Salute e Benessere

Associazione Ippocrate Milano e batterio killer, si è svolto ieri l’interessante convegno ‘Epidemia da escherichia coli, il batterio killer tra mito e realtà, rischi di trasmissione e consigli di prevenzione per una corretta informazione dei cittadini’

Autorità politiche e medici spiegano storia, origini, modalità di trasmissione e di prevenzione del batterio killer, riconoscendo il ruolo fondamentale della comunicazione fatta dei media e dal mondo medico

 

IL CONVEGNO – Grazie al sostegno dell’Associazione Ippocrate, Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale che riunisce medici, specialisti e operatori del mondo sanitario lombardo, mercoledì 13 luglio alle ore 20.30 si è tenuto a Milano il convegno “Epidemia da escherichia coli, tra mito e realtà”.

  • All’incontro sono intervenuti nomi autorevoli del mondo politico e scientifico, che, coordinati dal giornalista Renato Besana, hanno sottolineato la necessità di fornire ai cittadini una corretta informazione in merito alle patologie infettive.
  • Lo scopo principale del convegno era, infatti, trovare una sintesi tra contenuti scientifici e messaggi divulgativi trasmessi dai media, che, molto spesso per esigenze sensazionalistiche, contribuiscono a gettare i cittadini nel panico e a creare ingenti danni economici (pensiamo, per esempio, ai cetrioli: ritenuti causa scatenante dell’epidemia,  per lungo tempo sono rimasti invenduti nei supermercati).

 

ESCHERICHIA COLI: CHE COS’È? – Dopo il saluto dell’On. Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia, e degli assessori Romano La Russa (protezione civile, polizia locale e sicurezza) e Luciano Bresciani (assessore regionale alla Sanità), il Dr. Claudio Farina, Direttore UOC Microbiologia e Virologia nonché Docente dell’Università Statale di Milano, ha tracciato il profilo dell’escherichia coli, più semplicemente indicato con la sigla E.coli e conosciuto da tutti come il batterio killer:

  • Si tratta di un microbo scoperto alla fine del 1800 da Ehrlich, pediatra e microbiologo, che aveva isolato questo batterio dalle feci di alcuni bambini morti per enteriti (diarrea). Dopo ulteriori analisi, Ehrlich si rese conto che l’escherichia coli era presente anche nell’intestino di bambini sani;
  • L’escherichia, inoltre, è un enterobatterio (cioè vive nell’intestino di tutti i mammiferi e dell’uomo) e, solo in condizioni di stress, può determinare problemi come diarree ematiche (con o senza perdite di sangue), colite emorragiche, cisti e complicazioni neurologiche. L’escherichia coli può dar vita anche a sintomi neurologici (si va da sottili alterazioni dello stato di coscienza fino a convulsioni e coma): dopo l’intestino, infatti, il secondo organo colpito dall’infezione del batterio è il sistema nervoso centrale;
  • La sua trasmissione avviene per via orale e fecale (questo spiega l’importanza dell’igiene personale e di un corretto lavaggio degli alimenti). Attraverso i meccanismi di trasferimento dei geni può acquisire tossine e creare problemi all’organismo, umano o animale che sia;
  • In Italia si notificano su base annua 4-5 casi di persone affette da escherichia coli con caratteristiche molto diverse rispetto a quelle riscontrate in altri Paesi europei (49 morti in tutta Europa, circa 4000 casi accertati, dei quali il 30% ha sviluppato una complicanza).

 

PREVENZIONE E RISCHIO NEGLI ALIMENTI – A seguito l’intervento del Dr. Maurizio Gallieni, Direttore UOC del reparto di Nefrologia e Dialisi e Ricercatore dell’Università Statale di Milano, che ha illustrato le conseguenze cliniche da infezione, la parola è passata al prof. Luigi Ionizzi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica. Il prof. Ionizzi ha sottolineato l’eccellenza del sistema sanitario italiano e, in particolare, di quello lombardo che, diversamente da altri Paesi, è legato alla veterinaria: “In Italia la prevenzione parte dalla produzione primaria” ha spiegato il docente, “dagli animali sani e dalla loro corretta alimentazione”.

Per rendere ancora più sicura la filiera alimentare, è inoltre necessario:

  • Eliminare qualsiasi residuo di terriccio su verdure, frutta e ortaggi (“in una piccola quantità di terra ci possono essere milioni di colonie del batterio killer”);
  • La macellazione deve avvenire in sistemi sicuri e controllati dai veterinari (“le carcasse contaminate da feci devono essere rimosse”);
  • Garantire un controllo lungo tutta la filiera, dai produttori (è molto importante l’igiene personale) ai consumatori finali (educarli, fornendo loro informazioni corrette, indicazioni pratiche, rassicurazioni e suggerimenti per il consumo degli alimenti, ecc.);
  • Rinforzare i sistemi di controllo per le merci e i prodotti importati da altri Paesi (di recente, per quanto riguarda la Regione Lombardia, è stato stipulato un accordo con il Ministero della Salute per allargare le attività di prevenzione e di controllo negli scali aeroportuali).

 

LA COMUNICAZIONE E LA RELAZIONE CON I CITTADINI – Le Dr.sse Maria Grazia Manfredi e Anna Rosa Racca, rispettivamente MMG Consigliere Ordine dei Medici di Milano e Presidente Federfarma, hanno invece affrontato il tema della comunicazione:

  • I medici di famiglia e le farmacie (circa 2800 sparse in tutta Italia) rappresentano la prima interfaccia alla quale i cittadini si rivolgono per porre domande sulle possibili minacce derivanti dal batterio killer;
  • La comunicazione di medici e farmacisti deve controbilanciare le informazioni veicolate dai media, che spesso mancano di rigore scientifico e generano “pandemie mediatiche”, come successo nel caso della mucca pazza e dell’influenza aviaria;
  • Bisogna evitare che i media trasmettano informazioni distorte, che creino falsi allarmismi e generino timori ingiustificati: la sanità deve riappropriarsi della comunicazione.

 

L’IGIENE NELLE ABITUDINI DOMESTICHE QUOTIDIANE – Secondo la Dr.ssa Manfredi non basta, inoltre, la prevenzione veterinaria, ma è necessaria anche la prevenzione casalinga. Per questo motivo, è importante:

  • Osservare le norme di igiene personale e di corretta conservazione degli alimenti;
  • Lavarsi accuratamente le mani con sapone e acqua calda, prima e dopo ogni pasto;
  • Lavare, preferibilmente con acqua calda, gli alimenti che sono venuti in contatto con la terra (riduce la carica batterica e il rischio d’infezione);
  • Trattare separatamente le carni/verdure cotte da quelle fredde;
  • In cucina utilizzare utensili e recipienti diversi per ciascun tipo di prodotto o alimento;
  • Per chi viaggia e, in particolare, si reca nella parte nord della Germania (la zona più colpita dal batterio killer), astenersi dal consumare alimenti crudi e dal bere acqua dal rubinetto fino a che non sarà accertata l’origine reale dell’epidemia;
  • Per chi è di ritorno da un viaggio in Germania, si consiglia di fare attenzione ad eventuali sintomi gastroenterinali, che si manifestano nell’apparato digerente.

 

INFORMAZIONI – Per ulteriori informazioni:

  • Associazione Ippocrate Onlus
  • Via Marcona, 39
  • 20129 Milano
  • Telefono 02-67.65.6206


Francesco Tempesta

 

 

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