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Revoca scudetto Inter 2006, le posizioni di Moratti e Facchetti

Nella giornata di ieri è stata resa nota la disposizione del procuratore federale, Stefano Palazzi, circa il secondo capitolo della nota vicenda Calciopoli, che riguardava le nuove intercettazioni emerse in seguito alla famosa e calda estate del 2006.

 

LA DECISIONE DI PALAZZI – Come già ampiamente detto e commentato, Palazzi ha disposto, come inevitabile, l’archiviazione del procedimento “non essendo emerse dalle risultanze istruttorie e dai contatti telefonici in atto fattispecie di rilievo disciplinare procedibili, non coperte da giudicato ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 del codice di giustizia sportiva vigente all’epoca dei fatti”.

  • Ricordiamo che la prescrizione è di due anni per le società e di quattro per i tesserati.
  • Le motivazioni di archiviazione degli atti sono però differenti a seconda dei personaggi coinvolti.

 

ARCHIVIATI PER INSUSSISTENZA – Dei 19 personaggi coinvolti in questo secondo capitolo di Calciopoli, tre di questi hanno ricevuto l’archiviazione per insussistenza:

  • “Nei confronti del presidente del Palermo sig. Maurizio Zamparini e della Società Palermo:
    perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare con riferimento alla condotta del presidente medesimo”.
  • “Nei confronti del sig. Roberto Zanzi, all’epoca dei fatti, dirigente dell’Atalanta e della società Atalanta: perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare”.
  • “Nei confronti del sig. Massimo De Santis, all’epoca dei fatti, arbitro internazionale della Can A e B: perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare”.

 

ARCHIVIAZIONE PER PRESCRIZIONE – Gli altri 16, ossia Cellino (Cagliari), Campedelli (Chievo), Foschi (Palermo), Spalletti (Udinese), Gasparin (Vicenza), Governato, Corsi (Empoli), Spinelli (Livorno), Moratti (Inter), Facchetti (Inter), Foti (Reggina), Meani (Milan), Bergamo e Pairetto (Commissari Can A e Can B), Mazzei (Vice Commissario Can A e B) e Lanese (Presidente Aia), hanno ricevuto l’archiviazione:

  • Perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili o non coperte da giudicato o non prescritte – a seconda dei casi – ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.

 

LA DIFFERENZA – Leggendo le disposizioni promosse da Palazzi emerge una netta differenza tra le posizioni di Zamparini (Palermo), Zanzi (Atalanta) e De Santis (arbitro internazionale Can A e B) e quelle di Moratti e Facchetti, entrambi rappresentati della società Inter.

  • Per i primi tre l’archiviazione arriva perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare: in sostanza Zamparini (Palermo), Zanzi (Atalanta) e De Santis (arbitro internazionale Can A e B), secondo la relazione del procuratore federale, non hanno commesso alcun illecito e pertanto la loro posizione risulta essere archiviata.
  • Per, all’epoca dei fatti, il presidente dell’Inter Giacinto Facchetti ed il socio di riferimento Massimo Moratti, la motivazione è differente: l’archiviazione è legata alla non presenza di illeciti che non siano coperti da prescrizione; capovolgendo la frase, Palazzi sta sostenendo che tra ciò che non è prescritto non vi è nulla di illecito.

 

L’INTERPRETAZIONE “GRAMMATICALMENTE CORRETTA” – A prescindere dalle opinioni di alcuni tifosi, ovviamente ed indiscutibilmente di parte, l’unica interpretazione possibile resta quella che deriva dall’analisi delle parole scritte da Stefano Palazzi:

  • Un conto è l’archiviazione per insussistenza di fatti ed un altro conto è l’archiviazione per prescrizione.
  • Nel primo caso non sono stati ravvisati in alcun modo illeciti e, pertanto, non è necessario il riferimento alla prescrizione.
  • Nel secondo caso, dicendo che non sono emerse fattispecie illecite non coperte da prescrizione, si lascia intendere che ci sono fatti prescritti.
  • Ma allora se ci sono dei fatti prescritti è evidente che sia stata ravvisata una fattispecie illecita, su cui il procuratore federale Stefano Palazzi non può esprimersi in quanto caduta, appunto, in prescrizione.

 

LE CONCLUSIONI – Qui ogni tifoso può dire la propria opinione; resta il fatto che il riferimento alla prescrizione, implicitamente, rende esplicito il fatto che ci siano illeciti non giudicabili.

  • A questo punto il tifoso interista potrebbe sostenere che, essendo prescritti, non c’è alcuna possibilità che lo scudetto venga revocato (precisiamo sempre che il Consiglio Federale che emetterà il verdetto definitivo il prossimo 18 luglio non dovrà sottostare al regime della prescrizione, come invece ha dovuto fare Palazzi).
  • Ma questa affermazione è ben diversa da quella secondo cui l’Inter non abbia commesso alcun illecito.
  • Certamente qualcuno potrà essere orgoglioso di essere stato “assolto” per prescrizione, ma nel momento in cui emerge che la motivazione dell’archiviazione risulta essere la prescrizione, si sta di fatto dando per assodato che l’illecito è stato comunque commesso.
  • Ma allora che motivo di vanto ci sarebbe nel tenersi uno scudetto in cui, come riconosciuto da una buona parte degli stessi supporters interisti, è chiaro e limpido a tutti che anche la squadra di Moratti ha commesso illeciti intrattenendo rapporti con gli allora commissari della Can? A voi la risposta…!


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Matteo Torti

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