Economia

Cina, PIL più lento del previsto e disoccupazione giovanile in crescita

La Cina ha appena dichiarato che il suo Prodotto Interno Lordo nel secondo trimestre è cresciuto del 6,3% rispetto a un anno fa: un dato che ha fallito le aspettative degli economisti e che si accompagna ad altre evoluzioni macroeconomiche che dipingono un quadro meno roseo. Il tasso di disoccupazione tra i giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni è ad esempio stato del 21,3% a giugno, toccando così un nuovo record.

L’andamento del PIL cinese delude le stime di Reuters

Il PIL del 6,3% per il secondo trimestre 2023 ha segnato un ritmo di crescita dello 0,8% rispetto al primo trimestre, divenendo così notevolmente più lento del 2,2% a sua volta registrato nei primi tre mesi dell’anno, contro il + 7,3% su base annua che era stato previsto dagli economisti di Reuters.

Il portavoce dell’Ufficio Nazionale di Statistica, Fu Linghui, ha sottolineato che la Cina si trova ad affrontare un complesso contesto geopolitico ed economico internazionale e ha inoltre precisato come il Paese può comunque ancora raggiungere il suo obiettivo di crescita per l’intero anno. A marzo Pechino ha fissato un obiettivo di crescita del 5% circa per il 2023.

Gli altri dati macroeconomici

Come anticipato, anche altri dati macroeconomici sembrano essere meno positivi del previsto. Le vendite al dettaglio di giugno sono per esempio cresciute del 3,1%, un po’ meno del 3,2% precedentemente previsto: il buon contributo di alcune voci di spesa, come quelle dei prodotti per la ristorazione, lo sport e l’intrattenimento, nonché di alcolici e tabacco, è infatti stato controbilanciato dal calo nei settore auto, prodotti per ufficio e beni di uso quotidiano.

Preoccupa inoltre la crescita del tasso di disoccupazione giovanile, ora sul 21,3%. Il tasso di disoccupazione per gli abitanti delle città è invece complessivamente stato del 5,2% a giugno.

Tra i dati che invece hanno superato le aspettative citiamo la produzione industriale di giugno, che è aumentata del 4,4% rispetto a un anno fa, meglio del 2,7% previsto dagli analisti, e il dato sugli investimenti in capitale fisso, che per la prima metà dell’anno sono aumentati del 3,8%, meglio del 3,5% stimato.

Le prospettive per il futuro

Alla domanda sulle prospettive per il secondo semestre, il portavoce ha poi dichiarato di aspettarsi che gli investimenti immobiliari rimarranno piuttosto bassi e che la già rammentata disoccupazione giovanile potrebbe aumentare ulteriormente prima di diminuire dopo agosto.

Ricordiamo che la Cina ha posto fine ai controlli sul Covid-19 solamente nel corso del mese di dicembre e che l’iniziale ripresa economica ha perso ben presto vigore: il settore immobiliare ha faticato a riprendersi, mentre le esportazioni sono crollate a causa del calo della domanda globale. Per quanto concerne il contributo interno, la debole domanda dei consumatori cinesi ha condotto a una variazione sostanzialmente nulla dei prezzi a giugno. La Banca Popolare Cinese ha dichiarato la scorsa settimana di aspettarsi un calo per luglio, ma di prevedere una ripresa dell’inflazione nel corso dell’anno.

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