Cronaca

Blocco traffico Milano dicembre 2011, non tutti gli automobilisti sono uguali: l’inchiesta di CronacaMilano

Venerdì 9 dicembre, una giornata uggiosa. Di quelle che i milanesi conoscono bene. Di quelle che mettono tristezza da quando si esce di casa. Un venerdì reso ancora più uggioso dalle bizze del sindaco Pisapia il quale, dopo aver sfogliato la margherita più volte, condendo l’operazione con annunci contraddittori in merito al blocco del traffico, alla fine ha partorito la decisione.

 

Per la salute di tutti i suoi amati cittadini, il sindaco ha quindi disposto il blocco delle auto nella metropoli lombarda. In un giorno feriale: di venerdì e, bando all’avarizia, pure di sabato. E, come se non bastasse, in pieno periodo natalizio. Condannando gli inferociti cittadini-lavoratori ad un carosello infernale sui mezzi pubblici. Ma solo… per il loro bene.

 

E il tutto in salsa di ferocia con il severo annuncio della calata di centinaia di vigili addetti al rispetto del diktat. Una falange di operatori dal blocchetto facile che, stando alle premesse, avrebbe dovuto colpire in modo teutonico i soliti furbi, premiando così il forte senso civico dei tanti milanesi che ancora rispettano le regole.

 

Per vedere come è andata gli inviati di CronacaMilano hanno messo in atto una piccola inchiesta. Ecco la cronaca:

 

Dalle 10 alle 17 di venerdì 9 (permesso in tasca) abbiamo impegnato le vie milanesi. Non con un’anonima utilitaria, ma addirittura con una fiammante Porsche 911 Turbo. Insomma, un oggetto che si nota per forza e che non poteva sfuggire all’occhio vigile degli inflessibili manipoli della polizia municipale.

 

Abbiamo percorso, più volte, corso XXII Marzo, corso di Porta Vittoria, via Larga, corso Italia. Alla fine siamo giunti, addirittura, davanti alla basilica dei milanesi: Sant’Ambrogio.

 

Poi, nel corso della mattinata, non ci siamo risparmiati anche piazza del Duomo, via Mazzini, piazza Della Scala, via Manzoni, corso Venezia, corso Buenos Aires.

 

Niente. Siamo passati decine di volte nei pressi di severi tutori dell’ordine, siamo stati sorpassati da autoradio della polizia municipale, abbiamo incrociato – almeno tre volte – motociclisti in bianco e nero.

 

Molti di loro hanno scrutato la Porsche, nessuno di loro si è degnato di chiedersi che cosa accidenti facevamo beatamente in giro durante il blocco totale del traffico. Forse, forse l’attenzione era di ammirazione per la blasonata 911 e non per la rivoluzionaria ordinanza del sindaco arancione?

 

Non contenti, e certamente un po’ delusi dal fallimento della nostra “trappola”, siamo usciti da Milano, in direzione Idroscalo e poi siamo rientrati in città. Prima da via Corelli (direttrice meno controllata), poi dal supercontrollato (credevamo noi) viale Forlanini.

 

Niente, la nostra Porsche ed i suoi arroganti 450 cv venivano snobbati da ogni genere di divisa. Presi dalla disperazione siamo andati a mangiare un panino in piazza Cavour. Digerito il panino ci siamo recati a prendere un caffè in piazza Diaz. Alla fine, erano giunte le 16, dopo ben sei ore e circa 60 km di percorrenza cittadina, ci siamo arresi.

 

Le truppe d’assalto erano occupate a fare altro. Con buona pace della rigida norma che avrebbe dovuto preservare i milanesi da qualunque tipo di malanno, a partire dal raffreddore.

 

Alla fine ci siamo recati verso il garage. Ma, in piazza Cinque Giornate, ci siamo nuovamente ingolositi: due agenti scrutavano l’orizzonte, in bella mostra, proprio di fianco al casello del Dazio.

E, finalmente, siamo riusciti a farci fermare… ma solo dopo due giri attorno alla piazza.

 

I due agenti, con estrema gentilezza, hanno controllato il nostro permesso e ci hanno congedati. Poi anche il sei cilindri di Stoccarda ha manifestato palesi cenni di noia, quindi lo abbiamo portato a riposare.

 

La morale? Molto semplice, i cittadini milanesi hanno tanto senso civico e, magari mugugnando, hanno rispettato l’ordinanza arancione dell’estroso sindaco. Ma, se i controlli sono questi, i furbi e i loro scostumati modi, ancora una volta, l’hanno avuta vinta.

 

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Maurizio Gussoni

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