Cronaca

Allarme immigrazione Milano, De Corato: Collaborazione con Stati europei e controlli con i soldati dei CIE

Non si placano le preoccupazioni per i dati diffusi il 26 gennaio scorso dal ministro della Giustizia tunisino, secondo il quale 11.000 detenuti sono fuggiti dalle carceri e 2.460 sono stati rilasciati in seguito alla rivolta avvenuta in quel Paese.

 

In proposito “I 118 tunisini bloccati dalla polizia a Bologna e diretti a Milano sono il primo campanello d’allarme che deve subito far mettere  in atto tutte le misure preventive per impedire un’autentica invasione – ha detto il vicesindaco e Assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato.

 

Secondo l’Ismu, infatti (la fondazione sugli studi sulla multietnicità) circa un terzo dei 50.000 clandestini  presenti a Milano, arriva dall’Africa (15.000 era la stima nel 2008), motivo per cui è ipotizzabile la possibilità di un boom di flussi e la necessità di un intervento.

 

“Sono convinto che fin dal primo allarme del 26 gennaio – sottolinea ancora De Corato – il ministro Maroni abbia fatto scattare un piano di azione con misure preventive e chiesto il coinvolgimento europeo. Ma seguitare nelle polemiche con la Ue ora non porta a nulla. E piuttosto occorre agire sugli Stati più sensibili, a cominciare dalla Francia e dalla Germania che hanno già preso una posizione chiara dichiarando che di fronte a questo esodo ci sarà tolleranza zero verso i clandestini. Anche perché, va precisato, lo status di rifugiato è una decisione che riguarda il singolo caso, da dimostrare, e non è collettiva, e su questo il ministro francese Besson è stato chiaro”.

 

“L’episodio dei 118 tunisini fermati sul treno diretto a Milano – conclude De Corato – impone poi un severo controllo con i militari dei Centri di identificazione ed espulsione. Bene l’invio dei 200 soldati in Sicilia, ma visto che già 2.644 tunisini sono stati trasferiti da Lampedusa nei centri di accoglienza di tutta Italia, come ha detto il ministro Maroni, e visto il sovraffollamento cronico dei Cie che andrebbero potenziati di numero (e torno a ribadire che un nuovo centro a Malpensa sarebbe una valvola di sfogo), c’è da aspettarsi che ci saranno subbugli, a cominciare da via Corelli”.

 

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Di Redazione

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