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Revoca scudetto Inter 2006, tra Moratti e Agnelli continua la polemica, tra attacchi e richieste di risarcimento

Il 18 luglio, forse, si metterà la parola fine sullo scudetto 2006 revocato alla Juventus ed assegnato all’Inter; la relazione stilata dal procuratore federale Stefano Palazzi ha scatenato le reazioni di Massimo Moratti che, a sua volta, si è tirato addosso le ire di Andrea Agnelli.

 

RICOSTRUIAMO LA VICENDA – Nel pomeriggio di lunedì 4 luglio è stata resa nota la relazione del procuratore federale Palazzi circa la seconda fase di Calciopoli, quella che vede come principali protagonisti Massimo Moratti e Giacinto Facchetti.

  • Palazzi ribadisce che i fatti in oggetto sono stati prescritti ribandendo però, quasi utopicamente, che “[…] alla prescrizione si può rinunciare”.
  • Nella durissima relazione di Palazzi, sul compianto Facchetti viene così detto: “Aveva una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo, con entrambi i designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, fra i cui scopi emerga tra l’altro il fine di condizionare il settore arbitrale”.
  • Sull’allora socio di riferimento, Massimo Moratti, Palazzi si esprime così: “[…] Alla luce dei principi posti dalla decisione della CAF (CU 1\C del 14 luglio 2006), va rilevato che anche la condotta dell’attuale Presidente dell’INTERNAZIONALE appare presentare profili di rilievo disciplinare, anche se di gravità decisamente inferiore rispetto a quella esaminata dell’allora Presidente”.
  • Inoltre il procuratore federale afferma che “[…] non può non rilevarsi che lo stesso Moratti fosse comunque informato della circostanza che il Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lo stesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore”.

 

LA REAZIONE DI MORATTI – Appena appreso quanto scritto da Palazzi, l’attuale presidente dell’Inter Massimo Moratti si è lasciato andare in dichiarazioni piuttosto dirette, definendo “Un attacco grave e assolutamente inaccettabile” la relazione del procuratore federale.

  • Moratti ha rincarato la dose sostenendo che “Considerare Facchetti come nelle accuse della Procura federale è offensivo, grave e stupido. È un attacco pesante nei confronti della società, totalmente inaccettabile. Palazzi si sbaglia”.
  • Ferrea anche la difesa dell’allora presidente neroazzurro, quando giudica “di cattivissimo gusto il fatto che si coinvolga Facchetti: è una persona che non c’è più e che io ammiro e stimo per la sua onestà. Non stimo invece chi ha fatto queste cose”.
  • Per concludere: “Mi sembra di essere tornati nel bruttissimo clima che vivevamo quando c’era Calciopoli e nessuno sapeva o si faceva finta di non saperlo. Senza processo si può dire ciò che si vuole ma io non l’accetto e l’Inter non l’accetta”.

 

ABETE RISPONDE A MORATTI – Il presidente della Federcalcio, martedì 5 luglio è intervenuto sulle parole pronunciate da Moratti: “Non entro nel merito delle dichiarazioni rilasciate da Moratti, non fa parte dello spirito con cui affronto l’approfondimento di questi giorni perchè sarebbe improprio per un presidente federale. Rispetto tutte le posizioni e finisce qui”.

  • Su un eventuale differimento per le accuse rivolte dal presidente neroazzurro si è così espresso: “Deferire Moratti dopo le parole su Palazzi? La rappresentazione di una posizione non determina nessun livello di lesione. Tutti hanno la libertà, e a volte il diritto e il dovere di esprimere una posizione, sia essa di critica o di sostegno”.
  • Per quanto riguarda la decisione che il Consiglio Federale deve assumere il prossimo 18 luglio, Abete ha così risposto: “Nei prossimi giorni con tranquillità e senza accelerazioni faremo tutti gli approfondimenti tecnici e complessivi con i singoli consiglieri federali per arrivare al 18 luglio con una chiaro quadro di riferimento. Non ho visto nè angoscia nè preoccupazione da parte dei consiglieri, tutti stanno ragionando sui documenti e sui contenuti per individuare un percorso”.

