shaari annuncia che fra poco chiederanno quanto promesso in campagna elettorale dall’Amministrazione Pisapia

“Secondo quanto è stato detto in campagna elettorale, speriamo nell’aria nuova che è arrivata; noi la prendiamo in parola e fra poco andremo a ‘romperle le scatole’ per chiedere le nostre istanze: avere un dialogo ed essere trattati finalmente da cittadini”.

 

Lo ha affermato il presidente del Centro culturale islamico di Milano, Abdel Hamid Shaari, a margine della tavola rotonda su “Moschea ed immigrazione a Milano“, svoltasi ieri pomeriggio a palazzo Schuster, apprezzando la presenza del consigliere comunale del Pd Andrea Fanzago.

 

Inoltre, gli esponenti di tre associazioni islamiche milanesi (la Comunità Religiosa Islamica Italiana Co.re.is., la Casa della Cultura Islamica e il Centro Culturale Islamico) si sono confrontate in un convegno organizzato dalla Scuola Superiore Universitaria Iuss di Pavia con il Centro Studi Politeia e l’Università degli Studi di Milano, dal titolo “Lo spazio del rispetto. Moschee e integrazione in Italia”.

 

Secondo quanto emerso, a Milano le persone di fede musulmana sono circa 100mila, per la maggior parte migranti. Di queste circa 5mila sono, invece, cittadini italiani convertiti all’Islam.

 

La comunità musulmana è cresciuta del 100% negli ultimi anni: si calcola che nel 2005 fosse composta da poco più di 50mila persone. Da questa fotografia è partita l’analisi di Silvia Mocchi, research assistant della Scuola Superiore Universitaria Iuss di Pavia, che ha sottolineato come manchi a Milano un luogo di culto che possa rappresentare un punto di riferimento per i fedeli musulmani.

 

Sulla mancanza di una moschea a Milano incide, secondo la ricerca, il fatto che la minoranza islamica non sia rappresentata in città da una “voce unica”: la comunità, infatti, si divide in numerosi gruppi di diverse nazionalità ed etnie, e si articola in oltre dodici associazioni e centri culturali. A ciò si aggiunge il fatto che numerosi migranti di fede musulmana non possono partecipare alle consultazioni politiche tramite l’esercizio del diritto di voto.

 

Il vento, però, “ora è cambiato”: “Le Amministrazioni passate hanno fatto di tutto per creare il mostro e non darci nessuno spazio, neanche per il dialogo, che non hanno mai voluto – ha detto Shaari. – Ma le cose non funzionano più come vuole la Lega, che è nata e si basa sulla paura, non risolvendo i problemi, ma ingrandendoli”.

 

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Di Redazione

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