Cultura e Società

Forum “Le OMS per gli OSM” Fabbrica del Vapore di Milano: le riflessione emerse sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e co-sviluppo

Si è svolta presso gli spazi della Fabbrica del Vapore di Milano l’interessante incontro “Le OMS per gli OSM”, forum di lancio del progetto europeo “Le Organizzazioni dei Migranti per lo Sviluppo per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio”. Padrone di casa è stato Modue Gueye, Presidente dell’associazione Sunugal. Tra i relatori  Nicolò Sivini e Chiara Davoli di GAO Cooperazione Internazionale, e prestigiosi ospiti internazionali, giunti a Milano per raccontare, in prima persona, le proprie esperienze in Europa e nei paesi d’origine.

 

Le Nazioni Unite, nel 2000, hanno fissato i cosiddetti Obiettivi di Sviluppo del Millennio, per il cui raggiungimento è stata posto il limite di Expo 2015. Gli obiettivi sono i seguenti:

Obiettivo 1: Eliminare la povertà estrema e la fame

Obiettivo 2: Raggiungere l’istruzione elementare universale

Obiettivo 3: Promuovere l’uguaglianza fra i sessi e conferire potere e responsabilità alle donne

Obiettivo 4: Diminuire la mortalità infantile

Obiettivo 5: Migliorare la salute materna

Obiettivo 6: Combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie

Obiettivo 7: Assicurare la sostenibilità ambientale

Obiettivo 8: Promuovere una partnership globale per lo sviluppo

 

A mille giorni dallo scadere del termine fissato, si è quindi posta la necessità di una riflessione collettiva tra tutti gli attori coinvolti nel progetto.

 

“Gli obiettivi del millennio sono stati troppo spesso considerati come qualcosa che riguarda solo i Paesi del Sud del mondo – ha spiegato Nicolò Sivini di Gao Cooperazione Internazionale, – mentre per affrontarli seriamente è necessario considerare come lo sviluppo colleghi i territori in modo profondo e imprescindibile, attraverso interdipendenze economiche, politiche e sociali”.

 

Proprio in questo quadro si inserisce il progetto “Le OMS per gli OSM”, co-finanziato dalla Commissione Europea, da poco avviato in Italia, Francia e Spagna, e volto a coinvolgere anche diversi paesi nel mondo, in particolare Marocco, Senegal e Mali.

 

In Italia il progetto sarà realizzato da “Sunugao”, unione di Gao Cooperazione Internazionale e Sunugal, entrambe attive a Milano e in Lombardia in iniziative di cosviluppo.

 

Il forum di lancio tenutosi alla Fabbrica del Vapore di Milano è stato quindi occasione, oltre per presentare il progetto, anche per conoscere i partner europei e le organizzazioni di migranti che operano per lo sviluppo in Europa.

 

“Gli Obiettivi di sviluppo del Millennio sono stati posti dalle Nazioni Unite nel 2000 – esordisce Chiara Davoli.  – Tuttavia, a 1000 giorni da Expo 2015, ciò che abbiamo potuto constatare è una grande impreparazione rispetto a questo argomento, a partire dalla reale conoscenza delle persone rispetto a quali siano gli obiettivi stessi.

 

“Nonostante se ne parli dal 2000 infatti, gli Obiettivi non sono stati né assorbiti né adeguatamente divulgati – prosegue Davoli. –  Sono rimasti qualcosa di molto vago e poco diffuso, al punto che a 2 anni da Expo non solo si rischia di non raggiungerli, ma anche di arrivare con una percentuale molto più bassa di quanto previsto.

 

“A prescindere dalla fotografia del macro periodo – sottolinea Chiara Davoli, – spicca l’impegno delle piccole associazioni attive nel progetto. E’ proprio qui, infatti, che si trova la chiave concreta del raggiungimento degli Obiettivi, poiché grazie al loro impegno viene portata avanti l’azione di educazione, istruzione e, in una parola, co-sviluppo, necessario a raggiungere davvero gli Obiettivi del Millennio. Da qui la necessità di rafforzare tali associazioni, realmente e quotidianamente attive per ‘fare’ educazione allo sviluppo in Europa e nei Paesi d’origine, diventando vere e proprie ambasciatrici di co-sviluppo.”

 

Presente al lancio del forum alla Fabbrica del Vapore anche Caterina Sarfatti, del Comune di Milano. “Il Comune di Milano è molto impegnato sul co-sviluppo – ha detto Sarfatti, – e dal 2007 ha un programma che permette di finanziare progetti in questo senso, anche grazie al fondamentale aiuto di diversi istituti, come Fondazione Cariplo.

 

“Ciò che come Comune vogliamo fare – ha aggiunto la rappresentante di Palazzo Marino, – è credere nell’alleanza di soggetti diversi, per portare avanti progetti nati prima della crisi ma che oggi è necessario far progredire in modo concreto. In questo senso, i bandi europei devono essere il mezzo (e non il fine) per realizzare questi progetti. Per rendere sostenibile un rapporto di partenariato concreto, quindi, è necessario, in ambito di co-sviluppo, avere la presenza di entrambi i poli, cioè la città europea e il Paese d’origine della realtà migrante coinvolta.

 

“Per quanto riguarda Milano – ha concluso Caterina Sarfatti, – è storico il legame della nostra città con la capitale del Senegal, Dakar, dove molti risultati concreti sono stati raggiunti”.

 

Grande anche l’interesse di Fondazione Cariplo che, nella persona della dott.ssa Bruna Bellini,  ha spiegato come sul tema del co-sviluppo la Fondazione lavori già da molti anni, sia con Sunugal, sia creando bandi che stimolino un interesse sempre maggiore alla collaborazione delle associazioni.

 

“Abbiamo iniziato a lavorare sul tema dell’intercultura a partire dalle scuole – ha spiegato Bruna Bellini, – poiché sono sempre più i migranti che mandano i propri bambini nelle scuole del nostro Paese. Da qui la scelta di incoraggiare e apportare un sostegno concreto, fresco e attivo alla coesione, all’integrazione e alle relazioni tra migranti, attraverso l’attività di associazioni che prevedano il rapporto tra Paese d’origine e città europee”.

 

E’ poi il turno degli ospiti internazionali, partner del progetto e giunti a Milano per raccontare la propria esperienza sia in Francia che nei Paesi d’origine.

 

Tra questi parlano Emilie Blondy  (GRDR), Bamba Sissoko, (Presidente di CADERKAF), Amadou Daff (Presidente FADERMA), Abdallah Zniber (Presidente di IDD) e Oumar Konate (Sunugal Senegal).

 

I racconti che narrano al pubblico parlano di associazioni nate dalla voglia di riunire le tante realtà migranti presenti su diversi territori e riunitesi, poi, sotto l’egida di un’unica associazione, in modo da portare coerenza e coesione nelle attività svolte, al fine di creare un’azione comune concretamente in grado di portare sviluppo.

 

CADERKAF, ad esempio, nata nel 2009, raccoglie oggi ben 300 associazioni, ha spiegato Bamba Sissoko; mentre Amadou Daff si sofferma sul monitoraggio dei fondi ricevuti dalle realtà associative, necessario per essere sicuri che i progetti vengano messi in atto concretamente, in particolare per creare un ponte tra le istituzioni francesi e i Paesi d’origine delle relative associazioni di migranti. Abdallah Zniber, infine, concentra l’operato della sua associazione sullo sviluppo umano, fondamentale per mettere in atto azioni che coinvolgano le popolazioni locali e le pongano quindi in relazione con quelle ‘globali’.

 

Tra gli interventi degli ospiti internazionali è stata senza dubbio suggestivo il racconto di Oumar Konate, responsabile dell’installazione e del funzionamento dei pannelli solari in Senegal, per l’associazione Sunugal.

