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Punture e morsi di insetti: come prevenire, curare e comportarsi in caso di shock anafilattico; tutte le info

Il clima si fa più mite, l’aria è profumata, piante e fiori sbocciano: questo meraviglioso spettacolo è la primavera, che, come in molti sanno, oltre a essere la stagione per eccellenza dei pollini (per saperne di più sulle allergie stagionali, clicca CLICCA QUI), è anche il periodo in cui, complice il bel tempo e l’aumento delle temperature, si è più soggetti al rischio punture d’insetti. Scopriamo quali sono le punture più diffuse e come evitarle. E se proprio si ha la sfortuna di esser presi di mira da un piccolo e molesto insetto, niente paura perché ci sono consigli anche per i più “sfortunati”.
PUNTURE D’INSETTO: SE LE CONOSCI, LE EVITI – Prima di entrare nel merito del discorso, occorre fare una doverosa precisazione.
– Per la maggior parte della popolazione le punture d’insetti non sono pericolose, purché non colpiscano soggetti con particolari patologie (allergie incluse) o riguardino zone sensibili (come occhi, labbra, lingua e gola). In questi casi, le conseguenze possono essere anche piuttosto gravi ed ecco perché è necessario intervenire al più presto in modo tale da poter arrestare, quando si è ancora in tempo, il cosiddetto “shock anafilattico”. Ad ogni buon conto, prima di considerare questo caso estremo, procediamo per punti;
– La puntura di un insetto si riconosce dall’arrossamento e dal rigonfiamento dell’epidermide (entrambi dovuti al rilascio dell’istamina, importante mediatore chimico), accompagnato da altri sintomi locali come prurito, dolore o bruciore;
– Tali sintomi variano a seconda dell’insetto che punge: le zanzare ed i tafani provocano prurito, così come le pulci e le cimici; api, vespe e calabroni, invece, bruciore e anche dolore;
– L’intensità e la durata delle manifestazioni cutanee (infiammazioni, tumefazioni e bolle) dipendono, invece, dalla sensibilità dell’epidermide: in alcuni soggetti possono formarsi dei piccoli rigonfiamenti, che durano solo poche ore. La guarigione è generalmente più lunga in caso di morso da zecca (il tempo medio stimato è di 3 settimane).
ZANZARE & CO, ECCO GLI INSETTI CHE MINACCIANO LA NOSTRA TRANQUILLITÀ – Con il bel tempo, l’aria si addensa di pioppi e animaletti volanti – a volte anche piuttosto fastidiosi – che possono rovinare una giornata trascorsa all’aperto, in mezzo alla natura. Le punture degli insetti alle quali si è più soggetti durante questo periodo sono, in particolare, quelle di:
– Api;
– Calabroni;
– Cimici;
– Moscerini;
– Pappataci;
– Tafani;
– Vespe;
– Zanzare;
– Zecche.
RIMEDI NATURALI E LOW-COST PER EVITARE MORSI E PUNTURE – Come difendersi da questi insetti, che minacciano le nostre giornate “open air”? Ecco qualche utile consiglio che, se messo in pratica, ci può risparmiare i malesseri tipici conseguenti alla puntura o al morso di un insetto:
– Utilizzare insetto-repellenti in forma di lozioni, stick e spray (meglio se 100% naturali) o, in alternativa, fornellini elettrici (più indicati per gli spazi aperti, in giardino o sul terrazzo). In commercio esistono anche dispositivi che, se attaccati ad una presa elettrica, emettono ultrasuoni impercettibili per l’orecchio umano, ma capaci di allontanare con successo insetti striscianti e volanti;
– Con alcuni tipi d’insetti (fra cui le zanzare) sono altrettanto efficaci le fragranze a base di geranio e citronella. In alternativa alle classiche candele, è possibile acquistare a pochi euro anche speciali braccialetti che, una volta indossati, regalano sonni tranquilli, tenendo a larga “ospiti” indesiderati;
– E’ importante anche non lasciare acqua stagnante nei sottovasi delle piante ed evitare di sostare nei pressi di pozze d’acqua, ruscelli o fiumi;
