Cronaca

George Clooney Tribunale di Milano

George_ClooneyIl tribunale di Milano non è mai stato così glam, grazie alle decine di fan accorse da tutta la città per vedere il bello (e simpatico) George finalmente in carne e ossa.

 

Dal canto suo, l’attore non ha deluso: smagliante in abito blu microgessato e cravatta coordinata, ha sfoderato sorrisi, stretto mani, strizzato occhiolini e pregato anche, amabilmente, di fare un po’ di spazio per il passaggio del suo avvocato: “lasciate passare il mio avvocato, please!”

 

La controversia è vertita sulla commercializzazione di una linea di abbigliamento, creata da 3 italiani, utilizzando illecitamente il nome dell’attore.

 

I tre ideatori sono stati infatti accusati di truffa, falso e ricettazione, e il Giudice ha convocato Clooney solo in qualità di testimone. E che testimone!

 

Per l’occasione, infatti, data la logica previsione di “extra afflusso”, il giudice Pietro Caccialanza aveva chiesto che l’udienza si svolgesse in un’aula estremamente ampia e, stamattina, ha esortato il pubblico a mantenere un atteggiamento corretto ed educato: «Esigo dalla stampa grande cordialità e rispetto dell’udienza».

 

Un piccolo rimbrotto è stato fatto anche a George che, rivolgendosi ai tre imputati, ha esclamato ironicamente: «Avete fatto un buon lavoro, very good!»

 

Immediato l’intervento del Giudice «Lei è un testimone e deve astenersi dai commenti».

 

Dopo aver quindi precisato che gli imputati hanno utilizzato la medesima firma falsa fotocopiata centinaia di volte, Coloney ha visionato delle fotografie sottopostegli dalla PM Letizia Mannella, esclamando più volte: «That’s false». Per sottolineare di come si trattasse di fotomontaggi ha poi snocciolato vari commenti, tipo: “qui c’è la mia faccia su un corpo che non può essere il mio perché, vede, c’è una sigaretta e io non fumo… “, oppure: “In questa foto proprio non sono io: io non porto pantaloni a pinocchetto!” e proseguendo con “Quic’è un imputato, ehi nice too meet you!»

 

A parte lo spettacolo reso in sé dalla presenza di Clooney, comunque, non sono mancati siparietti da operetta in vari momenti, come ad esempio quando il Giudice ha redarguito uno degli avvocati di controparte dicendo «No, lei non può fare commenti, le tolgo la parola», o quando durante l’interrogatorio difensivo sono state poste domande davvero assurde, come: «È vero che lei vuole candidarsi per una carica elettiva negli Stati Uniti?”, oppure: «Chi si occupa della manutenzione della sua villa a Laglio?» Instancabile, Caccialanza ha sempre ripristinato l’ordine dicendo: «Questa domanda non è ammessa, non c’entra con il processo».

 

Al termine dell’udienza, alle 14,00 circa, il Giudice ha ringraziato Clooney “a nome del popolo italiano” e, alla domanda posta a George su cosa ne pensasse della giustizia italiana, lui ha risposto: «It’s very good”.  Parola di George!


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Di Redazione
 
 

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