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Piazza 11 settembre a Milano, i lettori esprimano la propria opinione sulla nascita di un luogo esclusivamente dedicato alle vittime della strage delle Due Torri

Dopo piazza Stati Uniti d’America, voluta in largo Donegani dall’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, all’indomani del decennale delle Torri Gemelle, ora è la volta di piazza 11 settembre. L’idea, lanciata da Guido Podestà, presidente a palazzo Isimbardi, ha avuto da subito l’accoglienza del neosindaco del capoluogo lombardo: Giuliano Pisapia.

 

PIAZZA 11 SETTEMBRE, L’IDEA NUOVA – Nel giorno del decennale del nine/eleven, durante le celebrazioni a Palazzo Isimbardi dove ha presenziato anche il neoconsole  americano Kyle Scott, è arrivata, non senza sorpresa, la proposta del presidente della Provincia di Milano.

  • Guido Podestà ha dapprima deposto una corona dinanzi a “L’uomo della luce” per poi, dal palco, invitare il neosindaco Giuliano Pisapia e il Consiglio comunale di Milano a dedicare la piazza situata davanti al Palazzo provinciale all’11 settembre, data dalla quale, come detto da Podestà: “il mondo non è stato più lo stesso”.

 

LA RISPOSTA DI PISAPIA – Il primo cittadino milanese s’è reso disponibile ad accogliere la proposta: “Considero la proposta come già accettata. La proporrò al Consiglio, dove penso che verrà approvata all’unanimità”.

  • La volontà del sindaco milanese è quella di creare un luogo destinato a ricordare in modo permanente le vittime degli attentati messi in atto da Al Qaeda, rischiando di dimenticarsi e mettere in secondo piano tutte le altre vittime delle stragi terroristiche che anche il nostro Paese e la nostra città ha dovuto subire negli anni passati.

 

“L’UOMO DELLA LUCE”: DI COSA SI TRATTA? – Un uomo a petto nudo che avanza faticosamente su una stretta ed irta lastra di metallo trasportando, non senza fatica, diciassette tubi luminosi.

  • La scultura dello spagnolo Bernardi Roig, artista esistenzialista ed intimista, è l’omaggio che Provincia e Triennale di Milano hanno fatto alla città per ricordare tutte le vittime del terrorismo e delle stragi, al fine di sedimentare una memoria condivisa.
  • L’opera, inaugurata il 27 luglio del 2008 durante l’anniversario dell’esplosione dell’autobomba di via Palestro, venne inizialmente posizionata nei giardini di Palazzo Isimbardi.
  • La collocazione definitiva venne poi decisa da una consultazione cittadina alla quale parteciparono circa 5.000 cittadini dell’area metropolitana milanese.
  • Il 9 maggio 2008, infatti, in occasione della Giornata della memoria di tutte le vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice istituita nell’anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, l’opera è stata collocata nella nuova piazzetta di via Vivaio, di fronte al Palazzo provinciale.
  • Davide Rampello, Presidente della Triennale di Milano, interpreta così la scultura dell’artista spagnolo: “Roig ha modellato un uomo che rappresenta tutti gli uomini; un individuo imponente e forte, ma al tempo stesso stanco, appesantito. I suoi muscoli non sono levigati come quelli di un atleta, ma segnati da un lento stratificarsi di sofferenze e fatiche che nel corso del tempo si sono depositate sulla carne, gonfiandola e smussandone gli angoli. Un uomo tutto bianco, come uscito da un sogno. Ma il suo pallore non esprime debolezza, quanto piuttosto una forza universale e salvifica. Un uomo che procede in salita, a piccoli passi, lungo una trave sospesa. Potrebbe cadere ad ogni istante. Ma non cadrà. Saprà sostenersi sulle proprie gambe – che poi sono le gambe di tutti – con tenacia e ostinazione. Sulle spalle regge il peso della luce, forse quella stessa luce smarrita dagli uomini. Come una sorta di Gesù laico del terzo millennio, lungo una nuova Via Crucis. Guardare l’uomo di Roig ci aiuterà ad aprire un varco di luce nel buio delle nostre anime. Ci aiuterà a scacciare l’inquietudine, prima che colpisca ancora, vestita di terrore”.

 

MILANO AMERICANA: QUESTO IL RISCHIO – Se in un primo momento la proposta ha ricevuto esclusivamente plausi, ben presto sono sorti i primi dubbi: creando piazza 11 settembre davanti a Palazzo Isimbardi, non si rischia di “smilanesizzare” l’area attorno alla sede della Provincia?

  • Su questo tema è intervenuto anche Guido Podestà, assicurando che “L’11 settembre è un simbolo universalmente riconosciuto: non si vuole escludere la memoria delle altre stragi. Al contrario”.
  • Ma se l’obiettivo de “L’uomo della luce” è quello di ricordare le vittime del terrorismo e di tutte le stragi di tale matrice, non risulta un po’ demagogico e populista lanciare la proposta, nel giorno delle celebrazioni dell’11 settembre, di intitolare tale luogo esclusivamente all’attentato delle Twin Towers? Perché non chiamarla, più semplicemente, “Piazza caduti del Terrorismo”?

 

DITECI LA VOSTRA – Dato il delicato argomento, si invitano tutti i lettori ad esprimere la propria opinione.

Matteo Torti

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