Cronaca

Area C Milano, smog sopra i limiti da 7 giorni e allarme dei commercianti, “Toglietela!”

Ad una settimana dal varo di Area C, il PM10 non è mai sceso sotto i limiti d’allarme, salendo alle stelle fino a sfiorare i 200 microgrammi per metro cubo. Inoltre, viene dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, l’allarme lanciato dei commercianti, che già lamentano danni alle proprie attività.

 

 

AUTO DIMINUITE MA PM10 IN CONTNUO AUMENTO – Il 2012 è iniziato con un bilancio eco-disastroso: 17 giorni di sforamento di PM10, con 13 giornate consecutive di allarme polveri sottili.

– La situazione non è affatto migliorata nell’ultima settimana, quando è stato attivato il contestatissimo provvedimento Area C;

– proprio in questi ultimi giorni, infatti, si sono registrati i picchi record con livelli vicini ai 200 mc per metro cubo proprio all’interno della Cerchia, nonostante il traffico all’interno dei Bastioni sia diminuito quasi del 37%, facendo scendere a 77mila al giorno i precedenti 122mila ingressi di auto nel centro cittadino.

 

L’ALLARME DI CONFCOMMERCIO: CON LE AUTO, ANCHE I CLIENTI SONO DIMINUITI – Il provvedimento oltre a rivelarsi, come attestano i dati delle centraline Arpa, completamente inutile sul lato ecologico, a solo una settimana dal suo varo Area C sta anche danneggiando i commercianti.

– L’allarme è stato dato dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che ha dichiarato: «Siamo fortemente preoccupati perché il pm10 non è calato, mentre è diminuito il flusso di auto e il flusso di persone verso il centro. Questo ha contribuito a ridurre i consumi in un momento in cui abbiano bisogno di rilanciarli e non di deprimerli». «Ci troviamo in un momento di crisi – ha aggiunto Sangalli – e adesso più che mai non possiamo creare ostacoli ma cercare di andare incontro alle esigenze dei commercianti». Pertanto, il presidente di Confcommercio ha chiesto che “venga immediatamente fatto il punto della situazione, e si trovi una soluzione».

– La posizione dei commercianti, del resto, era già emersa come chiaramente danneggiata dagli interventi alla viabilità lo scorso dicembre, quando durante i due giorni di blocco del traffico deliberati per il 9 e 10 dicembre il calo delle vendite raggiunse picchi del 60%.

 

LE RISPOSTE DI MARAN – In tutto ciò, la risposta del 31enne assessore alla Viabilità di Milano, Pier Francesco Maran, non lascia adito a dubbi: “Non vogliamo ridurre il PM10, ma vogliamo ridurre il traffico”;

– proprio dopo il primo giorno di Area C, davanti al dubbio che l’interno dei Bastioni venisse invaso dalle moto non soggette al ticket, utilizzate dai cittadini in sostituzione delle auto, l’assessore aveva precisato: “A noi va bene, occupano poco spazio”. E l’inquinamento? Gli era stato replicato. E lui: “provvederemo”. Come a dire: presto faremo pagare anche loro.

 

LA RICHIESTA DELLA LEGA: PISAPIA SOSPENDA AREA C PER TUTELARE LA SALUTE PUBBLICA – Alla luce dei continui aumenti dei valori delle polveri sottili, che in barba alle telecamere continuano a svolazzare dove pare e piace a loro senza il deterrente di pagare il ticket da 5 euro, è il consigliere comunale della LN, Alessandro Morelli, a chiedere che Area C sia sospesa “per tutelare la salute pubblica”.

– “Alla  luce  della  continua  crescita  dei livelli di inquinanti – ha dichiarato Morelli – chiedo al sindaco, viste le sue responsabilità riguardo la salute pubblica, di interrompere immediatamente  l’applicazione  di  Area  C  sulla  città  di Milano”.

– “Da   una   settimana   il   traffico  in  città  è  cresciuto esponenzialmente – ha infatti spiegato Morelli – e se in centro  sono diminuiti gli ingressi, i lavoratori milanesi  che  non  possono permettersi di spendere 5 euro per attraversare l’Area  C  sono  costretti  ad  allungare  il  loro  percorso, ingolfando e rallentando   il   traffico   con  l’effetto  di  aumentare  i  livelli  di inquinamento”.

– A questo punto la  sinistra,  secondo  Morelli,  deve  agire “velocemente” perché   se  c’è  “qualche  ciclista  in più per le vie del centro dobbiamo evitargli la camera a gas invisibile che è costretto a respirare”.