– Per l’abbigliamento è preferibile indossare capi di colore bianco, kaki o altre tonalità tenui, evitando il blu, il nero e, in generale, tutti i colori accesi;
– E’ consigliabile anche evitare l’uso di profumi e lacche per capelli;
– Ricordarsi, inoltre, che molti degli insetti citati sopra attaccano l’uomo solo se vengono provocati o avvertono la sensazione di pericolo.
– In caso di puntura, infine, bisogna resistere alla “tentazione” di grattarsi, spremere o incidere la sede della puntura. Salvo rari casi, infatti, il dolore è destinato ad affievolirsi nel giro di poche ore. Per accelerare la guarigione si può comunque utilizzare una pomata antistaminica oppure contenente corticosteroidi.
SHOCK ANAFILATTICO: IMPARIAMO A CONOSCERLO MEGLIO – Lo shock anafilattico insorge se, attraverso il pungiglione, l’insetto (ape, vespa o calabrone) ha iniettato sostanze irritanti o velenose alle quali il soggetto in questione è allergico.
– Le “spie d’allarme” per riconoscere un evento di simile entità sono, oltre ai sintomi sopra menzionati, pallore, sudorazione eccessiva, nausea, vomito, orticaria generalizzata, difficoltà respiratorie e collasso circolatorio. C’è da temere lo shock anafilattico anche in caso di crampi addominali e tumefazione della lingua;
– Nell’attesa dell’intervento di un medico, il primo passo che si può compiere, con massima attenzione, è quello di rimuovere il pungiglione, servendosi di un normale paio di pinzette sterilizzate con la fiamma del fornello casalingo o la punta di un ago;
– Tale operazione va effettuata con estrema cautela, avendo l’accortezza di non rompere il sacchettino che si trova alla base del pungiglione. In caso contrario si corre il rischio di veder fuoriuscire altro veleno e di peggiorare così la situazione;
– Una volta rimosso il pungiglione, bisogna disinfettare l’area infetta e applicarvi un cubetto di ghiaccio (in alternativa, va bene anche qualche goccia di acqua fredda). Un rimedio efficace e dall’effetto praticamente immediato è quello di tamponare la zona colpita con un batuffolo di cotone imbevuto di ammoniaca, così da ridurre la sensazione di prurito ed evitare la fuoriuscita del veleno;
– Per alleviare i sintomi, si possono utilizzare in aggiunta anche farmaci da applicare localmente: una pomata antistaminica oppure contenente corticosteroidi, come l’idrocortisone o il betametasone;
– Se, nonostante questi consigli, la situazione non accenna a migliorare e il respiro si fa più pesante, il consiglio è di chiamare subito il 118 o recarsi direttamente al pronto soccorso per avere una diagnosi e una cura più mirate. Il personale medico-infermieristico può valutare l’eventuale comparsa di segni di intossicazione dell’organismo provocati dal veleno;
– Passato il brutto momento, non bisogna, infine, dimenticarsi di disinfettare la casa, i mobili ed anche gli animali domestici (per la loro salute, esistono appositi collari, disponibili anche in farmacia).
OCCHIO ANCHE AGLI INSETTI CHE S’INSEDIANO FRA I VESTITI – I gonfiori dell’epidermide (detti in gergo scientifico anche “pomfi”) possono essere provocati dagli insetti in volo, ma anche da pulci e cimici che notoriamente s’insinuano fra i vestiti.
– Se il prurito si fa più intenso (in genere il pomfo lascia spazio a piccole vescicole contenenti liquido), si può utilizzare una crema cortisonica.
CONSULTATE SEMPRE IL MEDICO – Per essere sicuri della propria salute, comunque, esortiamo sempre a consultare il medico: un rapido consiglio più evitare spiacevoli conseguenze e restituire la dovuta serenità.

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Francesco Tempesta
Foto: wikipedia.org

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