Cronaca

Bilancio referendum 2011 Milano, dopo Area C il progetto si è fermato?

PisapiaE’ stato presentato a palazzo Marino il bilancio sull’attuazione dei cinque temi referendari proposti ai milanesi nel 2011. A tre anni dal voto, la  ‘pagella’ che misura lo stato di attuazione dei quesiti, infatti, fotografa un percorso realizzato al massimo al 25%. “Visto che il Regolamento comunale per l’attuazione dei diritti di iniziativa popolare prevede che “gli Organi competenti indichino espressamente i motivi per i quali non si uniformano all’avviso degli elettori”, a fronte “dell’evidente intenzione da parte della Giunta Pisapia di non realizzare buona parte del progetto referendario, Milanosimuove ha deciso di rivolgersi al Collegio dei garanti per ottenere che i motivi di tale scelta siano ufficialmente presentati alla città e al Consiglio comunale, del quale si chiede una convocazione straordinaria avente all’ordine del giorno il progetto referendario”.

 

L’ATTUAZIONE IMMEDIATA DI AREA C. E POI? – La “Milano sostenibile” arranca, ha osservato il comitato Milanosimuove, promotore dei referendum del 2011.

– “Dopo la prima importante decisione di trasformare Ecopass in Area C, sulla scorta dell’allora recente esito referendario, la spinta alla trasformazione si è via via affievolita – hanno aggiunto i promotori del comitato”.

 

I GRADI DI REALIZZAZIONE DEL REFERENDUM – Secondo il comitato e le associazioni promotrici dei referendum, “il grado di realizzazione dell’intero progetto referendario è al 20%”.

– Sui singoli referendum, invece, la percentuale di realizzazione va del 10 al 25%: 10% per quello sull’Expo, 20% per verde, energia e Navigli e 25% per la mobilità”.

– “Insomma – prosegue il Comitato – solo un quinto del percorso è stato compiuto e difficilmente ne verrà fatto molto di più prima della fine del mandato del Sindaco Pisapia.

 

PISAPIA: UN’OCCASIONE SPRECATA? – “Se – osservano ancora i portavoce del comitato promotore dei referendum Milanosimuove – anche nel bilancio 2014, ora in discussione, non saranno inserite le voci di entrata e uscita corrispondenti alle richieste referendarie, i 5 anni dell’amministrazione Pisapia saranno un’occasione sprecata.

 

CI RIVOLGEREMO AL COLLEGIO DEI GARANTI, PERCHE’ L’AMMINISTRAZIONE CHIARISCA – In tale frangente, il Comitato “si rivolgerà al Collegio dei garanti e chiederà un Consiglio straordinario sui referendum, perché l’amministrazione dica chiaramente cosa intende fare”, hanno detto Edoardo Croci, Marco Cappato, Enrico Fedrighini, rispettivamente presidente, segretario e portavoce di Milanosimuove.

 

BISOGNA ACCERELARE I TEMPI – Nel corso dell’incontro sono intervenuti anche diversi esponenti delle associazioni ambientaliste, tra cui Marco Parini (Presidente di Italia Nostra), Anna Gerometta (Presidente Genitori antismog), Guido Rosti (gruppo di lavoro Riapertura dei Navigli), che hanno evidenziato la necessità di accelerare l’attuazione dei referendum.

– “Gran parte degli interventi – hanno sottolineato ancora i portavoce del Comitato – sono rimandati a piani complessivi ancora da adottare: il PUMS (piano urbano della mobilità sostenibile) per quanto riguarda il primo referendum, il piano del verde per il secondo, il masterplan per il Post Expo per il terzo, il piano per la sostenibilità energetica per il quarto, il progetto per la riapertura dei Navigli per il quinto”

 

GLI IMPEGNI VANNO RISPETTATI – Le regole e gli impegni presi vanno rispettati, hanno specificato ancora le parti.

“In quasi tutti i casi  – hanno specificato ancora i promotori del Comitato –, lunghi processi definitori e partecipativi nascondono ritardi e rinvio di scelte e, infatti, il Bilancio presentato dalla Giunta, che copre gli ultimi 2 anni e mezzo di amministrazione Pisapia, non contiene gli elementi di attuazione richiesti dal dettato referendario.

 

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Di Redazione

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