Cronaca

Sull’Iran, riflessioni

moschea-esfahanIn Iran di recente si sono svolte le elezioni politiche, che hanno visto una grande partecipazione: 24 milioni di elettori sono andati a votare, un numero inusuale per la Repubblica Islamica.
Le elezioni sono state vinte da Rohani, che non è un moderato: si tratta del successore di Rafsanjani, che era leader dei pragmatisti. Ciò significa che la politica iraniana non è bipolare, cioè spaccata in due tra conservatori e riformisti, ma è almeno tripolare (conservatori, riformisti, e pragmatisti). L’Iran è il Paese con cui nel 2015 l’Unione Europea, tramite l’Alto Commissario alla Politica estera Federica Mogherini, ha firmato un accordo sul nucleare.
In Iran la Repubblica Islamica è stata fondata nel 1979, dall’ayatollah Khomeini; prima c’era la Persia dello Scià. Ai tempi dello Scià c’erano le femministe, ed era uno Stato che coltivava ottimi rapporti di vicinato con la Turchia e persino con lo Stato d’Israele. Dopo la rivoluzione khomeinista venne fondata la Repubblica Islamica, guidata dal Consiglio dei Guardiani.
Oggigiorno la crisi economica si è fatta sentire anche in quella Regione, e il divario tra ricchi e poveri è andato aumentando: in Iran c’è molta disoccupazione. La società, d’altro canto, si è occidentalizzata, e c’è stato uno snaturamento dei valori tradizionali (quelli voluti da Khomeini). Il movimento femminista è ancora presente, e alle prossime elezioni vorrebbe candidare una donna alla Presidenza della Repubblica.
Il Medio Oriente è una zona dove gli equilibri cambiano facilmente, e attualmente si assiste a una guerra tra sciiti e sunniti: le differenze religiose stanno diventando anche differenze politiche, a causa della crisi economica. Gli iraniani sono Sciiti e hanno per alleata la Siria di Bashar al-Assad; accusano la monarchia saudita di finanziare il Daesh. Gli arabi che vivono in Arabia sono in gran parte sunniti. L’Iran ha sempre affermato di non avere mai finanziato i terroristi islamici, dandone quindi la colpa alla monarchia saudita.
Dopo la recente visita di Donald Trump in Arabia Saudita, ci si augura che l’accordo sul nucleare tra Unione Europea ed Iran possa continuare a reggere.
(foto: Apcbg)

     Sandro Curti

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