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Come il manager affronta la crisi del coronavirus

Sembrava un evento remoto, un pericolo lontano. Invece, da un giorno all’altro, l’Italia si è ritrovata a fare i conti con il coronavirus. La malattia chiamata dall’OMS COVID-19 è entrata a gamba tesa nella quotidianità e ha stravolto il mondo del lavoro. Tra uffici chiusi, appuntamenti cancellati, attività ridotte e dipendenti spaventati, aziende e industrie sono state catapultate in una situazione senza precedenti, dove la corretta gestione delle persone e dell’emergenza da parte di chi riveste ruoli di responsabilità diventa fondamentale.
Per capire come un manager può (e deve) affrontare la crisi del coronavirus, ci siamo rivolti a una professionista della consulenza e formazione in ambito business, Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach qualificata in Italia.

La self-leadership e l’emergenza coronavirus
Per affrontare l’emergenza coronavirus, per prima cosa bisogna sapere gestire se stessi. Come spiega Marina Osnaghi, la self-leadership è un requisito fondamentale nelle situazioni di crisi. Ma di cosa si tratta?
La definizione indica la capacità di guardare se stessi come un osservatore esterno e di identificare e governare le emozioni e i sentimenti per affrontare la realtà in modo positivo ed efficace.
In altre parole, come chiarisce la Master Certified Coach, self-leadership significa avere consapevolezza e controllo di sé e agire in maniera equilibrata e razionale nella rete di connessioni in cui ciascuno è immerso e si muove.
Una simile attitudine è un potente antidoto al panico che si genera in caso di eventi esterni e non controllabili come la crisi del coronavirus e permette di gestire l’emergenza con lucidità e incisività.

Affrontare da leader la crisi del coronavirus
In ottemperanza ai principi della self-leadership, quali sono i comportamenti e le azioni che un manager può e deve mettere in pratica in una situazione di emergenza come quella causata dall’epidemia di COVID-19? Marina Osnaghi osserva che la prima cosa per affrontare la crisi da leader è avere, dimostrare e trasmettere calma. Chi riveste un ruolo di responsabilità deve porsi come un punto di riferimento e contrastare e contenere ogni evento e circostanza che possa alimentare il panico. Con uguale consapevolezza, deve mettere da parte l’ego e prendere decisioni per il bene comune e in modo veloce. Come spiega la Master Certified Coach, questo significa lavorare in modo agile. In altre parole, vuole dire avere la consapevolezza che l’agenda può variare di giorno in giorno (se non di ora in ora) e la flessibilità per rivedere priorità, obiettivi e scadenze.
In tal senso, Marina Osnaghi aggiunge che un leader deve sapere pensare fuori dagli schemi e trovare e mettere in pratica anche soluzioni mai utilizzate prima (per esempio, lo smartworking).

Il rapporto tra manager e collaboratori nell’emergenza coronavirus
Nella gestione di una crisi come quella del coronavirus, un rapporto positivo ed efficace tra manager e collaboratori è fondamentale.
Come spiega Marina Osnaghi, perché una simile condizione si verifichi, chi riveste un ruolo di responsabilità deve assumere una posizione di ascolto attivo e instaurare una comunicazione chiara, trasparente e onesta con i suoi collaboratori. La fiducia tra manager e team diventa una componente più importante che mai in una situazione di emergenza e il presupposto sine qua non per lavorare in modo coeso e orientato all’obiettivo.
La Master Certified Coach esorta anche (di nuovo) i leader a pensare fuori dagli schemi e a promuovere la condivisione delle expertise tra gruppi di lavoro diversi nell’ottica del raggiungimento del bene comune.
Ultimo ma non ultimo, in una crisi come quella causata dall’epidemia di COVID-19 (e non solo), Marina Osnaghi ribadisce il ruolo di supporto morale di chi ha una posizione di responsabilità e la necessità che mantenga un atteggiamento positivo e di speranza.

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