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Ronde dei cittadini Porta Venezia Milano per emergenza profughi, ammissione di colpa?

rondeSembrerebbe quasi un’ammissione di colpe. La questione, è quella delicatissima dell’accoglienza dei profughi a Milano e, in particolare, la conseguente situazione che si è creta in Porta Venezia a causa dell’arrivo di oltre 200 eritrei, e si sta allargando a raggiera in tutta la zona 3.

 

IL CONSIGLIO DI ZONA STRAORDINARIO, PER L’EMERGENZA SICUREZZA – Momenti di tensione si erano già verificati lo scorso giovedì, quando residenti e cittadini hanno preso la parola al Consiglio Straordinario indetto, in Zona 3, alla presenza degli assessori alle politiche sociali di Milano, Pier Francesco Majorino, e Sicurezza, Marco Granelli. All’ordine del giorno il gravissimo degrado causato dall’ondata di profughi sopraggiunti a Milano e che, sia in termini di ordine pubblico, sia di condizioni igieniche insostenibili, sta mettendo in ginocchio la vivibilità del quartiere.

 

LA PAROLA AI RESIDENTI: “ECCO COME SIAMO RIDOTTI A VIVERE” – Residenti, negozianti, associazioni e comitati di quartiere, esasperati, avevano spiegato agli assessori Granelli e Majorino le condizioni nelle quali si sono trovati a vivere, facendo quotidianamente i conti con problematiche di sicurezza e degrado sempre più intollerabili.

– “Abbiamo difficoltà addirittura ad entrare nei portoni delle nostre case – avevano raccontato alcuni residenti – poiché dormono sui marciapiedi e dobbiamo essere noi a chiedere loro di spostarsi, per lasciarci passare”.

– “Espletano le proprie necessità biologiche ovunque – avevano aggiunto altri –, senza il minimo rispetto per nessuno”.

– Intanto, il senso di insicurezza ha continuato a crescere, trasformando un quartiere tranquillo in una zona sempre meno raccomandabile, dove l’illegalità è diventata la regola.

 

LE RONDE DEI CITTADINI – A una settimana dalla bagarre, il primo cambiamento: le ronde civiche, eseguite direttamente dai residenti del quartiere che, messi alle strette dall’insufficienza degli interventi del  Comune, hanno deciso di cavarsela da soli.

– E’ dunque al via «Controllo del vicinato», il progetto di monitoraggio del territorio che avrà il suo centro nevralgico in Porta Venezia, epicentro dell’emergenza-profughi, estendendosi poi in tutta la Zona 3, che comprende anche corso Buenos Aires, piazzale Loreto, Lambrate, viale Abruzzi e Città Studi.

– Le “ronde” sono state organizzate dall’associazione di commercianti e cittadini Asscomm Porta Venezia (associazione antimafia composta da cittadini e commercianti) e, a partire dalla sera di giovedì 17 luglio 2014, un gruppo di minimo sei persone compirà un’azione di presidio del territorio.

– Il gruppo, avvalendosi anche di un’auto e 2 motorini, sarà contraddistinto da una pettorina e, i volontari, saranno dotati di fischietto e spray anti-aggressione.

 

LA REAZIONE DELLA GIUNTA – La posizione dei residenti della Zona 3, quindi, è molto chiara, e non si risparmia anche il presidente di Asscomm Buenos Aires, Luca Longo, che al di là di schieramenti politici punta il dito su un’Amministrazione cittadina “fallimentare”, che “ha nascosto quanto sta succedendo”, mentre la vivibilità sul territorio milanese diventa sempre più difficile, con una situazione di sicurezza fuori controllo e la mancanza di un deterrente in grado di scoraggiare l’illegalità sempre più evidente, dalla periferia fino al Quadrilatero della Moda, centro del lusso meneghino per antonomasia.

