Cronaca

Sequestro 800 mila euro associazione volontariato Milano, dirigenti accusati di peculato e falso

GDFI finanzieri del Comando provinciale di Milano hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e disponibilità finanziarie, emesso dal Gip presso il tribunale di Milano, dott.ssa Maria Grazia Damanico, nei confronti del presidente e di un dirigente di un’associazione di volontariato operante nel comparto dei servizi socio-assistenziali per il territorio regionale, indagati per i reati di peculato e falso.

 

Le indagini, condotte dal nucleo di Polizia tributaria su delega del sostituto procuratore dott.ssa Maria Letizia Mannella, e coordinate dal procuratore aggiunto, dott. Alfredo Robledo, “hanno permesso di accertare che gli indagati – spiegano le Fiamme Gialle, – avrebbero falsamente attestato i requisiti necessari per il mantenimento dell’iscrizione annuale dell’associazione nel Registro Regionale del Volontariato”.

 

In questo modo, i soggetti si sarebbero appropriati indebitamente di quasi 800.000 euro, “in danno di varie aziende ospedaliere – aggiunge la Gdf di Milano, – trattenendoli per conto della stessa associazione a titolo di oneri di rendicontazione.

 

“Dagli accertamenti – precisano ancora i militari, – è anche emerso che il presidente dell’associazione in questione si sarebbe indebitamente appropriato di tre autovetture, anch’esse oggetto del sequestro dei militari, concedendole poi in uso ad alcuni dipendenti”.

 

Nell’ambito della stessa operazione sono già stati sequestrati precedentemente beni mobili e immobili per oltre mezzo milione di euro.

 

In difesa degli indagati, gli avvocati difensori hanno controbattuto che i circa 800 mila euro al centro dell’indagine non sono mai stati nelle personali disponibilita’ dei due accusati. 

 

”Occorre precisare – sottolineano i difensori, – che le somme indicate dall’Autorita’ giudiziaria come oggetto del reato sono tutte depositate sul conto corrente dell’associazione e costituiscono gli ordinari anticipi dei vari soggetti che si avvalgono dei servizi dei volontari”.

 

”Tali somme – prosegue la nota – non hanno quindi alcuna destinazione esterna […], né sono mai state nelle personali disponibilità del presidente e del direttore”.

 

”L’erronea valutazione e conoscenza delle normative – concludono gli avvocati – ha tuttavia indotto la magistratura a ritenere l’ipotesi di reato, in quanto non sono state ancora completate le procedure di rendicontazione finale per quelle specifiche somme di denaro, tutte riguardanti servizi già erogati dai volontari (…) a favore della popolazione”.

 

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Di Redazione

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