Segnalazioni dei cittadini

Quartiere Adriano Milano, tra amianto e promesse incompiute. La periferia dimenticata dal Comune

quartiere Adriano, via Gassman (2)Doveva essere lo specchio di una nuova progettualità architettonica, ispirata ai più moderni dettami costruttivi, in cui paesaggio e funzionalità degli spazi, perfettamente integrati tra loro, avrebbero dovuto dar vita ad un’area urbana fiore all’occhiello della Milano del futuro. Un nuovo quartiere esteso su una superficie di circa 300.000 mq che, oltre alle soluzioni abitative e agli edifici destinati al terziario, avrebbe avuto come elemento caratterizzante un grande parco super attrezzato di oltre 150.000 mq. E non solo: anche piazze, giardini, piste ciclabili, romantici percorsi alberati e un’ampia zona commerciale. Tutto avrebbe concorso a creare un nuovo concetto di insediamento urbano, lo “spazio ideale” in cui far crescere i propri bambini o invecchiare serenamente.

 

PAROLE E PROGETTI RIMASTI SULLA CARTA – Qualcosa, per carità, è stata fatta. Non poteva essere altrimenti. Ma bioarchitettura, eco-compatibilità, sostenibilità e abbattimento delle barriere architettoniche, sono tutte belle parole che nel Quartiere Adriano, ex feudo della Magneti Marelli, posto alla periferia Nord-Est di Milano  e che si estende dall’omonima via verso viale Monza,  in molti casi sono rimaste sulla carta dei progettisti.

– Dopo due reportage nell’arco di due anni, torniamo a fare il punto della situazione su quella che è una delle zone più problematiche della città. Un esempio illuminante di come si possano disattendere promesse e buoni propositi in stile, purtroppo, tutto tipicamente italiano.

 

UN LETTORE CI SCRIVE: “AMIANTO SUL TETTO DELL’ACQUEDOTTO” – Lo spunto, questa volta, ce lo offre un lettore. “Di fronte a via Gassman, tra il civico 15 e l’intersezione tra la stessa strada e via Tognazzi, è presente un grandissimo campo abbandonato. In quest’area sorgeva molti anni fa l’azienda Magneti Marelli. All’interno dell’area è presente un acquedotto in disuso da moltissimi anni, il cui tetto si sta sgretolando lentamente, infatti alcuni pezzi stanno cadendo al suolo”.

– Di cosa è fatto, si domanda il lettore, il tetto di quello che nel quartiere, per via della sua forma, tutti conoscono come il “fungo”? Ci potrebbe essere un pericolo amianto? E il terreno intorno?

 

IL SOPRALLUOGO DEI TECNICI DEL COMUNE DI MILANO – In realtà, una risposta c’è stata. Ed è arrivata niente meno che dal Comune di Milano, invitato ad effettuare un sopralluogo da un’interrogazione del Consiglio di zona 2.

– “I tecnici non sono riusciti a raggiungere la sommità (dell’acquedotto, n.d.a.), non è pertanto possibile, attualmente, accertare la presenza di amianto, che non costituirebbe comunque un pericolo per la salute dei residenti data la posizione elevata”.

– Certamente, non ci sentiamo di consigliare ai tecnici comunali di arrampicarsi sulla pericolante scala a chiocciola dell’acquedotto che avevamo già segnalato nel corso del nostro reportage del 2012. Ma vien da chiedersi se, in fase di sopralluogo, non fosse stato il caso, considerata l’altezza dell’edificio in questione – circa 40 metri – richiedere l’intervento di una gru per valutare le effettive condizioni del tetto.

– Tuttavia, la risposta di Palazzo Marino, lascia spazio anche ad altre ipotesi: “Nella rivisitazione della variante Marelli, si sta ragionando se conservare la costruzione o demolirla. Nel secondo caso l’intervento sarebbe a carico dell’operatore che lo cede all’Amministrazione”. Non rimane che attenderne gli sviluppi, quindi.

 

“UNA RISPOSTA IMBARAZZANTE” – La risposta è un po’ imbarazzante, replica il nostro lettore, “primo perché molti pezzi di copertura del tetto sono caduti a terra, quindi si potrebbe iniziare a campionare quelli. Secondo, il terreno è pieno di candele, auto e alcune batterie marchiate Magneti Marelli. Quindi, forse andrebbe anche campionato il terreno”. Questo per fugare ogni ragionevole dubbio, considerato che “le abitazioni sono vicinissime”.

 

AMIANTO: QUELLE FIBRE SOTTILI COSI’ PERICOLOSE – L‘amianto sappiamo tutti quanto possa essere pericoloso per l’organismo umano. Questo avviene a causa delle sue fibre in grado di scindersi in dimensioni anche microscopiche, tanto da diventare facilmente volatili e, quindi, in grado di disperdersi nell’ambiente circostante.

– Fibre che, una volta inalate, possono raggiungere le pareti degli alveoli polmonari portando, nel tempo, a tutta una serie di malattie respiratorie croniche, carcinomi polmonari, tumori del tratto gastro-intestinale, della laringe. Un rischio, quello di sviluppare pericolose malattie, che si riesce a ridurre evitando o limitando l’esposizione prolungata alle fibre.

 

INTERRAMENTO ELETTRODOTTO. L’IMMOBILISMO DELLA GIUNTA – Non bisogna dimenticare, inoltre, che la giunta comunale è “sotto osservazione” da parte del Consiglio di zona anche per il suo immobilismo a proposito dell’interramento dell’elettrodotto che incombe sugli abitanti di Via Sottocorno e Via Adriano.

