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“L’anno sabbatico” post maturità diventa uno spettacolo teatrale

Nel XVII e XVIII secolo si chiamava “Gran Tour” ed era un viaggio di formazione che i giovani nobili borghesi anglosassoni facevano nell’Europa continentale. Ai giorni nostri è “l’anno sabbatico” conosciuto anche come “the gap year” per quelli che non possono fare a meno di usare parole straniere: un lasso di tempo per accrescere la propria autonomia e autostima, ed esplorare il mondo, acquisendo gli strumenti e la sicurezza per affrontarlo.

Viene raccontato in “L’anno sabbatico”, messo in scena da Teatro de Gli Incamminati, compagnia di Milano. A selezionare e proporre lo spettacolo è stata la torinese Onda Larsen che, con il contributo di Comune di Monteu Da Po, Regione Piemonte ed Eppela, prova ad animare il Teatro di Monteu da Po: l’appuntamento è per sabato 24 febbraio alle 21.

Il testo scritto da Valeria Cavalli, per la regia di Alberto Oliva, con Monica Faggiani, Arturo di Tullio e Flavia Marchionni, che vede protagonista Elisa il cui anno sabbatico post maturità è durato ben 15 mesi e che è attesa dai genitori impazienti di conoscere non solo le sue esperienze vissute ma anche le sue decisioni in merito al prossimo futuro.

Il padre Carlo, chirurgo di chiara fama, vorrebbe finalmente risposte concrete ovvero l’iscrizione all’università̀, medicina, e la pianificazione di una carriera costellata di successi personali ed economici. La madre Laura, laureata in psicologia senza aver mai esercitato, si aspetta una crescita interiore e una maggiore consapevolezza.
I preparativi fervono, l’emozione sale e quando Elisa suona il campanello di casa è grande la gioia di rivederla e altrettanto grande il desiderio di conoscere i particolari di questa avventura durata più di un anno.

Gli abbracci, i baci, la commozione lasciano spazio alle domande non solo sul tempo trascorso lontano da casa ma anche su ciò che questa grande opportunità ha regalato a Elisa. Le domande di Carlo e Laura si fanno sempre più pressanti e quella che doveva essere un’allegra cena di benvenuto e un ricongiungimento familiare sarà la scintilla che farà scattare sentimenti mai esplicitati, rancori sopiti, sottili ipocrisie fino ad arrivare a svelare scomode verità.

E i veri protagonisti, i due genitori che agli occhi del mondo sembrano una coppia collaudata e ben assortita, calano la maschera indossata per anni mostrandosi finalmente per quello che sono in un continuo rimbalzare di colpe, responsabilità, silenzi, meschinità come in un set di tennis dal quale però nessuno esce vincitore.
In scena, Monica Faggiani e Arturo Di Tullio duettano con maestria, alternando momenti comici e allegri ad altri in cui il sarcasmo e le battute velenose fanno da padrone come nella migliore tradizione della commedia all’italiana.

“L’Anno Sabbatico” è uno spettacolo che, con toni ironici, pungenti e dissacranti, mette in luce l’ipocrisia e le falsità che spesso si nascondono nelle cosiddette “famiglie perfette” che corrispondono, quindi, a certi canoni dettati da quel perbenismo che pare faccia parte dell’arredamento di molte case. Risate amare, dunque, e una riflessione profonda su quelli che vengono normalmente considerati i “valori” e che invece spesso sono solo retaggi ancestrali dei quali è difficile liberarsi.

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