Cronaca

Sgombero rom via Montefeltro e via Brunetti Milano zona Certosa, allontanati 600 nomadi

Campo-NomadiSeicento, forse anche 700 secondo alcune fonti. Sono i rom che ieri mattina sono stati sgomberati dai due campi nomadi abusivi sorti all’incirca 9 mesi fa all’interno di due aree di proprietà privata in via Montefeltro e via Brunetti, in zona Certosa.

 

Il maxi sgombero è scattato alle 9.30, alla presenza di Polizia locale, Polizia di Stato, Carabinieri, Protezione civile, Guardia forestale, Vigili del fuoco, operatori sociali e del consolato romeno.

 

L’allontanamento ha richiesto una lunga trattativa preliminare tra il comandante dei vigili urbani, Tullio Mastrangelo, e i capi delle famiglie rom. Seppur senza disordini, le operazioni si sono concluse solamente alle 15.

 

Secondo i dati forniti dalla Questura, i rom presenti nel campo di via Brunetti erano circa 300, mentre quelli nell’attigua area di via Montefeltro circa 250. Tra di loro, però, anche una quarantina di nordafricani. Impressionante, in tutto ciò, il numero di minori presenti: circa 300.

 

Palazzo Marino ha offerto a tutti gli sfollati  la possibilità di essere ospitati nei centri di emergenza sociale di via Barzaghi e via Lombroso. Come però si è verificato molto spesso anche in passato, solo una parte di loro ha accettato di trasferirvisi. Sono 254, infatti, le persone che si sono messe in fila davanti ai banchetti dei funzionari del Comune per svolgere le procedure preliminari per il  proprio trasferimento.

 

Le ruspe hanno poi provveduto ad abbattere le rudimentali baracche e a rimuovere le tonnellate di immondizia accumulate in questi mesi. Ora, l’obiettivo è quello di mettere in sicurezza le due aree affinché non si verifichino nuove occupazioni e, tal proposito, la Polizia locale ha istituito un servizio di sorveglianza ad opera anche di agenti in borghese.

 

«Oggi abbiamo dimostrato che esiste un altro modo per togliere le favela dalla città, pur rispettando i diritti delle persone e soprattutto dei minori – ha dichiarato Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Coesione sociale e Polizia locale – È fondamentale l’accordo con le proprietà e la possibilità di utilizzare gli strumenti adottati da questa amministrazione che consentono ai privati di demolire gli stabili inutilizzati e prevenire il degrado. Un profondo cambiamento dopo anni di sgomberi e spostamenti continui privi di un progetto e di una vera soluzione».

 

Nessun entusiasmo, invece, per  Giulio Gallera, consigliere comunale a Milano e coordinatore cittadino di FI, secondo il quale  «Le modalitá dello sgombero rivelano un’imbarazzante improvvisazione, con i rom spostati poco distante, in via Barzaghi».

 

Sulla stessa linea d’onda anche il vicepresidente del consiglio comunale, Riccardo De Corato: “Come avevo ipotizzato, i nomadi sgomberati dai campi di via Montefeltro e via Brunetti sono stati trasferiti in via Barzaghi. Ecco dunque svelato l’arcano: sono stati semplicemente spostati un centinaio di metri più in là. Per i cittadini del quartiere è una vera tragedia poiché, anche dopo lo sgombero, la difficile situazione che sono costretti a vivere non migliorerà minimamente. I furti, gli scippi, la sporcizia, il degrado continueranno esattamente come prima. Ma la vicenda assume anche i contorni di una farsa: il Comune prende in giro i milanesi, mettendo una misera pezza laddove invece servirebbe un intervento serio e concreto. In pratica i nostri amministratori hanno solo cambiato di posto ai 700 rom del campo abusivo, trasportandoli nelle immediate vicinanze”.

 

Piccata la replica di Mirko Mazzali, consigliere comunale di Sel: “Ancora una volta occorre spiegare alcune cose al coriaceo De Corato, che non conosce la differenza tra un campo abusivo e un Centro di accoglienza gestito e controllato dall’amministrazione. Per lui è solo una questione di distanze. Ma la sostanza vera  è che in via Brunetti e via Montefeltro vivevano famiglie con bambini nel più ampio degrado, senza alcun rispetto delle più elementari norme igieniche con disagi anche per i cittadini della zona. Le famiglie che hanno accettato di rispettare le regole imposte dal Piano per le popolazioni Rom potranno iniziare un percorso di inserimento e intanto vivere con i loro figli in una situazione di sicurezza per loro e per tutti i cittadini”

 

Mentre, tuttavia, per la Caritas: “Lo sgombero è una sconfitta per tutti. Speriamo che ci insegni a collaborare di più, mantenendo e incrementando i tavoli di confronto su queste vicende”, altre critiche si levano dall’associazione Naga:  “Ancora una volta l’amministrazione comunale sgombera senza prevedere alternative abitative e sociali per tutti i cittadini rom coinvolti nello sgombero e quindi, di fatto, spostandoli in un’altra area dalla quale saranno poi prevedibilmente, di nuovo, sgomberati”.

 

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S.P.

 

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