Economia

Il prezzo di un prodotto alimentare sta per crescere a causa dei dazi all’export

Stando a quanto suggeriscono gli analisti internazionali, un prodotto alimentare potrebbe presto vedere fortemente incrementato il proprio prezzo di mercato, contribuendo a sostenere un’inflazione che, in buona parte del mondo, risulta essere piuttosto dinamica.

L’alimento al centro di un nuovo possibile rincaro è la cipolla, e la causa è da ricercarsi in quanto sta avvenendo in India, dove il governo ha imposto una tassa del 40% sulle sue esportazioni, a seguito dell’aumento dei prezzi interni dell’ortaggio.

La nuova tassa, annunciata sabato scorso, ha lo scopo di garantire la disponibilità interna delle cipolle e raffreddare l’inflazione: sarà in vigore fino al prossimo 31 dicembre e potrebbe calmierare la forte crescita dei prezzi al dettaglio di questo alimento, che in India sono aumentati di circa il 20% rispetto all’anno scorso.

Le tasse sulle esportazioni

Le forti piogge del mese del mese di luglio nelle principali regioni produttrici del Maharashtra e del Karnataka hanno danneggiato le colture delle cipolle – dichiarano dal subcontinente, dove nel frattempo si fanno anche i conti con un’inflazione che nello stesso mese di luglio ha raggiunto un massimo di 15 mesi al 7,44% su base annua, attribuita in gran parte all’impennata dei costi alimentari interni.

Il Paese sta faticando a tenere sotto controllo i prezzi di verdura, frutta e cereali, come peraltro già avvenuto nello scorso passato, quando i prezzi dei pomodori subirono un’impennata di oltre il 300% a causa del clima avverso. A luglio, il governo indiano ha anche vietato le esportazioni di riso bianco non-basmati, nel tentativo di garantire un sufficiente approvvigionamento interno.

Cosa accadrà al resto del mondo

Ma quali saranno gli effetti dell’incremento delle tasse sull’export delle cipolle? Qui in Italia le conseguenze potrebbero essere per il momento piuttosto attenuate, mentre saranno molto dirette in Paesi come il Bangladesh, la Malesia, lo Sri Lanka e alcune zone del Medio Oriente, che dipendono dall’India per le cipolle. Le tasse sull’export faranno sicuramente aumentare i prezzi di questo alimento in tali Paesi e, dunque, si teme a cascata una ripercussione su altri alimenti e Paesi.

L’India è di fatti il più grande esportatore di cipolle al mondo e contribuisce per oltre il 12% al commercio globale di questo alimento. Pertanto, anche se altri Paesi sono meno dipendenti dall’export indiano, è ben possibile che i prezzi globali delle cipolle ricevano uno spunto positivo a causa della decisione dell’India.

È pur vero – di contro – che l’aumento dei prezzi dovrebbe essere di breve durata, fino a ottobre, quando si prevede che arriveranno sul mercato altri raccolti di cipolle.

Cogliamo altresì l’occasione per rammentare che le cipolle sono un alimento fondamentale in India e che vengono utilizzate nei piatti tradizionali dell’Asia meridionale, come il biryani. Insieme ai pomodori e alle patate, questi tre ortaggi fanno parte del paniere dell’indice dei prezzi al consumo del Paese. Non è nemmeno la prima volta, peraltro, che l’India interviene in misura massiva sulle cipolle: nel 2019 per un breve periodo vennero vietate le esportazioni dopo un raccolto ridotto a causa delle eccessive precipitazioni.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio