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No centro profughi ex mercato viale Umbria Milano, Passera: “Questa giunta va avanti a tentativi”

senzatettoÈ stato ufficializzato che il mercato di viale Umbria non sarà utilizzato come centro profughi per accogliere 600 posti letto per il trimestre di aprile, maggio e giugno 2016. E la questione non ha mancato di suscitare commenti.
LA NOTA DI PALAZZO MARINO – “La determina che chiarisce la questione è stata firmata ieri pomeriggio – ha spiegato Palazzo Marino –, a conclusione della procedura per l’individuazione di 600 posti letto per il prossimo trimestre (aprile-maggio-giugno). Il numero di 600 posti letto è stato stabilito dalla convenzione tra il Comune di Milano e la Prefettura siglata a inizio 2016. Non saranno quindi messi a disposizione ulteriori posti letto”.
IL COMMENTO DI CORRADO PASSERA – «Occorre trovare velocemente una soluzione per la presenza e l’accoglienza dei profughi a Milano, avendo sempre chiaro che la priorità deve essere quella della sicurezza dei cittadini – ha commentato il candidato sindaco con una lista civica indipendente, Corrado Passera.
– “Non è infatti pensabile fare come questa Giunta che va avanti a tentativi – aggiunge Passera –, nella speranza di riuscire a non scontentare nessuno spostando persone che fuggono da guerre e drammi personali come fossero pacchi.
– “Allo stesso tempo – ha proseguito Passera –, è incomprensibile la posizione della destra, che a ogni spostamento dei profughi da un luogo a un altro festeggia come fosse una vittoria politica, senza proporre soluzioni concrete che vadano più in là di un generico “rimandiamoli a casa loro”».
– «Bisogna smettere con le soluzioni emergenziali – ha concluso Corrado Passera –, con l’arrivo della bella stagione il flusso dei profughi è destinato ad aumentare, i dati a oggi disponibili dicono che nel 2016 è stato registrato l’80% di arrivi in Italia in più rispetto allo scorso anno, ed è quindi necessario studiare per Milano un approccio in grado di garantire sul lungo periodo un’accoglienza dignitosa ai profughi e che allo stesso tempo non interferisca con la quotidianità e la sicurezza dei cittadini e con gli indispensabili piani di sviluppo della città».

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