– Negli ultimi anni, su 150 famiglie abitanti vicino ai tralicci dell’alta tensione, ben 36 persone si sono ammalate di tumore. Un numero che sale a 55 casi se si estende la statistica agli ultimi 30 anni.

– E dire che Palazzo Marino, lo scorso novembre, aveva approvato le linee guida del progetto di interramento dell’elettrodotto firmando una convenzione con il Comune di Sesto San Giovanni e Parco Media Valle del Lambro, affidando alla Società Terna Rete Italia, che gestisce la rete elettrica, l’attuazione e messa in opera del progetto di interramento.

– Tuttavia, sul finire di aprile, i sindaci di Milano e Sesto San Giovanni hanno fatto sapere di aver richiesto ad Asl “uno studio epidemiologico sistematico sugli abitanti delle vie Sottocorno, Lombardia e per Crescenzago per verificare la presenza o meno di un’incidenza, di valore superiore alle medie, di problematiche di salute nei residenti del quartiere. E qualora questa fosse verificata si ritiene necessario un ulteriore approfondimento che vada nella direzione di definire un’eventuale correlazione diretta tra la presenza dell’elettrodotto e le problematiche di salute dei cittadini”.

 

I COSTRUTTORI: “MANCANO I SOLDI, COLPA DELLA CRISI” – Si continua a rimandare, insomma, per prendere tempo o, nella peggiore delle ipotesi, per non fare. Un leit motiv che via Adriano conosce molto, troppo bene. I lavori rimasti fermi o incompleti non si contano, così come le opere abbandonate e le numerose abitazioni rimaste a metà o disabitate. In taluni casi anche occupate da senzatetto e approfittatori. E la motivazione principale delle imprese costruttrici è sempre la stessa: mancano i soldi per terminare i lavori prestabiliti. Colpa della crisi, si sa.

 

SCARSEGGIANO ANCHE I SERVIZI ESSENZIALI – Ma le criticità del quartiere Adriano riguardano anche e soprattutto i servizi essenziali: la contorta viabilità e agibilità di molte vie di residenza; la mancata pulizia di alcune strade; le discariche abusive a cielo aperto; le aree verdi incolte e lasciate all’abbandono; i tralicci dell’alta tensione che friggono a due passi dalle abitazioni. Per non parlare dell’insufficienza di scuole e supermercati in un quartiere sempre più popoloso.

– Molti residenti minacciano da tempo di andare via da questo grande cantiere incompiuto. Ma rivendere – o svendere – quegli appartamenti pagati fior di quattrini non è cosa facile. Sono i risparmi di una vita. Una vita che, secondo le parole dei progettisti, avrebbe dovuto svolgersi “in una grande area urbana, con residenze di qualità, ampi spazi verdi e servizi dedicati alle famiglie e al lavoro”. Così non è stato, purtroppo.

 

MILANO, CITTA’ DAI DUE VOLTI – Nel frattempo, nel centro della stessa metropoli che nel 2015 ospiterà Expo 2015, impazzano i cantieri. E non si bada a spese per rifare il trucco, con discutibili interventi urbanisti, ad una città dalla doppia faccia, altera e vanitosa, ma sempre più lontana dalle sue periferie.

 

—–

PARTECIPA AL SONDAGGIO:

[poll id=”2″]

[poll id=”3″]

 

INVIATECI LE VOSTRE FOTO E SEGNALAZIONI – Per le vostre segnalazioni circa incidenti, emergenze, autovelox nascosti, strade dissestate e buchi sul manto stradale, disagi sociali, odissee burocratiche, truffe, rapine, aggressioni, zone carenti di sicurezza, aree preda di degrado o spaccio, problematiche sui mezzi pubblici, borseggi, maltrattamenti sugli animali o altro, scriveteci e mandateci le vostre foto a redazione@cronacamilano.it

– Il nostro Staff riserverà la massima attenzione ad ogni caso, per dar voce direttamente ai cittadini, senza “filtri politici”.

 

VISIBILITA’ ALLA VOSTRA ATTIVITA’ –  Se siete interessati a dare visibilità alla vostra attività commerciale, scriveteci a info@cronacamilano.it

– Il nostro Staff sarà a vostra disposizione per proporvi, senza alcun impegno, le migliori soluzioni pubblicitarie a partire da pochi euro.

 

Leggi anche:

Degrado via Cadolini Milano, comitato residenti contro spaccio, rifiuti e rom abusivi. Intanto, impazzano le spese per Expo

Degrado shock Gratosoglio Milano, la lettere inviata a Pisapia da una residente: “Venga a trovarci”

Occupazioni abusive rom case Aler via Molise Milano, scoppia la disperazione dei residenti regolari

Occupazione abusiva rom case Aler via Ugo Tommei Milano: “In un solo palazzo hanno già preso 20 appartamenti, non dormiamo più per la paura”

Furti via Mecenate Milano, 4 appartamenti svaligiati in un pomeriggio: “Grazie Pisapia”,

Degrado via Arquà via Padova Milano, la mail shock di una residente, punto per punto,

Degrado viale Sarca Milano, una lettrice: “Hanno tentato di stuprarmi. In più scippi, furti dentro auto, marciapiedi come latrine e altro”. Il punto della situazione,

Degrado via Padova Milano, segnalazione e foto di una lettrice disperata: Sono stata più volte aggredita e insultata, sanno che qui non ci sono controlli e fanno quello che vogliono,

Furto in appartamento via Tito Livio Milano, la vittima: “Sono uscita 20 minuti per prendere il mio fratellino a scuola e mi hanno svaligiato casa; al nostro ritorno erano ancora dentro”

S.P.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio