Cronaca

Redditometro e Reddi-test contro evasione fiscale, il programma dell’Agenzia delle Entrate

EuroIl debutto tanto atteso è arrivato; nella mattinata di martedì 20 novembre 2012, l’Agenzia delle Entrate ha presentato l’auto-redditometro, chiamato anche reddi-test; l’obiettivo di questa applicazione è quella di verificare, per ogni cittadino, se le spese sostenute e le entrate sono tra loro compatibili. Subito sono sorti degli interrogativi: dove si scarica? È gratuito? Come funziona? Sarà garantita la privacy? Se il risultato è “incoerente”, mi vengono a prendere?

 

UNA DISTINZIONE: REDDITOMETRO VS. REDDITEST – Prima di procedere con l’articolo, riteniamo di fondamentale importanza andare a precisare la differenza esistente tra redditometro e redditest. Questa precisazione è d’obbligo per evitare confusioni sugli scopi e gli utilizzi dell’uno e dell’altro.

– Il primo, il redditometro, è lo strumento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per verificare la coerenza tra il reddito familiare dichiarato e le spese sostenute annualmente da una famiglia.

– Il secondo, il redditest, è invece un applicativo “casalingo”, scaricabile da Internet, che consente al singolo cittadino di effettuare un auto-test sulla propria posizione fiscale.

– Sarà quindi il primo, il redditometro, oggetto di attività dell’Agenzia delle Entrate per verificare posizioni fiscali incoerenti tra redditi dichiarati e spese sostenute che sono passibili di rappresentare situazioni di evasione. Il secondo, il redditest, come vedremo nei prossimi paragrafi non è utilizzato a questo scopo.

 

SCARICARE IL REDDI-TEST – Il reddi-test può essere scaricato direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate a questo link (http://redditest.agenziaentrate.it/).

 

NUOVO REDDITOMETRO E REDDI-TEST: DI COSA SI TRATTA? – Spariscono i vecchi coefficienti che portavano, ad esempio, la banca a contare più del camper; il nuovo misuratore del reddito valuterà, attraverso 100 voci riconducibili a sette diversi gruppi di spesa, le spese annuali sostenute e le comparerà con il reddito familiare dichiarato o da dichiarare.

– Come abbiamo detto nelle righe sopra, le 100 voci di spesa vengono classificate in sette gruppi: abitazioni, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, investimenti mobiliari e immobiliari netti ed altre spese significative.

– Oltre alle uscite sostenute nel corso dell’anno oggetto di indagine, il nuovo redditometro dell’Agenzia delle Entrate prevede l’inserimento di informazioni riguardati la composizione del nucleo familiare, l’area geografica di residenza, i risparmi e gli incrementi patrimoniali.

– Il reddi-test, invece, consentirà al singolo cittadino di verificare autonomamente ed in modo del tutto anonimo la propria coerenza fiscale ottenendo un risultato, immediato e molto esplicativo, che dire se spese e ricavi sono tra loro coerenti (luce verde) o no (luce rossa).

– Una volta completati tutti i campi – come viene spiegato dall’Agenzia delle Entrate – “l’applicazione stima il reddito familiare e, sulla base di serie statistiche riferite ad un campione di 22 milioni di famiglie, attribuisce alle voci di spesa un coefficiente che misura la relazione tra il reddito e l’elemento di spesa conosciuto e gli altri dati noti, ricostruendo, in questo modo, le informazioni mancanti, comprese quelle relative ai consumi indispensabili, come per esempio quelli alimentari”.

 

OBIETTIVI ED USI DEL REDDI-TEST – Nella giornata del debutto sulla Rete del reddi-test, molta enfasi è stata data all’aspetto del dialogo con il cittadino; l’Agenzia delle Entrate, dopo gli incresciosi fatti che l’hanno vista protagonista passiva nella primavera scorsa, ha deciso di rendere pubblica una versione semplificata dello strumento da lei utilizzato per verificare la posizione fiscale dei contribuenti.

– Come fa sapere l’istituto guidato da Attilio Befera, infatti, “il ReddiTest, insomma, può rappresentare un campanello d’allarme, che permette al contribuente di correggere, eventualmente, la propria posizione fiscale prima che sia l’Amministrazione a riscontare le incongruenze, avviando controlli e invitandolo a chiarire la provenienza del denaro utilizzato per far fronte ad acquisti ‘squilibrati’ rispetto a quanto dichiarato”.

– Può quindi essere visto come uno strumento di compliance, ossia atto a prevenire il rischio connesso alla possibilità di un controllo fiscale seguito ad un comportamento illegale. Come a dire: se il risultato del test è “incoerente” (luce rossa), cerca di riequilibrare il rapporto tra entrate ed uscite, altrimenti rischi un controllo ufficiale.

 

UN ASPETTO DA PRECISARE – L’incoerenza come risultato del test in molti casi può essere determinata semplicemente dall’aver sostenuto spese troppo elevate rispetto al reddito dichiarato che, si spera, coincida con quello effettivamente percepito.

– In questo caso, che riteniamo possa essere tipico e frequente per la famiglia-tipo italiana in questi ultimi due anni, non bisognerà temere un eventuale controllo dal momento che l’aver attinto ai risparmi accantonati negli anni precedenti è facilmente dimostrabile.

