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Concerto percussioni Milano sabato 19 ottobre, il maestro DouDou N’diaye all’Auditorium di Largo Mahler, info biglietti e prenotazioni

DouDou 19 ottobre 2013E’ il maestro assoluto del sabar, il tipico tamburo di origine senegalese e, se vogliamo essere più precisi, dell’etnia Wolof, la più diffusa nel Paese. Nonostante gli 83 anni suonati, non ne vuole ancora sapere di attaccare la bacchetta al chiodo, tanto che la sua passione per le percussioni continua a portarlo in giro per il globo a diffondere la musica della sua terra. E sabato 19 ottobre 2013, alle ore 21.00, nell’ambito del progetto “Carovana4Africa 2013” dell’Associazione Sunugal, accompagnato dagli African Griot (orchestra fondata dai suoi figli in Italia), con la partecipazione di Aliou N’diaye (membro dell’Orchestra Nazionale del Senegal) e Hampaté (cantautore e leader del gruppo Sahel Blues), sarà in concerto a Milano, presso l’Auditorium Fondazione Cariplo di Largo Mahler.

 

Stiamo parlando niente meno che di DouDou N’diaye Rose, vera e propria autorità nel panorama delle percussioni che, in una carriera più che cinquantenaria, ha diffuso in tutto il mondo la fama del sabar –  un tamburo di legno dalla forma a calice e la cui sommità è ricoperta di pelle di capra – suonato generalmente con una mano ed una lunga bacchetta, ma anche con l’ausilio delle sole mani.

 

CHI E’ DOUDOU N’DIAYE ROSE – Nato a Dakar, in Senegal, il 28 luglio 1930, Mamadou N’Diaye è figlio di un griot, un termine francese che sta ad indicare colui che, all’interno delle comunità di alcuni popoli dell’Africa Occidentale, è un cantore e poeta a cui viene riconosciuto il ruolo di conservare e tramandare l’atavica tradizione orale.

– L’infanzia. Una destino segnato, quindi, il suo. Tant’è che fin dall’età di 9 anni si appassiona al sabar, un termine wolof che sta ad indicare il tipico tam-tam delle percussioni. Il giovane Mamadou ne ascolta il suono nel tragitto che, quotidianamente, da casa lo porta a scuola. Ne rimane subito rapito. Da quel momento non perde occasione per recarsi a tutte le feste, che fossero matrimoni o compleanni, pur di vedere suonatori di sabar all’opera. Ed ogni momento diventa buono per esercitarsi con il sabar. Anche a costo di saltare la scuola, cosa  che in più di un’occasione porta suo padre, un agente contabile, su tutte le furie, arrivando ad intimare al figlio di abbandonare le sue velleità di musicista.

– Il bivio. Mamadou a quel punto si trova davanti ad un bivio: sottostare alla volontà paterna o inseguire il suo sogno. Com’è facilmente intuibile, la sua scelta ricade sul sabar. Abbandonato così il tetto familiare, si trasferisce in casa dei suoi nonni che ne assecondano la predisposizione artistica. Per Mamadou è l’inizio di una vita. Da quel momento, la sua intera esistenza sarà consacrata alla musica.

– Il professionismo. Trascorrono gli anni e il talentuoso ragazzo di Dakar, a suon di concerti, comincia a far parlare di sé. Poco prima dell’indipendenza del Senegal (avvenuta nel 1960), si esibisce con la grande cantante afroamericana Josephine Baker. E nel 1960 viene nominato primo tamburo dell’Orchestra Nazionale del Senegal. DouDou, come viene soprannominato, ce l’ha fatta: è uno dei musicisti più acclamati di tutto il Senegal.

– La fama e le collaborazioni internazionali. Da quel momento, la sua fama comincia a travalicare i confini del suo Paese prima e quelli africani poi. Nel 1970, infatti, con la sua DouDou N’diaye Rose Orchestra collabora con un gigante del jazz come Miles Davis e con i grandi Rolling Stones di Mick Jagger. Anno dopo anno il suo lavoro finisce con l’essere apprezzato anche da altri grandi artisti del calibro di Peter Gabriel, Dizzy Gillespie, Alan Stivell e Bill Bruford, con cui divide palchi e studi di registrazione, passando con disinvoltura dal jazz al rock, dalla musica popolare all’avanguardia. In cinque decenni di gloriosa carriera professionistica, la sua fama diventa tale da garantirgli, pressoché all’unanimità, il novero tra i più grandi musicisti africani del XX secolo. E non è poco, se considerato che la terra d’Africa ha dato i natali a musicisti e cantanti del calibro di Miriam Makeba, Salif Keita, Youssou N’dour e Mory Kante, tanto per citarne qualcuno.

– Grande innovatore. DouDou è anche un grande innovatore. Lo studio approfondito del mondo delle percussioni lo ha portato ad inventare nuovi tipi di tamburo dando origine, così, a circa 500 nuove strutture ritmiche. Tra i suoi album più famosi citiamo “Djabote”, uscito nel 1991, registrato con il suo gruppo composto da circa 50 percussionisti, con la partecipazione delle 80 voci femminili del coro Julien Jouga.

– DouDou privato… e i suoi 43 figli. Un personaggio di questo calibro, come ogni star che si rispetti, non può non stupire anche sotto l’aspetto più privato. Sono ben 43, infatti, i figli messi al mondo da DouDou nella sua lunga esistenza. Un numero che alle nostre latitudini lascia sicuramente basiti, ma che al grande percussionista africano ha dato lo spunto per creare addirittura un ensemble orchestrale, i “Drummers of West Africa”, composto esclusivamente dai membri appartenenti alla sua numerosissima famiglia. Anche l’orchestra “Les Rosettes”, in chiave totalmente femminile, visto che è composta di sue figlie e nipoti, è da lui diretta e coordinata.

 

L’EVENTO E I SUOI ORGANIZZATORI. Il concerto che si terrà sabato 19 ottobre presso l’Auditorium di Largo Mahler si svolge nell’ambito del festival “Ottobre africano”, giunto alla sua 11a edizione. La partecipazione del grande DouDou N’diaye è un regalo al pubblico milanese reso possibile dagli sforzi dell’associazione Sunugal,  con il sostegno di Acri, Fondazione4Africa e Fondazione Cariplo.

– L’associazione Sunugal. Sunugal, che in lingua wolof significa “la nostra barca”, è un’organizzazione attiva fin dal 1990 e nata per mano di alcuni intraprendenti cittadini stranieri, per lo più senegalesi, ed italiani. Il suo scopo, oltre a fare da raccordo tra gli immigrati in Italia e le famiglie di origine rimaste in Senegal, è quello di favorire e promuovere iniziative di scambio tra i due Paesi.

– Carovana4Africa 2013. Per meglio diffondere la cultura senegalese in Italia, condividendone le problematiche relative all’immigrazione, e favorire la cooperazione, Sunugal si è impegnata nel progetto “Carovana4Africa”. Si tratta di un’iniziativa di Fondazioni4Africa lanciato tre anni fa, nel 2011, in collaborazione con quattro Fondazioni di origine bancaria (Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariparma, Fondazione Cariplo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena). Il progetto punta a favorire un confronto culturale tra i due Paesi grazie ad uno scambio non solo musicale, ma anche teatrale. Due linguaggi universali che, al di là delle divisioni linguistiche, sono ancora in grado, come la storia ci ha insegnato, di favorire l’integrazione dei popoli.

 

PER UNA SERA, L’AFRICA SEMBRERA’ PIU’ VICINA – Per tutti gli appassionati di musica africana ma non solo, l’appuntamento è quindi per sabato sera, alle ore 21, presso l’Auditorium Mahler. Per una sera, l’Africa sembrerà più vicina.

 

VENDITA BIGLIETTI E INFORMAZIONI

– Biglietteria Auditorium Fondazione Cariplo, Largo Mahler. Biglietteria: 02.83.38.94.01/02/03

– Sul sito Internet: http://www.vivaticket.it/index.php?nvpg[evento]&id_evento=1166460

– Associazione “SUNUGAL”, Via Procaccini 4 -20154 Milano, Tel. 02. 34 92 027. Info@sunugal.it

 

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S.P.

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