CronacaCultura e Società

Murales Pao cancellato Milano, è questo che succede quando le istituzioni si fanno sostituire dai cittadini?

Graffito PaoLa “gaffe” risale a sabato 16 maggio 2015, quando un gruppo di volontari impegnati per l’iniziativa “Bella Milano” aveva cancellato il murale dello street artist Pao, dipinto sui muri di via Cesariano nel 2001. L’opera tornerà, e lo stesso Pao ha spiegato di essere stato contattato “dall’assessore Maran, che si è scusato dell’incidente e mi ha chiesto la disponibilità perché il murale venga ripristinato, questa volta con tutti i permessi. Con piacere riporteremo il sorriso sui muri e sul volto dei bambini”. E’ questo che succede quando i cittadini (seppur con lodevole buona volontà) si sostituiscono alle Istituzioni?

 

L’incidente si è verificato durante il cleaning day collettivo “Bella Milano”, nato dopo l’iniziativa dello scorso 3 maggio “Nessuno tocchi Milano”. Lanciato l’appello di nuova partecipazione dall’Amministrazione comunale, ben 1300 i cittadini volontari si sono impegnati ancora, questa volta per ripulire ben 200 luoghi della città, seppur con il sostegno di MM e, come comunicato sullo stesso portare del Comune, “Il Comune di Milano, oltre al coordinamento di tutte la iniziative, ha seguito tramite il NUIR tutte le iniziative dei cittadini offrendo supporto tecnico e materiale alle associazioni”.

 

Seppur non si tratta del muro più bello che io abbia realizzato rimane uno dei più sentiti, proprio per la sua funzione sociale – ha scritto Pao ricordando come era nata l’idea di ‘dipingere’ i muri in un’iniziativa che aveva coinvolto anche i bambini della zona -. L’estetica della città necessita di spazi di colore, che alimentino la fantasia e il buon umore, questo non vuol dire che si debba colorare tutti i muri, ma un parchetto frequentato da bambini è un luogo che per sua natura e funzione deve essere colorato. Mi dispiace per i maniaci dell’ordine e del monocromo, ma luoghi come via Cesariano ed il suo murale sono necessari alla città, per la salute mentale dei suoi abitanti e per lo sviluppo creativo dei suoi bambini”.

 

-“L’intervento di ieri dei volontari di Retake Milano – aggiunge ancora Pao -, è stato quanto meno avventato; certo il murale era scolorito, con qualche pasticcio sopra, ma è evidente che per molti era ancora preferibile al noiosissimo rosa pallido che hanno scelto. Non era meglio prima parlare con i residenti? E magari contattare chi quel muro aveva dipinto, se pur senza permesso ufficiale, con il consenso dei fruitori di quello spazio? Spero che questo episodio possa portare ad un passo avanti nella questione: se l’inquinamento visivo (tag, ma anche pubblicità, segnaletica selvaggia, obbrobri architettonici) dà fastidio alla maggioranza delle persone, è necessario capire che la città è luogo delle differenze e della convivenza, luoghi di espressione libera sono necessari e salutari quanto zone pulite ed ordinate, i graffiti e la street art non sono il male, ma a volte persino una risorsa, per una città migliore, più bella. Qualsiasi eccesso stroppia: una città coperta di tag è brutta quanto una città di un unico colore”.

 

In merito, invitiamo tutti i lettori ad esprimere la propria opinione.

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Di Redazione

Foto: mentelocale.it

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