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Maxi operazione Gdf Milano per traffico di droga e riciclaggio, arrestate 13 persone

Il Nucleo di Polizia Tributaria di Milano della Guardia di Finanza ha dato esecuzione in data odierna all’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Milano, dott.ssa Teresa De Pascale, di custodia cautelare in carcere nei confronti di 13 soggetti, nati in:
– Egitto nel 1953;
– Siria nel 1973;
– Siria nel 1965;
– Siria nel 1991;
– Siria nel 1996;
– Egitto nel 1985;
– Egitto nel 1986;
– Egitto nel 1977;
– Marocco nel 1966;
– Marocco nel 1978;
– Egitto nel 1970;
– Egitto nel 1957;
– Siria nel 1985,
I soggetti sono stati indagati per i reati di cui agli artt. 416 c.p., 648-bis c.p., 131-ter (114 sexies e 114 nonies) D.lgs n. 385/1993, aggravati dalla transnazionalità ex. artt. 2, 3 e 4 Legge n. 146/2006.
Sono state eseguite, altresì, numerose perquisizioni in Lombardia, in Piemonte, nel Lazio e in Ungheria, nel corso delle quali è stato sequestrato denaro contante per un controvalore complessivo di circa euro 1 milione (euro, dollari e altre valute straniere), ed è stata data attuazione al decreto di sequestro preventivo – anche per equivalente – finalizzato alla confisca emesso dal medesimo GIP delle disponibilità degli indagati sul territorio nazionale ed in Ungheria, fino a concorrenza del profitto del reato di riciclaggio quantificato allo stato in euro 3.937.925,00.
Le indagini, nonostante l’elevato grado di complessità, hanno consentito di pervenire all’individuazione di un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di proventi illeciti – provenienti da traffico di sostanze stupefacenti, delitti in materia di immigrazione clandestina ed altri reati – nonché all’esercizio, in assenza delle autorizzazioni di legge, dell’attività di prestazione di servizi di pagamento, attraverso uno specifico sistema. Le investigazioni hanno visto anche la collaborazione (tuttora in corso) dell’Autorità Giudiziarie Ungherese.
Le attività svolte sono state, altresì, valorizzate dal coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, e dal supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza (S.C.I.C.O.), in relazione agli elementi emersi nel corso di altri accertamenti di polizia giudiziaria condotti da diverse Procure della Repubblica nei confronti dei “clienti” dell’associazione in argomento.
Le indagini hanno tratto origine da un controllo eseguito, nel maggio del 2015 presso l’aeroporto di Milano Linate, sulla dichiarazione doganale presentata (in entrata nel territorio dello Stato) da un cittadino libico, relativa al possesso al seguito di 297.000,00 euro in contanti.
Dagli approfondimenti esperiti si rilevava come il medesimo soggetto, trovato altresì in possesso di foto, video ed email dal chiaro contenuto religioso islamista anche di tipo radicale, avesse effettuato analoghe dichiarazioni doganali – tra il 2013 e 2015 – in Germania, Francia, Olanda e in Italia per circa 50 milioni di euro.
Il successivo sviluppo delle investigazioni (che ha portato all’esecuzione di numerosi sequestri di valuta per centinaia di migliaia di euro), ha permesso di acclarare come il predetto cittadino libico fosse in contatto con una complessa e articolata associazione per delinquere, operante sul territorio nazionale con base a Milano e nel suo hinterland ed all’estero (Marocco, Egitto, Libia e Ungheria), dedita alla raccolta e al trasferimento, mediante un particolare sistema, di ingenti risorse di denaro di origine illecita .
In particolare, la suindicata associazione per delinquere, organizzata su due gruppi tra loro collegati, forniva un servizio di trasferimento di denaro illecito a carattere transnazionale operando come una vera e propria stanza di compensazione internazionale.
All’interno del predetto sistema, i clienti dell’organizzazione (soggetti responsabili di traffico di sostanze stupefacenti, delitti in materia di immigrazione clandestina ed altri reati) consegnavano le somme di denaro di provenienza illecita ai broker presenti sul territorio nazionale ricevendo, nel contempo, un codice da inviare alle controparti estere, che avrebbero ritirato i citati fondi dagli omologhi mediatori finanziari presenti nel proprio Stato di residenza.
Tale struttura clandestina di trasferimento dei flussi finanziari veniva coordinata da altri soggetti di riferimento che impartivano, di volta in volta, specifiche disposizioni ai rispettivi broker di stanza sul territorio nazionale e all’estero.
Al fine di garantire la necessaria e contemporanea liquidità all’interno del suindicato sistema, l’associazione spostava ingenti quantitativi di denaro tra i vari Stati interessati dalle transazioni finanziarie avvalendosi di cash courier.
Contestualmente alle suindicate attività, in relazione a un procedimento penale connesso al citato procedimento, inizialmente instaurato presso la Procura della Repubblica di Venezia e successivamente trasferito per competenza territoriale alla sede di Milano, è stato eseguito martedì 28 novembre 2017 un fermo di indiziato di delitto, emesso da questa Procura della Repubblica, da parte del Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia della Guardia di Finanza nei confronti di un ulteriore soggetto, nato in Siria il 4.1.1958, indagato per i reati di cui agli artt. 110 c.p., 648-bis c.p. e 131-ter D.lgs n. 385/1993.

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