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Governo Letta: e il governissimo partori’ il “pddl”

Alla fine è arrivato il tanto sospirato, da Giorgio Napolitano (e non solo), governassimo: ora Pd e Pdl, rappresentanti di due terzi dell’elettorato italiano, si sono uniti in un connubio che, stando ai risultati delle urne, li pone innanzi alle proprie responsabilità storiche sotto gli occhi, non solo degli altri soggetti politici non aderenti al c.d. “inciucio” (M5S in primis), ma anche di questo Paese diviso e spaccato più che mai.

 

A guidare l’esecutivo, una volta ottenuta la quasi certa fiducia delle Camere, sarà il giovane veterano di Montecitorio, Enrico Letta (nipote di Gianni), consigliere e braccio destro del Cavaliere e che, solo poco prima della e durante la rielezione di Napolitano, sembrava un partner di governo decisamente improponibile anche per un’ala consistente  degli stessi parlamentari  democratici.

 

Accanto ad Enrico Letta avremo, in qualità di vicepresidente del Consiglio (oltre che di titolare del Viminale), il delfino berlusconiano Angelino Alfano: i due “promessi sposi” quanto “padri” di questo neocompromesso, a suo modo storico, saranno sotto una lente d’ingrandimento più vigile che mai.

 

Questo probabile nuovo inizio, benedetto da Napolitano, rappresenta un’occasione (forse l’ultima), per l’attuale classe politica italiana, di dimostrare che ai fatti e non solo più a parole,  essa sia e possa sempre più essere vicina al suo elettorato, più di quanto sostengano al contrario non solo i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, ma anche molti italiani che hanno abbandonato, disillusi e delusi, la matita nell’urna elettorale.

 

Mai come adesso, un’elevata disoccupazione giovanile unita a una crisi economica che soffoca l’imprenditoria nazionale, necessitano di risposte improcrastinabili che, ormai, nei politici salotti televisivi rischiano di restare lettera morta.

 

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Ugo Grassi

Foto: wikipedia.it

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