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“Camera d’aria” al PACTA Salone di Milano

“Camera d’aria”, continua all’interno della stagione del PACTA Salone di Milano, la nona edizione del progetto pactaSOUNDzone, che unisce PACTA . dei Teatri e il progetto ZONE di Maurizio Pisati e da quest’anno vedrà l’unione con il CSR-centro studi e ricerche.

In scena il 15 aprile “Camera d’aria. Beckett & Kagel – Studio I, concept e regia di Laura Faoro: con una struttura a cornici concentriche, musica, danza, mimo e recitazione si intrecciano facendo dialogare i mondi visivi e sonori di Beckett, Kagel e Magritte, in un’unione tra teatro dell’assurdo, teatro strumentale e Tanz Theater.

Una notte, forse l’ultima. Una musicista anziana è alle prese con i gesti consueti di una vita, in un microcosmo domestico fatto di disciplina meticolosa e cura ossessiva del proprio strumento per trasformare in musica l’aria del suo respiro. Ma il tempo misuratissimo della realtà scivola in quello irrazionale del sogno, specchio più vero di ossessioni e tabù.

La musicista re-inizia la sua giornata nel suo doppio beckettiano, una Winnie pifferaia di nuvole, in una prigione di illusioni vuote come camere d’aria e alle prese con un proprio fantasma, uno strano danzatore-mimo che pare uscito da un quadro di Magritte. Nello spazio onirico il tempo si curva, i suoni si distorcono e le certezze si slabbrano… meglio restare, aggrappati a un miraggio, o staccare la presa?

Lo spettacolo è presentato come estratto dallo studio frutto della recente residenza CarteVive e debutterà in forma definitiva nell’autunno 2024. Con una struttura a cornici concentriche, musica, danza, mimo e recitazione si intrecciano facendo dialogare i mondi visivi e sonori di Beckett, Kagel e Magritte, in un’unione tra teatro dell’assurdo, teatro strumentale e Tanz Theater. Nella cornice più esterna, spazio del reale, sono collegati Atem di Mauricio Kagel e Nacht und Träume di Samuel Beckett, affini per contesto drammaturgico: nella cornice più interna i Giorni Felici di Beckett sono riletti alla Magritte, in chiave onirica e surreale, tra black comedy e ironia tragica.

Lo spettacolo propone – spiega la musicista Laura Faoro – una riflessione contemporanea sulle strategie di respirazione che ciascuno sceglie per vivere, dentro quante e quali pile di camere d’aria ci rifugiamo come alibi o difesa per combattere l’apnea del vuoto di senso. Eppure, guardando nell’io segreto dei nostri sogni è possibile vedere dentro i nostri strappi più inconfessabili: solo da questo sguardo più nudo e sincero potrà forse accadere un atto di liberazione, come vera accettazione del proprio esistere”.

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