Cronaca

Esondazione Seveso, di chi è la colpa? De Corato spiega perché è successo

Cedimento_ZaraEcco cos’ha detto il vicesindaco e Assessore alla Mobilità e Trasporti Riccardo De Corato, in merito alle cause e alle motivazioni che hanno portato all’allagamento della zona Nord della città.

 

 

 

 

 

TOMBINATURE ED IMPERMEABILIZZAZIONE DEL TERRENO – “Milano è al centro di un vasto bacino idrografico che convoglia verso il centro della città gran parte dei corsi d’acqua provenienti da esso”, ha spiegato il  vicesindaco e Assessore alla Mobilità e Trasporti Riccardo De Corato. “Il rapido ed incontrollato sviluppo urbanistico dei territori a nord della città, ha determinato un consistente aumento dell’impermeabilizzazione dei terreni, comportando un enorme incremento delle portate raccolte dai corsi d’acqua Olona, Seveso, Martesana e Lambro Settentrionale nei periodi di pioggia”.

 

LE TOMBINATURE CHE NON SMALTISCONO PIU’ L’ACQUA – “Da anni tutte le tombinature che attraversano Milano non sono più in grado di smaltire le enormi portate di pioggia provenienti dai territori a nord della città, in particolare, dai comprensori di Como e Varese, che raggiungono oggi quantità dell’ordine di 80/100 metri cubi al secondo – ha aggiunto De Corato. – Milano e la zona di Niguarda sono vittime di questa situazione”.

 

LA RESPONSABILITA’ DI PIU’ COMUNI – “Il problema delle esondazioni del Seveso riguarda più province e pertanto in modo coordinato deve essere risolto: non possono essere solo i cittadini milanesi a farne le spese. E’ necessario che un’autorità sovracomunale disciplini le azioni e determini i contributi economici di tutti gli enti coinvolti. Milano è pronta a fare la sua parte, ma non può essere sola”.

 

GLI ACCORDI RAGGIUNTI NEL 1999 CON LE ISTITUZIONI, E LE PROBLEMATICHE ECONOMICHE PER REALIZZARLI – “Per affrontare questa situazione già alla fine degli anni ’80, il Comune di Milano si era prodigato per coinvolgere gli enti territoriali Provincia, Regione e Magistrato per il Po, allo scopo di realizzare interventi di difesa idraulica di Milano – prosegue il vicesindaco. – Solo nel 1999 fu avviato l’ ‘Accordo di Programma per la Difesa Idraulica di Milano’, il cui coordinamento venne assunto dalla Regione Lombardia. Nell’ambito di tale accordo si individuarono diversi interventi come il raddoppio del canale scolmatore di Nord-Ovest e del deviatore Olona. Tuttavia le limitazioni economiche hanno di fatto consentito di realizzare, per il fiume Seveso, esclusivamente il raddoppio del primo tratto del canale scolmatore a carico della Provincia di Milano.”

 

IL NUOVO ACCORDO DEL 2009 E LE PERSISTENTI MANCANZE ECONOMICHE – “Nel 2009 – sottolinea ancora De Corato, –  per cercare di rilanciare l’Accordo di Programma, ne è stato siglato uno successivo, attualmente attivo, con gli stessi Enti e sempre coordinato dalla Regione Lombardia. In questi anni il Comune di Milano, nell’ambito dell’Accordo di Programma ha proposto il progetto redatto da Metropolitana Milanese spa di un canale scolmatore che, partendo a monte della zona nord-est di Niguarda, trasferisse parte delle piene dal Seveso al Lambro, a sud della città; progetto accantonato per motivi economici e per alcune riserve tecniche da parte dell’Autorità di Bacino”.

IL RIMPALLO DELLE COMPETENZE – “Sulla base degli studi eseguiti, tutti i possibili interventi per eliminare definitivamente le esondazioni del Seveso, quali ad esempio il potenziamento degli scolmatori esistenti e la realizzazione di vasche di laminazione che raccolgano le piene, sono stati individuati quindi a monte di Milano, lungo l’asse del fiume o nelle adiacenze del canale scolmatore di Nord-Ovest – conclude il vicesindaco. – Le azioni devono essere approvate nell’ambito dall’Accordo di Programma, in particolare da parte della Regione Lombardia e dell’autorità di bacino del Po, poiché questo non è un problema esclusivo di Milano, tant’è che ieri, in rappresentanza del Sindaco Moratti, ho richiesto che venisse convocato un incontro urgente con i componenti del tavolo per la risoluzione dei problemi idrogeologici per sollecitare l’avvio immediato degli interventi”.

 

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 Di Redazione

 

 

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