– E’ lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate a spiegare questo: “La mancata coerenza non è automaticamente rappresentativa di evasione, può avere mille giustificazioni, come eredità o donazioni. Il contraddittorio potrebbe portare la non coerenza a coerenza, oppure ridimensionare l’incoerenza”.

 

MA…. MI VENGONO A PRENDERE POI? – Non nascondiamoci; la prima domanda che sarà sorta a gran parte delle persone leggendo di questo strumento è sicuramente stata questa: ma se il risultato del reddi-test mi dice “incoerente”, l’Agenzia delle Entrate mi viene a prendere?

– La risposta, ovviamente, è no. Non c’è un legame diretto tra il risultato del test ed i controlli effettuati dall’Agenzia delle Entrate; come spiega lo stesso istituto, infatti, il test “è assolutamente ‘discreto’: dei dati inseriti non rimane alcuna traccia sul web, le informazioni e la “diagnosi” saranno consultabili esclusivamente dall’interessato”.

– Come detto poc’anzi, questa applicazione è solamente un altro invito al dialogo, attraverso il quale l’Agenzia delle Entrate conferma l’obiettivo della sua azione: “contrastare l’evasione anche attraverso metodi che spingano il cittadino ad adempiere spontaneamente e correttamente agli obblighi tributari”.

– Viene quindi garantita in modo assoluto la privacy dei dati inseriti che, ovviamente, rimarranno noti solamente al contribuente e non lasceranno alcuna traccia sul web.

– Dall’Agenzia delle Entrate, però, tengono a sottolineare come il redditometro, e non il reddi-test, sarà utilizzato, con cautela, a partire da gennaio per verificare quelle posizioni in cui vi è un eccessivo sbilanciamento tra le uscite sostenute ed il reddito dichiarato.

 

LA CERTEZZA DEGLI ESPERTI – In molti, sulla Rete, hanno iniziato ad analizzare il codice del file che viene scaricato dal sito dell’Agenzia delle Entrate notando che non c’è alcun tranello: non c’è alcun collegamento con il sito dell’Agenzia delle Entrate, pertanto i risultati non vengono trasmessi all’istituzione.

 

ESEMPIO CONCRETO DI REDDI-TEST – Dopo aver spiegato tutto quello che c’è da sapere, non resta che proporre un esempio di come funziona il reddi-test, scaricabile da ieri dal sito dell’Agenzia delle Entrate. I passi per compiere l’auto-analisi sono molto semplici:

– Innanzitutto bisogna recarsi a questo link (http://redditest.agenziaentrate.it/) e scaricare sul proprio Pc l’applicazione.

– Una volta scaricata l’applicazione, sarà possibile avviarla ed iniziare il test; la prima pagina vi fornirà una breve guida su ciò che dovrete compilare nei passi successivi.

– La prima parte del reddi-test riguarda la definizione del nucleo familiare; sarà quindi questa la parte in cui specificare il numero dei componenti, la città di residenza e le entrate complessive. Bisogna precisare, come riportato dall’applicazione, che nelle entrate complessive vanno compresi i redditi esenti, i redditi esclusi (come quelli per il mantenimento dei figli a carico), i redditi soggetti a tassazione separata ed i redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta e a imposa sostitutiva

– Nella seconda parte bisognerà specificare le spese destinate alla casa: utenze, collaboratori domestici, elettrodomestici ed arredamento.

– Sarà poi la volta delle spese destinate ai viaggi, alle iniziative culturali ed ai centri benessere; entra, in questa parte, anche la domanda sul numero di cavalli posseduti dal nucleo familiare.

– Viene quindi chiesto di rendicontare gli eventuali investimenti e disinvestimenti fatti nell’anno fiscale in corso. Nella sezione successiva si passano in rassegna le spese per l’istruzione e la formazione.

– E’ arrivato il momento del verdetto del test: l’applicazione potrà affermare la coerenza delle vostre spese con lo stipendio dichiarato oppure la loro incoerenza.

 

INFORMAZIONI E DOMANDE – Per eventuali informazioni, l’Agenzia delle Entrate ha realizzato un video esplicativo sulle funzionalità dello strumento di auto-valutazione disponibile a questo link (http://www.youtube.com/watch?v=M3aLw3dNfwY) oltre ad un cartoon, disponibile a questo link (http://www.youtube.com/watch?v=vMfl2DpIi0A), dove viene data risposta alle domande più frequenti.

 

GLI ULTIMI DATI – Nella giornata di ieri, inoltre, è stato lo stesso Attilio Befera, ad affermare come una famiglia su cinque, circa 4,3 milioni di nuclei familiari, sostiene spese incoerenti con il proprio reddito.

– In un milione circa di casi, invece, la contraddizione è decisamente più sospetta: forti spese a fronte di redditi quasi nulli dichiarati.

 

INVIATECI LE VOSTRE FOTO E SEGNALAZIONI – Per le vostre segnalazioni circa incidenti, emergenze, autovelox nascosti, strade dissestate e buchi sul manto stradale, disagi sociali, odissee burocratiche, truffe, rapine, aggressioni, zone carenti di sicurezza, aree preda di degrado o spaccio, problematiche sui mezzi pubblici, borseggi, maltrattamenti sugli animali o altro, scriveteci e inviateci le vostre foto a redazione@cronacamilano.it

– Il nostro Staff riserverà la massima attenzione ad ogni caso, per dar voce direttamente ai cittadini, senza “filtri politici”.

 

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Matteo Torti

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