 

“Attraverso il mio lavoro ho la vicinanza delle popolazioni, che mi vedono come se fossi io l’ideatore di tutto – ha spiegato Konate. – Invece io sono lì grazie al lavoro di tutti voi – ha aggiunto rivolgendosi ai presidenti delle associazioni presenti.

 

“La speranza delle popolazioni in voi, infatti, è grandissima – ha proseguito Konate. – Girando per i villaggi abbiamo potuto realizzare, col sostegno di Sunugal, sia i pannelli solari, che obiettivi in ambito di prevenzione di malattie, conservazione di vaccini e di campioni di sangue raccolti. Tutto questo è stato possibile grazie all’istallazione dei pannelli, e al sostegno di Sunugal e dell’ospedale di Karaki, riuscendo anche a diminuire il tasso di mortalità infantile.

 

“Abbiamo anche potuto fare progetti test e istallare strutture per raccogliere e mantenere l’acqua piovana – ha raccontato ancora Konate, – permettendo ai villaggi di continuare a compiere il proprio lavoro oltre i soli 3 mesi della stagione delle piogge, e diventando così credibili per le banche e per i finanziatori. In questo modo, le popolazioni locali possono accedere a prestiti a tassi sostenibili, diventando produttivi anche fuori stagione e permettendo ai contadini di lavorare tutto l’anno, rimanendo nelle proprie case ed evitando di andare nelle metropoli.

 

“In più, fondamentale anche l’istallazione delle reti internet – ha concluso Oumar  Konate. – Poiché, dove l’ho installata, ho potuto riscontrare subito un grandissimo risultato, sia rispetto all’educazione dei bambini, sia riguardo alla capacità di finanziare altri villaggi in soli 6 mesi. In questo modo, il progetto riesce ad autorifinanziarsi da solo, dando davvero la libertà ai popoli

 

Concludiamo questo primo appuntamento con il progetto “Le OSM per gli OSM” con le parole di Gao Cooperazione Internazionale: “La culla in cui nasce il nostro progetto è il percorso che le nostre organizzazioni seguono da tempo, analizzando, sviscerando, e nello stesso tempo sostenendo azioni di cosviluppo. In questo ambito operano soggetti straordinariamente capaci di promuovere iniziative di sviluppo transnazionali ‘dal basso’, interessati a confrontarsi per formare/formarsi e promuovere e migliorare il loro lavoro. La partecipazione agli eventi della rete Eunomad, che abbiamo avuto l’onore di svolgere in Italia ed in particolare a Milano, ne sono testimonianza. Intraprendendo questo nuovo percorso, riconosciamo, come punto di partenza, che questi soggetti – Associazioni di migranti, organizzazioni della società civile, Enti locali che dedicano attenzione e risorse ad attività di cosviluppo – siano i più indicati per ri-discutere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, ormai in scadenza, ed è ora che essi siano ascoltati affinché possano proporre idee per uno sviluppo più efficace ed equo. Le loro reti, le loro continue e appassionate riunioni sono universi imprescindibili di consultazione in cui si può intravedere qual è il percorso che potrebbe finalmente dare senso e rendere possibili gli obiettivi sottoscritti più di 13 anni fa dalla maggior parte dei governi del mondo. Questo nuovo progetto si vuole configurare come un passo successivo nel cammino finora indicatoci dalla rete Eunomad, in cui ci si incontra per discutere delle iniziative di cosviluppo, rafforzarle e agevolarle. Il passaggio successivo è far si che quelle iniziative che hanno soddisfatto i reali bisogni delle popolazioni insieme alle quali sono state realizzate, siano assunte come riferimenti per proporre un nuovo approccio alle azioni di sviluppo. In questo panorama possiamo affermare senza dubbio che il cosviluppo è uno strumento, un approccio, per leggere dinamiche più ampie e per proporre modelli alternativi, migliori (si spera) di vita e per promuovere una Cittadinanza globale, intesa come ricerca e garanzia dei diritti fondamentali per favorire lo sviluppo delle popolazioni, prima dello sviluppo delle economie”.

 

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Valentina Pirovano

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