 

LA REAZIONE DEL COMUNE – Dopo il biglietto da visita della nuova giunta che, appena eletta nel 2011, si era fatta il dovere di smantellare i pattugliamenti misti nelle 30 vie più difficili della città, al grido di battaglia: “Smilitarizziamo Milano, perché non è Beirut”, la reazione di Palazzo Marino, ora, sembra non nascondere l’ombra di una bandiera bianca su una situazione che, ormai, è diventata manifestamente ingestibile.

– E dopo che il Comune ha controbattuto ai cittadini di Zona 3 diffondendo lo stesso un comunicato stampa contenente tutti i “provvidenziali” interventi che l’Amministrazione avrebbe messo in atto per fronteggiare l’emergenza in questione, per ora le ronde dei cittadini sono state, a denti stretti, accettate, nonostante l’esortazione a “non intralciare l’azione delle Forze dell’Ordine”.

– In merito, invitiamo tutti i lettori a esprimere la propria opinione: scriveteci e raccontateci cosa avviene, davvero, nel vostro quartiere. Vi daremo voce, scrivendo cosa succede nella Milano vissuta ogni giorno dai milanesi, e non dai politici e i loro abili uffici stampa.

 

AGGIORNAMENTO del 18 luglio 2014 – Dopo l’annuncio della nascita delle ronde cittadine in Porta Venezia, il Comune ha replicato a Luca Longo (presidente dell’Asscomm Porta Venezia e promotore dell’iniziativa) sostenendo che, Palazzo Marino, ha “contatti costanti con Croce Rossa Italiana” rispetto alla gestione dei profughi in Stazione Centrale a Milano. Basito il Presidente regionale della CRI, Maurizio Gussoni che, in merito, smentisce tassativamente (ancora) qualsiasi contatto tra il Comune di Milano e la Croce Rossa:

– La nota del Comune – “Vanno respinte al mittente le accuse rivolte oggi (16 luglio 2014, ndr) al Comune, dal presidente dell’Asscomm Porta Venezia, Luca Longo – ha dichiarato Palazzo Marino in una nota. – È falso che questa Amministrazione non abbia coinvolto la Croce Rossa Italiana nell’accoglienza dei profughi siriani ed eritrei e che non abbia dato assistenza a queste persone. I contatti tra operatori dei Servizi sociali del Comune e della Croce Rossa Italiana (Comitato Provinciale di Milano) sono stati costanti fin dall’inizio dell’emergenza, e la stessa CRI è stata invitata a partecipare alla procedura selettiva indetta dal Comune per la gestione del presidio fisso attivo in Stazione Centrale (hub), vinto dalla Cooperativa Universis. Si ricorda che da ottobre ad oggi il Comune, con Caritas Ambrosiana e organizzazioni del Terzo Settore, ha assistito e accolto più di 14.500 profughi, 4.000 dei quali eritrei”.

– La risposta, sbigottita, del Presidente Regionale della CRI – “Sono francamente stupito che questa vicenda continui a destare attenzione – ha replicato il Presidente regionale della CRI, Maurizio Gussoni.- Non posso che ribadire che la Croce Rossa, comitato provinciale e comitato regionale, non ha mai ricevuto alcunché da parte del Comune di Milano. Mi riferisco alla richiesta di partecipazione alla selezione per l’affidamento del centro accoglienza della stazione centrale. Avranno pure una ricevuta di raccomandata o di mail, in Comune? In ogni caso preciso che un ente pubblico non ha alcuna necessità, se desidera collaborare con Croce Rossa Italiana, di espletare qualunque tipo di gara o di selezione. Come moltissimi altri enti fanno per legge, per Croce Rossa è previsto l’affidamento diretto. Devo anche smentire i rapporti continui tra Comune di Milano e Croce Rossa Italiana. Al contrario, i contatti sono assolutamente sporadici e non riguardano il problema dei profughi attualmente presenti in città. Mi auguro che con questo si metta la parola fine a questa inspiegabile diatriba che, per quanto ne so, trae origine da motivi diversi da quelli dell’accoglienza o dello lo spirito umanitario”.

 

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– Il nostro Staff riserverà la massima attenzione ad ogni caso, per dar voce direttamente ai cittadini, senza “filtri politici”.

 

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