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Sospensione sanzione Milan – Udinese, il 19 ottobre 2013 la partita si disputerà a porte aperte

FIGCUn rinvio che sa di passo indietro. La Corte di Giustizia Federale si è pronunciata nel tardo pomeriggio di ieri sul ricorso dell’A.C. Milan in merito alla sanzione con porte chiuse per Milan – Udinese comminata da Tosel alla società rossonera per cori di discriminazione territoriale durante la trasferta contro la Juventus. Sentenza rinviata e richiesta di un supplemento di indagine. Insomma: Milan – Udinese si giocherà a porte aperte.

 

IL COMUNICATO E LA REAZIONE DEL MILAN – Sono le 18.55 di venerdì 11 ottobre 2013 quando il sito della Figc riporta il comunicato ufficiale della Corte di Giustizia Federale in merito al ricorso presentato del Milan.

– “La C.G.F. dispone a cura della Procura Federale l’acquisizione di ogni elemento probatorio utile ai fini della decisione, anche presso gli organi preposti alla gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico, in relazione ai fatti di cui sopra. Sospende, nelle more, il provvedimento sanzionatorio oggetto di reclamo“.

– Immediata la reazione della società Milan che, tramite il proprio sito Internet ufficiale, commenta: “A.C.Milan prende atto con soddisfazione della sospensiva decisa dalla Corte di Giustizia Federale”.

 

LE MOTIVAZIONI – Due ispettori della Federazione posizionati nell’ultima fila dello spicchio dello Juventus Stadium riservato ai pochi meno di 900 tifosi del Milan.

– Questa la situazione in cui sono stati uditi i presunti cori di discriminazione territoriale. Aspetto che non è sfuggito alla Corte di Giustizia Federale che, nelle motivazioni del rinvio, accenna proprio a questo punto ed alla rilevanza di questi cori.

– ” Considerato che, pur a fronte della tassatività delle prescrizioni vigenti, di precetto e sanzionatorie, in tema di cori o comunque espressioni di discriminazione razziale o territoriale, l’applicazione delle sanzioni a carico delle società di cui all’art. 18, comma 1, C.G.S., richiede comunque una valutazione concreta, in punto di fatto, della portata, dimensione, provenienza e percepibilità della manifestazione oggetto di sanzione in quanto di natura discriminatoria, onde stimarne la effettiva offensività“.

– Ed ancora: ” Ritenuto che la fattispecie concreta che costituisce oggetto della controversia qui in

esame necessita di un approfondimento istruttorio indispensabile al fine di completare il quadro probatorio di riferimento, anche in considerazione della circostanza che, allo stato degli atti, la manifestazione risulterebbe percepita solo da uno dei collaboratori della Procura Federale, peraltro situato ad appena due metri di distanza dal settore dello Stadio interessato“.

 

DECISIONE INEVITABILE – Insomma. Il sospetto della Corte di Giustizia Federale è che i cori siano stati poco rilevanti, eventualmente elevati da una piccola parte dei supporter rossoneri che si sono recati allo Juventus Stadium e, quindi, non perfettamente in linea con l’impostazione della norma in questione.

– Decisione che appariva ai più inevitabile dopo che giovedì sera era stato Michel Platini, presidente dell’Uefa, a commentare così la vicenda: “Discriminazione territoriale? È una parola che ho imparato questa sera. L’Uefa dà le indicazioni, poi ognuno può fare di più, se lo ritiene utile. E l’Italia può introdurre la parola ‘territoriale'”.

– Parole che, di fatto, vanno a smascherare quanto detto da Abete poche ore prima: “La norma italiana ricalca una normativa proposta dalla Uefa”. Insomma: un po’ di confusione per il nostro presidente della Figc.

 

ANCHE ABETE FA MARCIA INDIETRO – Strano che l’Abete pilatesco, come ripetutamente l’abbiamo definito su queste “colonne”, abbia deciso di fare marcia indietro.

– Era inevitabile però che lo facesse dopo che il suo “superiore”, Platini, si pronunciava sulla non conoscenza nel regolamento Uefa del termine “discriminazione territoriale”.

– Queste le parole del presidente della Figc nella tarda serata di ieri: “Bisogna fare attenzione all’applicazione della norma. Nell’ambito delle procedure serve che la norma sia sanzionatoria e non si presti a strumentalizzazione da parte degli stessi soggetti. Per chi applica la norma ci deve essere una comprensione de fenomeno che consenta una giusta sanzione”.

– Del resto in questi giorni uno dei massimi esponenti del mondo calcistico italiano è stato protagonista di un’altra gaffe, sul presunto caso-Balotelli. Ci riferiamo alle notizie trapelate giovedì quando Super Mario, dopo aver accusato un problema muscolare, sembra aver chiesto al Ct Prandelli di poter tornare a Milanello non potendo essere disponibile per le sfide contro Danimarca ed Armenia.

– Prandelli ha chiuso la vicenda commentando: “Non ha mai chiesto di tornare a casa”. Di diverso avviso Abete che ha riaperto la vicenda commentando: “Balotelli è un ragazzo che mediaticamente attira tutte le attenzioni, ma il suo rapporto con la Nazionale è franco, sereno e solido. Non mi sono sentito deluso dalla sua richiesta”.

 

E ORA? – Non resta che attendere quando sarà fissata la sentenza d’appello della Corte di Giustizia Federale. Inevitabile, però, che si pronunci accogliendo il ricorso del Milan e facendo cadere, di fatto, l’impostazione della “discriminazione territoriale”.

– Da condannare anche la Lega di Serie A che, lo scorso mese di agosto, ha sottoscritto tale norma che va a parificare i cori discriminatori al razzismo. Il prossimo passo sarà la convocazione di un Consiglio Federale che possa riscrivere la normativa; i tempi non saranno certamente corti.

– Una cosa è certa: il Milan ha vinto la sua battaglia.

 

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