Economia

Forse investire in India conviene davvero

Investire in India? Se ne parla da tempo in maniera convinta e, effettivamente, forse mai momento è stato più propizio. Ad esserne convinto è il presidente e amministratore delegato di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, che in occasione di un recente evento si è espresso in termini fortemente rialzisti nei confronti del subcontinente, affermando come l’ottimismo che circonda il Paese sia “completamente giustificato“.

Per fare un esempio, Dimon cita la stessa conferenza alla quale stava partecipando, dedicata proprio agli investitori in India. “Ricordo che otto o nove anni fa abbiamo iniziato con 50 o 75 clienti. Ora sono 700 gli investitori di tutto il mondo, 100 le aziende che presentano. Credo che l’ottimismo dell’India sia del tutto giustificato“, ha ribadito ulteriormente Dimon, sottolineando poi come l’importanza dell’India sulla scena economica mondiale sia aumentata costantemente negli ultimi anni, in particolare quando i Paesi occidentali hanno iniziato a diversificarsi dalla Cina, captando altresì alcuni segnali di difficoltà dal Dragone, come quelli inerenti il mercato immobiliare.

Questo cambio di approccio ha portato a un rinnovato interesse per il Paese da parte degli investitori, cosa che ha peraltro spinto al rialzo di oltre il 15% da inizio anno il NIFTY 50, l’indice di riferimento del mercato azionario indiano.

Un Paese sempre più aperto alle relazioni internazionali

Dimon ha poi elogiato il Primo Ministro indiano Narendra Modi per aver dato impulso al clima imprenditoriale del Paese, sottolineando le politiche che consentono ai cittadini indiani di ottenere più facilmente conti bancari, semplificando le tasse e incentivando gli investimenti esteri. Il top manager ha poi chiarito come la banca abbia aumentato il numero di dipendenti in India da circa 6.000 nel 2005 a 60.000 oggi.

Ricordiamo che nel corso del mese di aprile l’India è diventata ufficialmente il Paese più popoloso del mondo, con un totale di 1,4 miliardi di cittadini secondo i dati delle Nazioni Unite. Secondo le previsioni di S&P Global e Morgan Stanley, entro il 2030 l’India supererà il Giappone e la Germania in termini di produzione interna lorda, divenendo così la terza economia mondiale. Goldman Sachs prevede che entro il 2075 sarà la seconda economia mondiale.

Stati Uniti e Unione Europea cercano di allargare la rete

Gli Stati Uniti stanno auspicando di lavorare a più stretto contatto con l’India nel settore manifatturiero, per allontanarsi dalla Cina, mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato a febbraio di essere impegnato a garantire un accordo di libero scambio tra India e Unione Europea, definendolo come un tema molto importante su cui intende impegnarsi personalmente.

La presa di posizione dei due colossi economici globali non è certo casuale: l’obiettivo geopolitico è quello di stringere migliori relazioni con il governo indiano al fine di non vedersi sottratta la natura di un buon rapporto in una zona del mondo che è diventata oramai chiave, e che vede la sostanziale contrapposizione con la vicina Cina. Mantenere aperti i migliori canali commerciali e diplomatici con Nuova Delhi è, insomma, non più così opzionale come poteva esserlo qualche decennio fa.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio