Cronaca

Condannato Tadini pedofilia, sul pc aveva una vera galleria degli orrori . Aggiornamento.

SentenzaEra stato arrestato il 29 aprile scorso, il gallerista milanese Francesco Tadini, figlio del celebre pittore Emilio: sul suo pc erano state trovate 1.250 foto e vari filmati a carattere pedopornografico, con bambini seviziati e costretti ad atti sessuali. Una “vera galleria degli orrori”, l’avevano qualificata gli agenti delle Forze dell’Ordine. In più, dalle ricostruzioni effettuate, Tadini non solo avrebbe dato 500 euro a una sedicenne per ottenere in cambio prestazioni sessuali, ma avrebbe anche avuto contatti telefonici con una banda di romeni al fine di farsi procurare piccole vittime “da picchiare”, dai 3 ai 10 anni di età.

 

LA NASCITA DELL’INDAGINE – Le indagini su Tadini erano scattate a seguito della cattura di un gruppo extracomunitari albanesi e romeni che operavano nel racket della prostituzione con ragazze anche minorenni. La casa del gallerista era stata quindi perquisita a causa del contatto tra l’uomo e una prostituta e, solo durante il blitz, gli agenti avevano rinvenuto il materiale podopornografico, che avevano definito un “archivio dell’orrore”. In sua difesa, inizialmente Tadini si era giustificato adducendo che si trattasse del materiale per una sua presunta ricerca artistica sulle aberrazioni dell’umanità.

 

LA SENTENZA –

  • Dopo l’arresto e la detenzione nel carcere di San Vittore, avvenuti sulla base dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal GIP Michaela Curami, su richiesta del PM Antonio Sangermano, oggi il GUP di Milano Giuseppe Vanore ha emesso sentenza, avvenuta con rito abbreviato: 3 anni di reclusione.
  • La richiesta avanzata dal PM aveva contemplato 4 anni e 8 mesi, presentata sia per la detenzione del materiale pedopornografico, sia per aver avuto rapporti sessuali con una minorenne, fattispecie che è stata ricondotta dall’Autorità Giudiziaria a “tentativo”.
  • In merito al presunto tentativo operato dal gallerista per procurarsi appuntamenti con bambine dai 3 ai 10 anni, Tadini è stato assolto in quanto, secondo l’Autorità Giudicante, non sarebbe appartenuta a lui la voce dell’uomo che, al telefono con la banda di rumeni, chiedeva rapporti con bambini “da picchiare”.


Leggi anche:

Pedofilia, in manette il gallerista Francesco Tadini: aveva foto di bambini seviziati e aveva tentato di ottenere appuntamenti con bambine di 3 anni

Arrestato presunto prete pedofilo a Milano, Don Domenico Pezzini

Pedofilia on line, 520 persone avevano messo in condivisione un file contenente 1.317 immagini pedopornografiche

 

Di Redazione

AGGIORNAMENTO 30 luglio 2010 ore 09,30: La redazione di Cronacamilano è stata contattata dalla difesa di Francesco Tadini, che ha tenuto a precisare e sostenere come il loro assistito non sia un pedofilo e, rispetto alle accuse più gravi che avrebbero collegato l’uomo a una richiesta di “bambini da 3 a 10 anni”, si sia trattato invece di un clamoroso errore di persona. Tadini ha dichiarato “La mia vita è stata comunque distrutta”. Di seguito, per esteso, la comunicazione:

 

“Errore di persona. Francesco Tadini non è un pedofilo.Non ha mai chiesto bambini dai 3 ai 10 anni e non è mai stato con una prostituta minorenne.

 

Cadono le pesanti accuse. Tadini, condannato in primo grado per aver tentato di avere contatti con prostitute minorenni e per aver detenuto materiale pedopornografico. Dichiara: “La mia vita è stata comunque distrutta”.

 

Francesco Tadini non ha mai consumato un rapporto sessuale con una prostituta di minorenne. All’esito del processo di primo grado, avvenuto, per scelta della difesa, con rito abbreviato, il Giudice ha anche escluso che sia stato Tadini a richiedere bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni. Questa attribuzione gli era costata agli occhi dell’opinione pubblica l’attribuzione dell’immagine di pedofilo. Tadini è stato invece condannato alla pena di 3 anni di reclusione per aver tentato di fruire di prostituzione minorile e per detenzione di materiale pedopornografico, sul punto la difesa si riserva comunque appello.

 

I difensori dell’imputato, avvocati Claudia Michela e Lorenzo Zirilli, attraverso la sola documentazione del fascicolo del pubblico ministero, sono riusciti a dimostrare che Tadini non ha mai avuto un rapporto con una prostituta minorenne. La donna in questione non era mai stata identificata e la sua età era stata ipotizzata dall’accusa attraverso l’interpretazione di alcune intercettazioni telefoniche: tale ipotesi non ha però retto il vaglio del Giudice. Egli ha però ritenuto che le richieste effettuate da Tadini, oggetto di intercettazione telefonica, configurassero un tentativo.

 

E’ stato anche dimostrato come non fu Tadini a richiedere bambini dai 3 ai 10 anni, ipotesi questa che non era mai stata formalizzata in un’accusa di pedofilia, ma che era stata nondimeno diffusa dai media con grande eco.

 

Tale attribuzione, fondata sul contenuto di un’intercettazione telefonica in cui una prostituta riferiva al suo protettore che un suo cliente abituale ricercava bambini dai 3 ai 10 anni, è stata smentita dalla dimostrazione che Francesco Tadini neppure conosceva la donna in questione.

 

Inoltre, la stessa prostituta, sentita in interrogatorio in fase di indagini, ha riportato una descrizione del cliente che non corrisponde affatto a Tadini ed ha citato l’effettuazione da parte del cliente di un prelevamento bancomat finalizzato a pagare le prestazioni richieste, prelevamento che si è dimostrato non essere mai stato eseguito da Tadini. Si è quindi trattato di un clamoroso errore di persona, che è costato però a Tadini un enorme danno di immagine.

 

La detenzione di materiale pedopornografico, per cui Tadini ha riportato condanna, sarebbe invece il frutto di scaricamenti massivi di foto da siti liberamente accessibili nel web, inoltre, le perizie informatiche hanno riscontrato che nessuna foto è stata scambiata, comprata, né tantomeno prodotta da Tadini. Si può quindi affermare che Francesco Tadini non ha mai alimentato attivamente il mercato web di foto pedopornografiche.

 

L’indagine su Francesco Tadini, figlio del pittore e scrittore Emilio Tadini e presidente dell’associazione culturale Spazio Tadini, è stata una notizia choc, in particolare, nell’ambiente dell’arte e della cultura milanese.

 

Francesco Tadini appena scoprì di essere stato indagato, il 5 febbraio di quest’anno, si dimise dalla carica di Presidente di Spazio Tadini e preferì, per rispetto nei confronti dei sostenitori e collaboratori dell’associazione, chiudersi nel silenzio e attendere che la giustizia facesse il suo corso.

 

Ora Tadini dichiara: “Sono felice di aver dimostrato di non aver mai chiesto bambini dai 3 ai 10 anni e di non aver mai avuto un rapporto con una prostituta minorenne. In questi mesi sono riuscito a sopravvivere grazie alla mia compagna, con la quale vivo da 9 anni, che non ha mai creduto che fossi un sadico pedofilo, e grazie agli amici che mi hanno scritto e sostenuto. La condanna di oggi non è nulla rispetto alla condanna pubblica e morale che ho subito per azioni che non ho mai commesso. Mi hanno distrutto pubblicamente e azzerato la vita e gli affetti”.

 

Di Redazione
 
 
 

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio