Cultura e Società

Scuola via Paravia Milano, Gelmini “Pisapia non conosce la situazione, gli studenti sono già stati sistemati in altri istituti a 500 metri dalla scuola”

Non si esaurisce la brutta polemica su via Paravia, nuova miccia per il mondo politico milanese. Sabato scorso è stato il sindaco Giuliano Pisapia, durante un intervento alla Festa Democratica, a contestare vivamente il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, accusata di aver ingiustamente soppresso la prima classe della scuola elementare di via Paravia, zona San Siro, dove gli unici iscritti italiani risultavano essere soltanto 2 bambini.

 

LE ACCUSE – Il Ministro ha spiegato di aver preso la decisione in base al decreto che stabilisce il tetto del 30 per cento di studenti stranieri per classe.

  • Differente la visione del sindaco milanese Giuliano Psapia, che ha attaccato sostenendo che la chiusura «è una discriminazione» e «non si risolve così l’integrazione». Pisapia ha poi esortati genitori della zona a «iscrivere i loro bimbi in quella scuola per superare il problema dal punto di vista tecnico, anche se» ha sottolineato lui per primo, «credo che il problema sia di natura politica».
  • Rincara la dose il vicesindaco e assessore all’Educazione e istruzione, Maria Grazia Guida, che ha dichiarato: “È nelle facoltà del Comune chiedere una deroga al Ministero, laddove i bambini stranieri che compongono la classe parlino la lingua italiana. Così abbiamo fatto, proponendo anche una serie di supporti didattici e attività extrascolastiche in grado di rendere la scuola appetibile anche ai bambini italiani, ma non siamo stati ascoltati. Il Ministero ha preso questa decisione senza condividere con noi alcun percorso alternativo finalizzato all’integrazione dei bambini e non alla loro ghettizzazione”.

 

LA RISPOSTA DEL MINISTRO GELMINI

  • Il Ministro Gelmini, ieri Cernobbio per presenziare al workshop Ambrosetti, ha replicato alle accuse del sindaco Pisapia spiegando come per favorire l’integrazione «serve la presenza di studenti italiani e stranieri”, poiché “è dallo stare insieme che si fa integrazione».
  • Inoltre, bacchetta il Pisapia dimostrando quanto sia lui a non conoscere per intero com’è stata gestita la collocazione dei piccoli alunni di via Paravia, poiché «gli studenti sono già stati sistemati in altri istituti a meno di cinquecento metri di distanza da quella scuola».
  • Inevitabile, a questo punto, la conclusione del Ministro: «inutile alimentare le polemiche, ma bisogna ascoltare i mediatori culturali e gli insegnanti».

 

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI REGIONE LOMBARDIA ELIMINA IL CONTESTO POLITICO E SI APPELLA AL TESTO DELLA LEGGE

  • Davide Boni, Presidente del Consiglio della Regione Lombardia, elimina il contesto politico e si appella a quanto stabilisce la Legge: “Le leggi vigenti devono essere rispettate: inutile che si continuano ad alimentare polemiche e barricate ideologiche su un problema che è già normato a livello nazionale. Se la scuola di Via Paravia non ha i requisiti necessari per ospitare una prima classe, non ci sono ragioni per alimentare tensioni a danno unicamente dei bambini e creare così a tutti i costi una classe con la quasi totalità di alunni stranieri.
  • Dispiace che la stessa amministrazione milanese, invece di incentivare l’applicazione delle norme vigenti, stia fomentando genitori e famiglie di stranieri a contestare la situazione, senza comprendere che la vera integrazione deve prevedere, così come correttamente evidenziato anche dal Ministro dell’Istruzione, che ci siano delle classi che favoriscano il dialogo e l’integrazione. Le classi ghetto, come quelle che vorrebbe Pisapia a Milano, tolgono di fatto la possibilità agli alunni stranieri di crescere e di integrarsi con i loro coetanei italiani”.

 

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Di Redazione

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