 

LA RACCOLTA FIRME DEL PDL CONTRO AREA C PROCEDE FINO AL 15 FEBBRAIO – Prosegue intanto la raccolta firma indetta dal Pdl per ottenere una nuova consultazione dei cittadini, (nonché la class action promossa dal sindaco di Basiglio ed aperta sia a residenti che a non residenti) che fino al 15 febbraio potranno recarsi al gazebo di piazza San Babila, dalle 11 alle 19, muniti di documento di identità, per dire No ad Area C al fine di ottenere un nuovo Referendum.

“È sempre più palpabile – ha commentato in merito il presidente della Provincia di Milano, on. Guido Podestà, – il diffuso malessere dei cittadini contro questo oneroso provvedimento che, da un lato, colpisce i cittadini e, dall’altro, il mondo del commercio che non ha bisogno, invece, di veder deprimere i consumi.

“Inoltre, dal punto di vista ambientale questa scelta non sta producendo nessun vantaggio – ha sottolineato Podestà – poiché i dati delle centraline sia milanesi sia dell’hinterland (dove da lunedì 23 gennaio è scattato il blocco del traffico in 37 Comunindr) confermano il costante superamento dei limiti di Pm10 imposti dall’Unione europea.

“A cosa serve, dunque, questa Congestion charge? Sicuramente a fare cassa (stimati in circa 35 milioni di euro gli introiti che entreranno nelle casse comunali ogni anno grazie ad area C, ndr) e, inoltre, a concentrare maggior traffico ed emissioni inquinanti nel primo perimetro del centro.

– “Queste emissioni, peraltro – ha concluso Podestà – raggiungono picchi preoccupanti nelle fasce orarie più trafficate interessate dalla misura, cioè fino alle 7,30 e dopo le 19,30. Motivo per cui l’aria respirata dai cittadini milanesi risulta, in quei frangenti, notevolmente insalubre».

 

IL PARERE DELL’IDV: MODIFICARE GLI ORARI PER RIDURRE LE CODE DA RIENTRO – Il nuovo fenomeno della concentrazione del traffico fuori dagli orari di Area C viene sottolineato anche dal capogruppo di Italia dei Valori in Provincia di Milano, Luca Gandolfi:

“Lo avevamo detto già prima che Area C entrasse in vigore e lo ribadiamo oggi, forti dei dati raccolti da Amat – spiega Gandolfi. – Vanno modificati gli orari portando quello di fine alle 18.00 invece che alle 19.30.

– “All’epoca lo sostenevamo in virtù di una considerazione di buon senso, prendendo in seria considerazione la legittima richiesta dei residenti di non dover pagare per rientrare a casa loro dopo il lavoro. Oggi – sottolinea ancora Gandolfi – i dati Amat ci dicono che se la congestion charge funziona riducendo il traffico all’interno dell’Area C durante la fascia oraria in cui è attualmente in vigore, ha però creato un effetto perverso facilmente prevedibile, cioè il fatto che molti veicoli si fermano a motore acceso in attesa dell’orario in cui possono rientrare gratuitamente, col risultato di intasare oltremodo il traffico nelle vie limitrofe agli ingressi e creare picchi di inquinamento che si ripercuotono poi su tutta la città e mantengono alti i valori anche nei giorni a seguire.

– “La soluzione che proponevamo già l’11 gennaio – prosegue Gandolfi – diventa sempre più urgente per ottimizzare l’efficacia di questo importante provvedimento di cui condividiamo a pieno la filosofia di fondo. Una filosofia, quella di decongestionare il traffico, che non solo non verrebbe minimamente intaccata dal mutamento di orario, bensì ne ricaverebbe un evidente beneficio su più fronti: i residenti potrebbero rientrare a casa dopo il lavoro senza pagare; non si formerebbero code agli imbocchi, con benefici per la fluidità del traffico anche al di fuori di Area C e una riduzione dell’inquinamento. Non basta, si offrirebbe anche una ulteriore finestra di accesso per i fornitori dei commercianti.

– “La Giunta Pisapia – conclude Gandolfi – dalla quale IdV è rimasta esclusa benché sia parte della coalizione della maggioranza che la sostiene, ha in più occasioni pubbliche ribadito la sua piena disponibilità a valutare in corso d’opera i risultati e gli eventuali inconvenienti che ne emergono per poi adottare le necessarie correzioni. Questa, a nostro modo di vedere, è la prima correzione da porre in essere, senza dover necessariamente attendere oltre.”

 

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Di Redazione

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