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Il Progetto legalità dell’istituto comprensivo “Via Val Lagarina” di Milano, l’intervista di CronacaMilano

"La Scuola nel Parco " a Quarto Oggiaro-9Era il 22 marzo e nei giardini di Villa Scheibler, a Quarto Oggiaro, si svolgeva la manifestazione “Scuola nel Parco”, una giornata di attività aperta ai circa 450 ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Via Val Lagarina”. Giochi, attività sportive di gruppo, ma anche didattica all’insegna del sociale e della legalità con gli operatori della Croce Viola e gli agenti del Reparto Mobile della Polizia di Stato. Ideatori dell’iniziativa quattro intrepidi professori: Marzia Presutti, Gerardo Salvia, Monica Giorgini e Pierluigi Campana.

– A due mesi di distanza, proprio quando l’anno scolastico è agli sgoccioli, siamo tornati da uno di loro. L’occasione è buona per fare il punto della situazione e, magari, saperne di più su cosa significa essere un professore in quello che, al di là degli stereotipi, è considerato da sempre un quartiere difficile.

 

“IL VERO PROBLEMA SPESSO E’ LA SOCIETA’“ – “Lavorare a Quarto Oggiaro non è semplice”, conferma Gerardo Salvia, 37 anni, originario della provincia di Salerno, da un decennio insegnante di musica e di sostegno presso la scuola secondaria di primo grado del Comprensivo “Val Lagarina”.

– Ragazzi spesso descritti dalle cronache come difficili, disagiati, ribelli. Sì, in qualche caso è così. “Ma il problema principale – prosegue il professore – troppe volte arriva dalla società, dal modo distorto di concepire l’autorità, la Polizia, i Carabinieri. Tutte le istituzioni che dovrebbero tutelarci”.

– Capita così che il giorno della visita didattica organizzata al comando delle forze dell’ordine, per esempio, parte dei ragazzi se ne stia a casa. “Questo accade – ci spiega a malincuore – perché alcuni di loro hanno, talvolta, un genitore con precedenti penali alle spalle. Grazie al cielo, questo non sempre influisce sul rendimento scolastico, permetendo ad alcuni di loro, magari, di risultare anche tra i più bravi della classe”.

 

IL “PROGETTO LEGALITA'” – Il rispetto della legge è un concetto che sta molto a cuore al professor Salvia. Tanto che, da 5-6 anni a questa parte, si è fatto ideatore e promotore del “Progetto legalità”, un’importante iniziativa destinata ai ragazzi delle terze medie dell’istituto comprensivo.

– Un progetto nato quasi per caso, un giorno di qualche anno fa, con una visita al Museo dello stadio “Meazza”. Una scusa come un’altra, vista dalla parte dei ragazzi, per ottenere qualche biglietto gratis per le partite casalinghe dei loro beniamini di Milan e Inter. Trasformatasi ben presto, con la lungimiranza dei professori, in un pretesto per analizzare il concetto di legalità proprio in quelle manifestazioni della vita di tutti i giorni che, talvolta, diamo così per scontate.

 

EDUCAZIONE A 360 GRADI – “Innanzitutto – ci tiene a precisare Salvia – il Progetto legalità viene portato avanti con l’aiuto di tutti i miei colleghi, con grande abnegazione di tutti, da quando si entra in classe fino al termine delle lezioni, ogni giorno dell‘anno”.

– Obiettivo primario dell’iniziativa è quello di garantire un’educazione alla legalità a 360 gradi. Si cerca di non ignorare nessun aspetto della quotidianità, perché “il messaggio che cerchiamo di far passare ai nostri studenti è che tutto parte dal rispetto di se stessi e delle proprie cose. Se non riesco ad aver cura della mia persona, delle cose che mi appartengono, come farò a farlo con quelle degli altri?”.

 

IMPARARE AD ACCETTARE E RISPETTARE LE REGOLE – Un concetto che gli insegnanti del “Val Lagarina” cercano di estendere oltre l’aula e la scuola stessa, andando a toccare tematiche relative al nostro territorio e tutto quello che ci gravita attorno.

– “Ci sono delle regole ed è giusto che i ragazzi imparino a rispettarle – continua Salvia -. E’ una questione fondamentale. Andiamo a visitare il museo dello stadio? Bene, bisogna fare il biglietto. Arriviamo allo stadio e ci troviamo davanti ai tornelli. D‘accordo, qual è la loro utilità? Servono a favorire la perquisizione dei tifosi. E a cosa serve la perquisizione? E via di questo passo. Cerchiamo di far capire loro che legalità è un concetto presente ovunque, senza il quale non riusciremmo ad andare avanti”.

 

LA COLLABORAZIONE DELLA POLIZIA DI STATO – E il rispetto alla legalità non può non contemplare, ovviamente, gli incontri con chi, della tutela della legge, ne ha fatta una professione. “Gli agenti di Polizia che abbiamo incontrato in questi anni hanno dato un contributo a dir poco favoloso, collaborando al progetto come meglio non si poteva”, spiega il professore.

– Molteplici gli argomenti trattati durante gli incontri con le forze dell’ordine. Con il Terzo Reparto Mobile della Polizia di Stato, per esempio, “abbiamo affrontato tematiche importanti come il bullismo, i reati informatici, e l’educazione stradale. Senza dimenticare, però, anche le visite molto istruttive presso i reparti della Scientifica o della Balistica“.

 

L’INSEGNAMENTO? PASSIONE E ABNEGAZIONE – Dalle parole del professor Salvia traspaiono sentimento e devozione per un lavoro, quello dell’insegnante, sempre più bistratto e dimenticato dalla classe politica, con un contratto fermo addirittura al 2007 e gli stipendi tra i più bassi d‘Europa.

– L’abnegazione di questi professori, però, è più forte di tutto. Anche dell’indifferenza delle istituzioni verso una professione che, da qualche anno a questa parte, rimane a galla solo grazie a tanta passione e forza di volontà.

 

E LA RISPOSTA DEI RAGAZZI? – Ma i ragazzi, alla fine, i veri beneficiari di questa iniziativa, come rispondono? “Rispondono bene e con entusiasmo – conclude Salvia -. Dopo tutti questi anni posso dire che si tratta di un’esperienza sicuramente positiva e da portare avanti. Tanto che stiamo già pensando, per l’anno prossimo, di allargarla anche ai ragazzi di seconda media. E chissà, in un futuro prossimo, magari, anche a quelli di prima. Ovviamente, valutando a priori gli argomenti da trattare in base al differente grado di maturità”.

– Quello che gli auguriamo. Per raccontare, in un futuro prossimo, una Quarto Oggiaro diversa da quella che spesso si trova alla ribalta delle cronache, capace di scrollarsi di dosso l’etichetta del quartiere a priori difficile e tutti gli stereotipi del caso. Una Quarto Oggiaro più vicina alla legalità, dove i ragazzi possano davvero essere il futuro del quartiere di domani.

 

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S.P.

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