 

MORATTI ATTACCA LA STAMPA – Nella giornata di mercoledì il presidente neroazzurro, Massimo Moratti, è tornato sulla vicenda criticando l’approccio avuto dalla stampa, soprattutto dal quotidiano Rosa, considerato da lui stesso un giornale di riferimento per i tifosi neroazzurri e reo, secondo il presidente, di aver dato contro all’Inter:

  • “E va bene, d’accordo, non siamo abituati ad avere tanti amici.. Non mi aspettavo, però, di non avere amici anche qui a Milano, in un giornale, certamente di riferimento per i tifosi dell’Inter, che ha da tempo sostenuto questa battaglia contro di noi: con un moralismo ben mirato. Contro di noi, che vuol dire quindi a favore di qualcun altro”.
  • Il riferimento al quotidiano Rossa: “’Non è un’opinione, cioè qualcosa che ognuno può avere, basti vedere quante volte siamo stati attaccati da qualsiasi giornale, compresa la ‘Gazzetta’, magari anche da parte di direttori amicissimi e carinissimi. In questo caso è una politica calcolata, da una direzione del giornale naturalmente. Quindi, liberissimi di farla, ma liberissimo anch’io di non leggerla più”.

 

LA RISPOSTA DI ANDREA AGNELLI – Sulla vicenda non poteva mancare l’intervento della Juventus, vista come colei che ha sollevato il problema della presunta illeceità della società neroazzurra:

  • Durante la presentazione delle nuove maglie, il presidente bianconero Andrea Agnelli si è così espresso: “La cosa che temo di più è che si decida di non decidere. Voglio rispetto verso la Juventus. Questa società ha fatto la storia del calcio italiano nel mondo, ha una storia ultracentenaria. Abbiamo chiesto parità di trattamento dal 28 aprile 2010”.

 

L’INVITO ALLA CALMA DI MORATTI – Dopo l’attacco di mercoledì alla Gazzetta dello Sport seguito da fatti indecenti di presunti tifosi verso il quotidiano Rosa, il presidente neroazzurro ha cambiato rotta esortando i propri tifosi ad avere calma e sangue freddo.

  • Con un messaggio pubblicato sul sito ufficiale dell’Inter, Moratti lancia l’appello ai suoi tifosi: “Per Giacinto, ricordiamoci il suo carattere dolce, leale e mai violento – si legge – Comportiamoci come se ognuno di noi fosse una parte di Lui. Nessuna reazione eccessiva, solo calma, pazienza e fiducia nella nostra integrità”.

 

LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO – Comunque vada a finire, Inter o Juventus avanzeranno una richiesta di risarcimento verso la Figc; da qui le perplessità della scelta da parte dei consiglieri federali chiamati a pronunciarsi il prossimo 18 luglio.

  • Andrea Agnelli ha lasciato intendere di avere la documentazione necessaria per rivolgersi alla magistratura ordinaria e chiedere il conto di questa vicenda alla Federcalcio; nel settembre 2006 la richiesta danni ammontava a 130 milioni di euro, ora potrebbero non bastare.
  • D’altro canto anche l’Inter, nel caso in cui dovesse venir revocato lo scudetto, deciderà di dar seguito al processo giuridico ricorrendo al Tar ed agli altri organi di giustizia scatenando una guerra verso il “palazzo” prima e Palazzi poi.

 

GLI SCENARI FUTURI – Per il Consiglio Federale, il prossimo 18 luglio, non sarà assolutamente facile prendere una decisione circa lo scudetto 2006; tra i consiglieri emergono idee e pareri profondamente differenti circa le funzioni del suddetto organo:

  • Il vicepresidente vicario della Federcalcio, Carlo Tavecchio, ha dichiarato infatti che “Bisogna stabilire se i componenti del Consiglio federale della Figc siano i soggetti che devono votare, e non è un problema di poco conto. Il Consiglio, infatti, non è deputato ad emettere sentenze di questo tipo, non si prevede che noi assegniamo o revochiamo scudetti”.
  • Ribadendo poi che “è nostra intenzione rispettare le leggi vigenti. Un dato è certo: le fase istruttorie non sono mai pronunce dei giudici. E ogni imputato ha diritto alla pronuncia di un giudice, quindi valuteremo se sono state rispettate queste garanzie”.
  • Di questo parere sono anche Renzo Ulivieri, presidente di Assoallenatori, e Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A; di parere opposto invece Andrea Abodi, numero uno della Lega di Serie B.

 

UN FUTURO PIENO DI GUAI – Senza addentrarci ancora nelle tesi già esposte negli articoli precedenti, appare evidente che non sarà facile per il Consiglio Federale prendere una decisione il 18 luglio.

  • Se infatti l’alternativa del rimando ai saggi sembra piuttosto lontana, l’unico modo possibile per decidere è quello di assumersi la responsabilità di dar vita ad una decisione politica che, inevitabilmente, non solo scontenterà una parte ma, indiscutibilmente, promuoverà azioni di risarcimento dalla parte “lesa”.


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Matteo Torti

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