Cultura e Società

Guilty pleasure… fuori porta

Siamo a maggio e il clima si fa più dolce. Iniziano le gite nei week end alla scoperta dei territori, quelli facilmente raggiungibili in auto e che ci consentono di trascorrere i nostri pomeriggi all’aperto, senza sacrificare troppe ore al viaggio.

In tale contesto, la Val Sabbia è attraversata dal fiume Chiese, ed è bagnata dal lago di Garda e dal lago d’Idro. Inoltre, i suoi ampi panorami e i suggestivi angoli naturali che la caratterizzano diventano ancora più incantevoli quando si riflettono negli specchi d’acqua circostanti.

Località ideali, quelle vicino ai laghi, per rinvigorire lo sguardo e riempire il respiro dei profumi di stagione.
Ma sappiamo anche che le nostre scelte diventano sempre più sofisticate, che ci piace procedere anche per opposti, che una giornata di immersione nelle bellezze naturali può trovare il suo ideale compendio in un dolce contrasto.

Siamo quindi andati alla ricerca di un altro tipo di offerta, o di piacere, da unire, in una sorta di romantico contrappunto, a una scelta che potrebbe partire da un immenso specchio d’acqua naturale e terminare in un accurato giochi di specchi e solleticanti capricci.

A pochi chilometri da Val Sabbia, dirigendosi verso Varese e, per la precisione, a Olgiate Olona, esiste infatti un hotel molto, molto particolare. E non perché ci sia l’ampio parcheggio, il wi-fi potentissimo o i classici servizi SPA con saune e  percorsi aromatici. Ciò che lo rende davvero particolare sono le sue camere, o meglio, le suite tematiche che la struttura offre ai suoi ospiti.

Noi abbiamo scelto la suite “Marilyn Moom”, dove sono appunto gli specchi nella lussuriosa forma tondeggiante a dominare gli spazi. Mentre un letto a forma di cuore, le pareti rosa gossip e una grande vasca cullano gli ospiti sotto lo sguardo della divina, Marilyn, appunto.

Per gli eccentrici quindi un itinerario ideale, capace di unire in un solo week end piaceri diversi. Come mettere insieme una centrifuga e una torta di panna, nessuno resta inappagato.

E buon guilty pleasure a tutti.

(foto: Pierre Auguste Cot – Metropolitan Museum of Art)

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